| Sezione: musica moderna Gruppo
      "Iommelli"clarinetto  Felago Giovanni, pianoforte  Caruso Rocco,
      chitarra  Cataldo Enzo
 I tre musicisti suoneranno un pezzo da loro composto dal titolo "Storie"
 
 Curriculum degli alunni:
 
 FELAGO GIOVANNI, di anni 17, alunno della 4ª A studia il clarinetto.
 Ha conseguito il diploma di compimento inferiore presso il Conservatorio
 di Napoli.
 
 CARUSO ROCCO, di anni 18 alunno della 4ª C studia pianoforte.
 Ha conseguito il diploma di compimento inferiore presso il Conservatorio
 di Campobasso.
 
 CATALDO ENZO  alunno della 3ª A studia chitarra da autodidatta.
 
 
 Testo della canzone "Storie" 
      (Felago,Caruso,Cataldo)
 
 Sei seduto su di un trono
 che il destino ti ha assegnato,
 destinato a rimanere fermo
 osservi il mondo
 e chissà se ti sta stretto.
 Ho provato ad immaginare la tua vita,
 ma come posso io capirti?
 Ho sognato tante volte di volare,
 e mi son chiesto
 se anche per te è lo stesso.
 
 Quante volte,
 avrei voluto,
 essere al tuo posto,
 tante volte mi son visto li al tuo posto,
 ma poi, ho scelto la mia inutile normalità.
 
 Sei fermo ad immaginare,
 come può essere un tramonto.
 La vita non t'ha dato la possibilità di vedere
 quello che ti gira intorno.
 Non so se sei fortunato,
 perché il mondo non è poi tanto bello.
 Mi son chiesto come può essere il mondo,
 visto con i tuoi occhi,
 ho provato a vivere nel buio
 ma non ci ho visto niente.
 
 Quante volte,
 avrei voluto,
 essere al tuo posto,
 tante volte ho immaginato
 d'essere al tuo posto
 ma poi, ho scelto la mia inutile normalità,
 ma poi, ho scelto la mia inutile normalità.
 
 Ti vedo crescere
 ma sei sempre bambino
 mi sono chiesto che
 farei se avessi te sempre vicino,
 sei lì
 e non comprendi la tua situazione,
 vuoi giocare con il mondo
 che con te ha scherzato.
 Tanti ridono di te
 dolce ed inconsapevole pagliaccio.
 
 Ho scelto sempre la normalità
 ma chi m'ha mai detto che sono io quello normale,
 quante volte..................
 
 Commento
 
 Il brano composto, parole e musica, dagli studenti dell'istituto
 magistrale "N. Iommelli" di Aversa evidenzia una spiccata sensibilità
 per una problematica attinente ad una parte della società che, anche se
 ristretta, o forse proprio per questo, si vede negare dei diritti
 sacrosanti. Con dolcezza encomiabile e viva compartecipazione ai
 problemi dei portatori di handicap, il brano intende sottoporre
 all'attenzione di quanti troppo spesso appaiono distratti o fingono di
 non capire come sarebbe proficuo ed umanamente più nobilitante cercare
 di calarsi nel mondo di chi, portando e sopportando suo malgrado, delle
 menomazioni, avrebbe diritto a grande comprensione (da non barattare in
 nessun caso con la commiserazione) anche perché detentore e portatore di
 un'altezza di sentire che solo rarissimamente è dato rinvenire in chi
 vive e si lascia vivere nella sua "banale normalità" (MARIA LUISA MATACENA, referente alla CONSULTA
      DELL'ISTITUTO MAGISTRALE STATALE "IOMMELLI" di AVERSA)
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