Concerto per il giorno di Santa Cecilia
Mercoledì 22 Novembre 2000 ore 20.45,  Caserta, Chiesa dei Santi Vitaliano ed Enrico
Note critiche di Pietro Di Lorenzo

Note critico-musicali

Il programma pone a confronto brani sacri celeberrimi  con la produzione “locale” del barocco e del periodo “galante“ napoletano, altrettanto bella ma meno nota o, addirittura, come in molti dei casi presentati, inedita.  L'occasione è la ricorrenza della festività di S. Cecilia, riconosciuta e celebrata quale protettrice e patrona della musica e dei musicisti a aprtire dalla fine del XVI secolo. La devozione alla santa nacque da una lettura parziale (affermatasi nel sec. XV e subito diffusasi nella iconografia) del Passio della Santa: Cecilia, entrando al suo banchetto nuziale, cantava (in cuor suo, però, dice il testo) le lodi di Dio. Da ciò la convinzione erronea che ella fosse stata cantrice e musicista di professione.

Francesco Provenzale (Napoli, 1627 – ivi, 1704), importantissimo esponente della scuola napoletana, fu il vero fondatore della stessa per l'azione incessante di didatta e di operista svolta.  Attivo anche nella musica sacra, da basi ancora rinascimentali, consolidò nella sua produzione gli schemi del recitativo e dell'aria.

 

 Alessandro Scarlatti (Parlermo, 1660 - Napoli, 1725), "forestiero" a Napoli dal 1684, fu preferito proprio a Provenzale quale maestro della Real Cappella, e ne oscurò tra i contemporanei e i posteri, fino a tutt'oggi, la fama. Le grandi doti di organizzatore culturale, la sua rete di relazioni culturali e politiche importanti (fu membro dell'Arcadia romana, conobbe e frequentò Corelli, Pasquini,  fu familiare della regina Cristina di Svezia, dei cardinali Grimani ed Ottoboni etc.) ne fecero l'indiscusso protagonista della scena italiana per circa mezzo secolo. Il melodramma  barocco gli deve la stilizzazione della aria col da capo, l'introduzione massiccia dell'accompagnamento orchestrale, anche arricchito dai fiati, nelle sinfonie e nelle arie.

 

Henry Purcell (London, 1659 - ivi, 1695) ebbe, durante la sua breve vita, un ruolo egemone nella vita musicale inglese, tradizionalmente isolata e provinciale, riuscendo ad rinnovarne contenuti  strutturali e generi alla luce principalmente della cultura francese. La straordinaria abilità di melodista e di fine contrappuntista ne fecero modello indiscusso (anche se noto solo localmente) per tutta la storia successiva della musica nella Gran Bretagna.

 

Di Antonio Vivaldi (Venezia, 1678 – Wien, 1741), celebratissimo strumentista e compositore di concerti solistici (in una forma poi utilizzata fino alla fine del '700), meno nota è l'attività di compositore operistico (anche se produsse circa 80 melodrammi) e di instancabile maestro di cappella, campo in cui fu innovatore originalissimo, introducendovi le raffinatezze dello stile operistico e i virtuosismi della produzione strumentale. Di Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1675 – Leipsig, 1750) il brano in programma propone l'aspetto fondamentale della sua produzione e cioè le cantate sacre destinate alla liturgia evangelica. In esse, con una straordinaria ed originale capacità di sintesi, riassunse, stili e forme del passato (polifonia e monodia tedesca rinascimentale)  e del presente (stile concertato e "galanterien"), in un continuo sforzo di aderenza al testo sacro. Alla stesura delle cantate sacre e alla loro domenicale realizzazione nel servizio liturgico egli dedicò gran parte della sua vita. Francesco Durante fu, invece, l'antesignano del nuovo stile, oramai già distante dal barocco nella concezione strutturale  e melodica semplificata ma attentissima alla "emozione". Pressoché unico esponente della scuola napoletana mai attirato del melodramma e dai suoi ricchi profitti (economici e di fama), operò come didatta (anche contemporaneamente!) nei quattro Conservatori napoletani per lunghissimi anni, subito dopo il ritorno dall'esperienza tedesca (forse come maestro di Cappella in Sassonia e presso gli Estheràzy): suoi allievi furono più grandi compositori napoletani della seconda (Pergolesi, Iommelli, Traetta) e terza generazione (Paiesillo, Piccinni, Sacchini). Nelle sue composizioni sacre riuscì a conciliare lo stile osservato "alla Palestrina" (appreso negli anni di formazione e di inizio carriera in Roma) e quello "moderno",  ma con un concertato mai fine a sé stesso  e sempre espressivo e "sentimentale". Giacomo Insanguine (Monopoli, 1727 – Napoli, 1795), allievo del precedente e suo successore come direttore del Conservatorio di S. Onofrio, fu anche Maestro della Cappella di S. Gennaro, nel Duomo di Napoli. Operista assai apprezzato ed abile (soprattutto nel rimaneggiamento delle opere altrui, tanto di meritarsi il nomignolo di "maestro delle pezze") nella musica sacra traspose con maestria lo stile operistico napoletano della seconda metà del '700, egemone in tutta Europa. Nella produzione di Wolfgang Amadeus Mozart (Salzburg, 1754 – Wien, 1791) la musica sacra è comunemente ritenuta marginale rispetto alla produzione strumentale, sinfonica e cameristica. Pur senza imporre innovazioni evidenti, anzi (a leggere il catalogo cronologico delle composizioni) sfruttandola come palestra formativa negli anni della dipendenza dall'Arcivescovo-Principe di Salisburgo, egli trasfuse anche in essa il suo personalissimo stile, di grande cantabilità (tutta italiana) e di profonda sensibilità armonica.   

 

Pietro Di Lorenzo

 

Caserta, Chiesa dei Santi Vitaliano ed Enrico, Veduta esterna

 

 

 

Concerto per il giorno di Santa Cecilia

Mercoledì 22 Novembre 2000 ore 20.45

Caserta, Chiesa dei Santi Vitaliano ed Enrico

 

 

Programma

Francesco Provenzale(Napoli, 1627 – ivi, 1704): Sui palchi delle stelle – per la nascita del Verbo, (Napoli, Conservatorio)

 

Alessandro Scarlatti(Parlermo, 1660 - Napoli, 1725): Concerto grosso III (Allegro, Largo, Allegro, Largo, Allegro)

 

Henry Purcell(London, 1659 - ivi, 1695) : "Welcome to all the pleasures" Ode for St. Caecilia’s Day (1683) I. Symphony [Grave] - II. Symphony [Allegro]-III. Welcome, IV. Here the Deitis - V. While joice - VI. Then lift up your voices, VII. [Adagio] - VIII. Beauty thou scene - IX. In a consort of voices

 

Antonio Vivaldi(Venezia, 1678 – Wien, 1741) : dal “Magnificat” RV 631: Fecit potentiam – Deposuit potentes, Laudate Dominum RV 606

 

Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1675 – Leipsig, 1750): Corale “Jesu bleibet meine Freude” dalla cantata BWV 147

Francesco Durante(Frattamaggiore, 1681 – Napoli, 1755) : Nonna in pastorale - “Dorme benigne Jesu”    (Napoli, Conservatorio), Dixit - Confitebor dal “Vespro breve” (Napoli, Conservatorio)

 

Giacomo Insanguine(Monopoli, 1727 – Napoli, 1795): dalla “Messa a 3 voci”: Kyrie (Napoli, Conservatorio, inedito)

 

Wolfgang Amadeus Mozart(Salzburg, 1754 – Wien, 1791): Sonata da chiesa con organo K. 244,  Laudate Dominum da “Vesperae Solennes de Confessore” K.339/4

 

Ascanio Trivisano violino principale – Luigi Trivisano organo

Simona Digaetano, Elena Polito soprani Giuseppe Nespolino  basso

Cappella Vocale e Strumentale “I Musici di Corte”

Gruppo Vocale “Ave Gratia Plena”

direttore Pietro Di Lorenzo

 

Cappella Vocale e Strumentale "I Musici di Corte"

Raffaella Campo, Maria C. Cimminella, Alba De Francesco, Simona Digaetano*,

Chiara Iannitti, Claudia Iannotta, Dolores Iele, Rossella Lerro, Federica Moretti, Carmen Parente soprani

Mena Alizieri, M. Rosaria Marseglia, Annamaria Romano Brigida Troisi, Rosaria Truglio contralti

Sergio Santangelo, Vincenzo Tarantino*, Mauro Vozza, Gaetano Vitale tenori

Gerardo Del Prete, Giuseppe Di Maio, Antonio Galbiati, Giuseppe Nespolino*, Antonio Pascarella bassi

Antonietta Aiello, Giuseppe Greco,Carmela Pascarella*,

Marilena Rezzuto, Ascanio Trivisano**, Vincenzo Varallo*, Nicoletta Troisi violini

Artan Tauzi violoncello - Antonio Pascarella chitarra

Lorenzo Pellegrino, Luigi Trivisano*, Pietro Di Lorenzo organo  e clavicembalo

 

Gruppo Vocale "Ave Gratia Plena"

Elena Polito* soprano

Olga Di Monaco, Rossella Fusco, Rosaria Marotta contralti

Felice Di Maio*, Biagio Saiano* tenori

Valerio Marotta bassi

* prime parti

 

La chiesa di San Gennaro
(o dei Santi Vitaliano ed Enrico)
 

Caserta, Chiesa dei Santi Vitaliano ed Enrico, Veduta interna

Per l'incessante sviluppo di Caserta verso sua intorno la fine dell'800 fu necessario provvederla di una nuova parrocchia. Essa fu ubicata su via Napoli, strada signorile e di sviluppo edilizio borghese, nei pressi della antica cappella di S. Maria di Loreto, esistente dal secolo XVI, sul cui sito, oggi dopo la distruzione bellica, sorge il Santuario di Sant'Anna ed il vicino Ospedale. La vicenda costitutiva ebbe inizio nel 1883 quando il vescovo di Caserta Enrico de' Rossi e il can. Vitagliano Zampella stipularono il rogito notarile di acquisto del terreno (per dotare di rendita il beneficio nascente) stabilendo altresì il nome della parrocchia. Nel 1885, già morto il can. Zampella, il vescovo assegnò alla parrocchia il territorio ma solo nel 1887 essa ottenne il decreto di "exequatur" dal re d'Italia, Umberto I. Essendo la parrocchia però ancora sprovvista di chiesa, si dispose che avesse sede presso la cappella di S. Maria Assunta, detta la Rotonda, all'epoca nota come cappella di S. Filomena, oggi Sacrario dei Caduti dell'Aeronautica", ubicata in via Gasparri, nei pressi dei giardini della Flora. Solo nel 1904 si dette avvio ai lavori di edificazione della sede parrocchiale nel luogo attuale, a cura del primo parroco, Giovanni Zampella, e sotto gli auspici del vescovo Gennaro Cosenza. I lavori furono diretti dal architetto Lorenzo Sacco. Nel 1906, seppur incompleta per gli arredi interni principalmente gli stucchi e gli altari laterali, vi fu l'inaugurazione, la titolazione a San Gennaro, e il trasporto di numerose reliquie dalla vicina chiesa di S. Maria di Loreto. La consacrazione avvenne nel 1934 da parte del vescovo Gabriele Natale Moriondo. I campanili e gli stucchi della facciata, con le statude dell'Addolorata e dei santi Vitaliano ed Enrico furono realizzati nel 1945 a seguito dei danni bellici. Nuovi danni la chiesa subì in conseguenza del terremoto del 1980, danni che ne imposero una lunga chiusura al culto ed un radicale ripristino delle forme interne per la caduta di gran parte degli stucchi dorati delle cappelle. Tale opera di riordino statico e decorativo è stata  affrontata e conclusa nel 1991 dall'attuale parroco rev. Gionti.

 

Si ringraziano

il Parrocco Rev. Giovani Battista Gionti e la comunità della Parrocchia dei Ss. Vitaliano ed Enrico per l'ospitalità

 

Associazione Culturale "Francesco Durante"

Ente non commerciale ai sensi del D.L. 460/97

via G. M. Bosco, n° 194 - 81100 Caserta

0347/1923889 - pietro.dilorenzo@unina2.it

www.assodurante.cjb.net (di prossima attivazione!)

 

 

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