Kylie Minogue & Golden Nek contro i mulini a "Wind"

di Angelo Agnisola


Non ho niente contro Kylie Minogue. E niente a favore. Mi è musicalmente indifferente. O meglio: mi sarebbe indifferente.Se non fosse che la mia potenziale atarassia è stata piegata da una forza superiore: i balletti (si fa per dire) delle veline. Mi è bastato sorbirmeli un paio di volte causa zapping distratto, o sorbirli come effetto collaterale della scelta consapevole di "Blob", per vedermi conficcato nella zucca quel ritornello appiccicoso e prealfabetico ("gna-gna-gna") da pop poppante, per di più corredato da uno statico mulinare di gomiti. Magari Kylie Minogue è pure una brava artista, che ha fatto dell'altro. Ma io - per riflesso - la associo allo "gna gna gna " coreografico propedeudico al Gabibbo. E sinceramente rimpiango il "Tuka Tuka". Ma fosse solo per le veline! La casa automobilistica Ford che sponsorizza la tournée di Kylie, ha scelto, come modello di riferimento per i concerti della pop-star, la "Ka". La motivazione è scontata, per quanto partorita da qualche cervellone dell'ufficio marketing: la macchina ha lo stesso "corpo" della cantante, "piccolo e sexy". In attesa (per la serie "se tanto mi da tanto") del nuovo tour di Pavarotti gentilmente offerto dalla Iveco Tir, e dei live show di Pupo, patrocinato dalle automobiline Polystil, mi chiedo se e quanto lo sponsor condizioni prestazioni, contenuti e stile, in una parole (grossa) la poetica, di un artista. Ma forse sono le mie solite ubbie antimoderne. In fondo, chi può dirlo? Magari "Ka"ylie Minogue accessoriata di airbag, abs e portapacchi, sta benissimo!
Eppure non riesco a capire come può un artista legare la sua immagine e, ancor più grave, le sue canzoni ad un marchio. Cantanti ridotti a piazzisti, asserviti alla pubblicità, strumenti dei consigli per gli acquisti, "spottanati e contenti". Pensiamo al pioniere dei testimonial! Lui, il collant-roker, la pop-star più in gamba (letteralmente), il vocalist non dei miei stivali ma delle altrui calze: insomma Nek, il profeta delle Golden Lady. Eccolo, nel commercial d'epoca rispolverato da qualche creativo in crisi di creatività, dimenarsi sul palco a mò di frontman maledetto la cui inimitabile voce "alla Sting" modula la propria resa incondizionata al logo che lo finanzia:"I'm lost without you!" Senza quel marchio è perso. Sarà. Ma potrebbe passare a magnificare le virtù della telefonia mobile: perché non capitalizzare il suo nome da cellulare? 
Ma ora basta, non si può fare di tutta l'erba un fascio. La finisco con questa storia, prima che diventi un'altra idea fissa, una monomania. Ho convenuto <<malgrado tutto la musica, anche quella da classifica, è ancora emozione, sogno, evocazione>>. Così ho guardato "Top of the Pops": c'era Anastacia che cantava. Mi sono lasciato trasportare da quell'incredibile voce nera: ho visto in miraggio una cavallona australiana in top verde pisello che galoppando afferrava il testimone della staffetta trasformandolo poi in cellulare. Tatta- tatta-taratta-tà....

 

 

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