"Schola Cantorum Casertana": io dissento

di Pietro Di Lorenzo

Caserta, 10 Dicembre 2000
Con le due riunioni (la prima del 28/11 e la seconda il 7/12), convocate presso il Centro dei Servizi Culturali e Sociali della Città di Caserta, ubicato al chiostro di Sant'Agostino, è avviato l'iter per la costituzione della "Schola Cantorum Casertana".

 

L'iniziativa, proposta ai gruppi e alle associazioni casertane attive nel campo, è dell'Assessore alla Cultura Flavio Quarantotto che intende, come promesso già al primo incontro, portare in Giunta il progetto. Progetto che per il momento è "un contenitore", come dice l'Assessore: offrirà "l'opportunità ai gruppi che vorranno aderirvi di avere "luoghi ed occasioni di esibizione, anche a nome del Comune". A fronte dell'adesione l'Assessore prospetta la possibilità di contribuzione per le esibizioni inserite in un calendario da concordarsi di comune accordo con i partecipanti, il vantaggio di essere promossi e proposti, anche al di fuori dell'ambito cittadino. A carico dei gruppi aderenti è la obbligatorietà di aggiungere per le dette esibizioni la esplicita indicazione di appartenenza alla Schola Cantorum Casertana.

 

Alle riunioni sono intervenuti : "Ars Nova", "Resonare Fibris", "I Cantori di San Ferdinando Re", Coro "Händel", "I Musici di Corte" (ensemble interno all'Ass. Cult. "Francesco Durante" di Caserta e che io rappresento legalmente).

 

Premetto che nessuno dei convocati aveva ricevuto come documentazione attinente alla convocazione altro che scarne 4 righe. Nessun allegato contenente non dico un regolamento ma almeno la proposta di deliberazione da sottoporre all'approvazione della Giunta Comunale. Almeno una bozza di quest'ultima sono riuscito ad averla (dopo appena 2 giorni !). Ma a tutt'oggi è il solo appiglio cartaceo.

 

Tra gli espliciti consensi dichiarati dalla maggioranza delle associazioni invitate, si è levato il mio personale dissenso alla proposta.

 

Dissenso che provo a raccontarvi, fiducioso di aprire un confronto schietto con quanti operano nel settore in cui io mi sento abusivo, da sempre.

 

Il dissenso l'ho espresso a titolo personale, almeno durante la prima convocazione.

All'Assessore sarebbe piaciuto molto incassare una disponibilità di massima già al primo appuntamento. Però noi dell'Associazione Durante abbiamo il vizio, auotolesionista ed un po’ retrò (visti i tempi), della consultazione degli organismi di rappresentanza (leggi : assemblea dei soci e consiglio di amministrazione). Per me era indispensabile attendere il parere della maggioranza dei soci. Ciò nonostante, ho comunque obiettato qualcosa a titolo personale.

 

Va bene che "Schola Cantorum Casertana" è solo il nome, l'etichetta di un contenitore, ma che cosa si va a costruire? Dentro al contenitore che cosa e chi ci andrà? Con quali presupposti ideali e materiali ? Ad esempio, l'Assessore non aveva fatto mistero di avere un sogno, da realizzare a medio periodo : un grande coro, composto da almeno 100-150 coristi alfabetizzati (ossia musica-leggenti !). Dove siano a Caserta tutte 'ste persone non lo so. Sicuramente non nel coro che dirigo io !

 

L'attesa di ricevere lumi maggiori dura quasi una settimana. Ma il secondo incontro è la fotocopia, ridotta, del primo : stesse parole, stessi contenuti (assenti nella sostanza). Di nuovo c'è solo il fatto che la presunta bozza di delibera (annunciata già pronta) non è ancora arrivata in Giunta ma ci arriverà, ci arriverà di sicuro. Ecco rassicuranti (i più !) del contributo di almeno 1 milione almeno una volta all'anno per una esecuzione da farsi per il Comune.. Peccato che la bozza di delibera dica che al momento, tutto compreso, di milioni ce ne sono solo 5 !

 

Ci siamo consultati coi colleghi soci. Con soddisfazione ho preso atto del loro parere assai perplesso a riguardo. Approfitto della disponibilità di Emilio per raccontarvi cosa non ci convince e perché. Non con l'atteggiamento di chi propala il Verbo e vuol fare crociate. No.

Ma con l'atteggiamento di coloro che cercano, nel dialogo e nella reciproca conoscenza, di portare a perfezione una occasione che forse non capiterà più a Caserta.

La nostra posizione è critica per, tra gli altri, i seguenti motivi :

  1. Proporre a scatola chiusa, un organismo di questo tipo (quasi prendere o lasciare), in assenza di un dibattito preliminare alla deliberazione, è davvero sterile. Che ne sa, l'Assessore delle nostre esigenze, dei nostri desiderata se non ci ha mai visti prima ?

  2. la partecipazione, interna, di una Amministrazione Locale ad un organismo di questo tipo ha caratteristiche di straordinarietà ed eccezionalità (forse un unicum in Italia): mentre lo Stato dismette persino gli Enti Lirici, Caserta (perennemente in controtendenza) pensa ad un diretta ingerenza di Comune in una "cosa" piccola piccola come un coordinamento tra cori (tutti autodichiaratisi in linea con il non profit). Il dubbio è lecito : ma forse c'è altro che dovremo sapere, che non ci è stato detto e che qualcuno dovrebbe dirci ?

  3. Ovunque in Italia ci si è mossi, da almeno un ventennio, nella direzione opposta e con successo. Infatti, organismi di questo tipo devono giocoforza fondarsi su presupposti totalmente opposti e cioè come necessità di coordinarsi tra i cori e non come "gabbia dorata" imposta dal Comune.

  4. Sui generis anche la procedura per la quale prima si aderisce ad una idea, generica e omnicomprensiva, peraltro verbale (per carità, nulla di personale contro la buona fede dell'Assessore) e poi (eventualmente) ci si dà delle regole, degli obiettivi statutari. In pratica : prima saliamo tutti sul treno, poi eventualmente chiederemo al macchinista dove ci sta portando. Di solito in questi casi il treno, quand'anche partisse, percorre pochissimi metri.

  5. che dire poi dei soldi promessi : quattro spiccioli che, per chi ha sempre "fatto in casa" il tutto davvero sono insignificanti. Per carità : con un milione altro che un concerto, almeno noi eseguiamo almeno una rassegna intera ! Ma, poiché in questi anni, pur brillantemente affamati ed assetati, qualcosa (non mi permetto un giudizio in qualità ma in continuità e presenza) l'abbiamo tutti fatta, vuoi vedere che il problema sia altrove.

  6. Non vorrei infierire, ma per chi crede nell'Associazionismo questo punto è fondamentale. Associazione in Campania spesso è sinonimo di impresa individuale volta al raggiungimento di scopi personali (prestigio, fama, e perché no ricchezza) leciti quando non sono mascherati sotto mentite spoglie. Cultura dell'Associazionismo significa condividere con altri uomini e donne obiettivi e scopi, da realizzare (fortunato chi può permetterselo) anche senza sacrifici di tempo, di lavoro e di stanchezza (denaro a parte) Non pareva vero che dal 1997 persino il Governo avesse pensato a regolamentare il settore : quasi si fosse accorto che sulle scorrettezze di alcuni furbi e avidi approfittatori di danaro pubblico, gli altri fessi facevano la fame ma tiravano avanti. La nuova legislazione sulle attività sociali conferma quella presa di posizione. E garantisce anche molti diritti. Però a fronte di una serietà e di una trasparenza nella condotta (si badi bene : non solo nelle dichiarazioni formali scritte e negli atti cartacei prodotti). Un organismo nato così come l'Assessore lo sta pensando è un passo indietro. Persino dal punto di vista economico potrebbe non essere manco più un ente non commerciale.

  7. Senza volere essere Cassandre, il dubbio più forte è il seguente. Drogare di soldi un ambiente povero non ha mai prodotto risultati a lungo periodo. E' già capitato e capiterà ancora. Esimersi dalla responsabilità di fare delle scelte (dolorose perché selettive e costose in termini di tempo ed immagine) è troppo comodo : quasi Lazzari evangelici ci sfameremmo contendendo gli avanzi lasciati ai cani. Senza successo : quelli che davvero, da sempre, vivono ben pasciuto continueranno ad essere sazi. Per contro quattro (cinque per il momento a dire il vero) disperati ci armeremo gli uni contro gli altri per accaparrare il soldo. E quando sarà finito (sì, perché i soldi pubblici finiscono sempre e sempre prima), resterà il nulla. Anzi peggio. L'astio per il collega certi che di briciole ne ha beccate di più di te. Altro che "casa comune".

A proposito, in attesa di ricevere la notizia di convocazione per l'incontro successivo, finalizzato alla presentazione alla Stampa locale dell'iniziativa "Schola Cantorum Casertana", ed in assenza di qualsivoglia bozza di regolamento della stessa, a nome dell'Associazione Durante (di cui fanno parte "I Musici di Corte") ho provveduto in questi giorni ad inviare ai colleghi convenuti e all'Assessore una proposta di progetto per dare sostanza e forma concrete al contenitore. Proposta che si può prendere in esame nel seguito. (Proposta di progetto di incremento attività corale).

 

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