| Le
         figure dei balli dell'Ariatella 
 
 foto1-figura:
         armata dei bersaglieri; 
 foto2-figura:
         periodi di guerra; 
 foto3-
         passo di Quadriglia | L’intervistaAbbiano
         incontrato gli artefici della costituzione del Gruppo Folkloristico “ARIATELLA”
         e del suo rapido affermarsi, Mimmo Mozzoni (nella foto) e Agostino
         Pasquariello, in una saletta dell’Oratorio san Simeone profeta di
         Sala, per sentire dalla loro viva voce come è nato il Gruppo, quali
         sono stati i loro punti di riferimento, quali sono le figure dello
         spettacolo, come si articola il Gruppo, etc.. Le voci di Mimmo ed
         Agostino si accavallano e si intrecciano nelle risposte, per l’amore
         che portano alla loro creatura. Agostino:
         Il nostro spettacolo, popolarmente e dialettalmente denominato
         "’O laccio ammore", deriva dalla "Quadriglia"
         francese, importata in Italia, e precisamente nel Regno di Napoli,
         negli anni 1700-1800 ,dai Reali Borboni.  Mimmo:
         La "Quadriglia" divenne un ballo di Corte che i Nobili
         eseguivano durante feste speciali nel Palazzo Reale di Napoli e
         soprattutto nella Reggia di Caserta alle quali non poteva certo
         partecipare il popolo.
 Agostino:
         Con la caduta dei Borboni la
         "Quadriglia", con felice intuizione, fu ripresa e trasformata
         in ballo popolare e tradizionale di Carnevale da alcuni popolani di
         Sala di Caserta più vicini alla Corte: della "Quadriglia",
         che ballavano le Dame e i Cavalieri a Corte, rimasero solo alcune
         movenze ed i comandi del Maestro vennero gridati,naturalmente, in
         francese "napoletanizzato". Mimmo:
         I popolani, in parte per il pudore delle donne a partecipare a balli
         in pubblico e soprattutto in segno di trasgressione, formarono un
         Gruppo di Ballerini con le Dame che erano uomini vestiti da donna. Agostino:
         Alla classica
         "Quadriglia", si aggiunsero poi altri balli figurativi che
         simboleggiavano gli avvenimenti dell'ultimo periodo Borbonico, del loro
         definitivo abbandono del Regno di Napoli e dell'avvento di Giuseppe
         Garibaldi che contribuì fortemente all'unità d'Italia. Le
         più significative figure introdotte nello spettacolo, oltre ad alcune
         proprie della "Quadriglia”, furono: il
         battito di bacchette di legno tra Cavalieri e Dame, che
         simboleggiano i periodi di guerra; il ballo con nastrini tricolori,
         che richiamano l'arrivo dell'armata dei Bersaglieri e, infine, l'inno
         finale dedicato a Giuseppe
         Garibaldi. Mimmo:
         Al centro dello spettacolo c'è
         il caratteristico ballo de “ 'O laccio ammore" (si tratta di
         intrecciare, ballando, dei nastri colorati intorno ad un palo, che è
         anche il simbolo dell'intrecciarsi delle danze degli innamorati) che
         fino al 1997 ha dato anche il nome al Gruppo di Sala di Caserta. Arriva
         intanto don Franco Greco, parroco di Sala, che ci tiene a dare il
         giusto risalto all’opera dei suoi due parrocchiani. Don
         Franco: Nel
         1998, dalla felice intuizione di Agostino Pasquariello e Domenico
         Mozzoni e sotto la spinta di recuperare fondi per la costruzione dell’
         Oratorio nella nostra parrocchia, c'è stata l'attuale trasformazione
         dell’originario “O’ laccio ‘ammore” in un vero e proprio
         Gruppo Folkloristico stabile (con Cavalieri e Dame vere riportando
         quasi alla memoria il periodo dei Balli di Corte) denominato "ARlATELLA". Agostino:
         Tale denominazione del Gruppo
         vuole sottolineare il forte legame di Sala alla tradizione storica e
         culturale locale della lavorazione della Seta, in quanto "ARIATELLA"
         è voce dialettale dell'arcolaio, cioè dello strumento che serviva e
         serve a trasformare la matassa di seta, cotone o lana in gomitolo o
         rocchetto e viceversa; il ruotare del Palo che s'intreccia con nastri
         variopinti ricorda appunto la funzione dell'Ariatella (arcolaio) che
         ruotando attorno al proprio asse forma la matassa di seta. Mimmo:
         Il richiamo al nostro passato,
         legato alla cultura della lavorazione della seta, in noi salesi è
         molto forte. Anche il Gruppo Teatrale “I SERICI”, sempre dell’Oratorio,
         ha la sua denominazione nel nostro passato, nell’oggi , nel futuro. Don
         Franco: “I
         SERICI” e l’ “ARIATELLA” sono splendide realtà della Comunità
         di Sala, che, mettendo in evidenza le loro qualità fino ad oggi
         nascoste, stanno dando fiducia e sprone ai giovani salesi e orgoglio ad
         una Comunità da tutti trascurata. Agostino:
         Tornando all’”ARIATELLA”, per comprendere il grosso lavoro che
         c’è dietro basta considerare che è
         di norma composto da : Il
         Maestro di Quadriglia; 8
         coppie di ballerini (+ 2 coppie di riserva); lo
         Scudiero palista; un
         Paggio; una
         Banda Musicale di 16 componenti Preparatori
         estetici (una costumista, una parrucchiera, una truccatrice); due
         Dirigenti Responsabili: per
         un totale di 44 componenti, tutti animati da uno spirito di
         volontariato veramente encomiabile. Mimmo:
         La Banda Musicale Città di Casagiove del maestro Pompeo Ferraro è
         affiatatissima, ha una bella divisa e gli strumenti classici:
         clarinetti, trombe, sassofoni, tromboni, rullante, grancassa. Anch’essa
         ci aiuta, con generosità, a svolgere il nostro volontariato. Di tanto
         la ringraziamo come ringraziamo i tanti salesi che non ci fanno mancare
         mai il loro sostegno dovunque andiamo.   |