Arte: Feedback "Effetto di Ritorno" 

Al Centro  S.Agostino la mostra di Federico Vacca e Edoardo De Angelis

di Salvatore Esposito


Caserta, Maggio 2003 - Nell'ambito delle iniziative promosse dall'Amministrazione Comunale di Caserta, va segnalata questa interessante mostra che si è tenuta presso il Centro dei Servizi Culturali e Sociali di Sant'Agostino. Caratterizzata dalla creatività e dalla sperimentazione, Feedback, si pone nell'ambito di una ricerca che coniuga una precisa identità culturale alle problematiche reali. Il percorso della mostra si snoda attraverso sei stampe fotografiche lambda di Federico Vacca e il cortometraggio Autontimonùmenoi, per la regia di Edoardo De Angelis che si pone come appendice ed ideale completamento della via iconografica. Dote fondamentale di questo progetto è una estrema sensibilità di fondo che mostra come i due artisti casertani abbiano coniugato alla perfezione in un percorso sensoriale, due forme d'arte visuali. Le stampe fotografiche sono fuori dai normali canoni sia artistici che commerciali, così come il cortometraggio; è come se i due artisti abbiano tentato di nascondere sotto una coltre quasi impenetrabile, le loro percezioni, la difficoltà nel capire il loro percorso è solo di superfice, infatti osservano il tutto nel suo insieme si comprende come il loro messaggio, sia chiaro e delineato. Camminare attraverso la sala dell'esposizione delle fotografie è come l'inizio di un processo catartico, dove vengono proposte ad ogni immagine i terribili sintomi dell'ansia da ricerca verso un futuro incerto, una ricerca che porta ad un recupero di se stessi, perché senza una coscienza singolare e personale non c'è futuro. Amnesia, la prima delle sei fotografie è il simbolo di un annullamento momentaneo di tutto, di un estremo tentativo di azzerare per recuperare un sorta di pietas umana dimenticata. Sintomatica è No identity, la seconda, sfocata e imprecisa come un feedback di chitarra, non lascia presagire nulla che la fine di un identità personale precisa, quella che un giorno potrebbe portare gli uomini ad avere un solo cervello, la fine del singolo, la fine dell'identità personale. Venere è il recupero momentaneo della semplicità, in una bellezza che poi rivela falsa come è falso ed impreciso il suo riflesso nell'acqua. Sembra non esserci alcuna casualità in queste immagini, ognuna ha un preciso posto nella cifra stilistica di questa mostra, ognuna è perfettamente complementare all'altra, ed ognuna è un passo ulteriore verso la visione del cortometraggio. Decadente ed Fresh meat on Sale, sono due facce della stessa medaglia, il primo è la dimostrazione di come il maschio tenda ad abbandonarsi a se stesso chiudendosi nelle mura domestiche, la seconda invece è l'immagine della svalutazione dell'essere donna, il paragone che è nel titolo cioè carne in vendita, è quanto mai sintomatico. Sono queste le conseguenze finali del nostro modo di vivere? E' questa l'immagine della nostra fine? Qual è la nostra fine? Gli interrogativi molteplici assalgono, l'attento osservatore e A Way To Hell, mostra la via della fine, un lungo infinito corrodoio, chiuso, bruciante di dolore, sembra essere il simbolo di un cammino verso la fine che potrebbe costare molto all'uomo. Ancora frastornati dai colori accecanti, e con la testa zeppa di interrogativi, ci dirigiamo nell'area predisposta alla proiezione initerrotta del cortometraggio Autontimonùmenoi, è una visione ossessiva, pulsante, che va oltre i limiti dell'immaginabile, attraverso le immagini di De Angelis, si fa l'esperienza dell'estremo, dell'inconcludenza di ogni minima azione umana, di tutto e di niente, di pulsioni e reazioni, di assurdo e di vero. La verità la si conosce alla fine, quando un bianco accecante rapisce gli occhi e il filmato riparte. De Angelis, si ispira per questo corto ad un testo teatrale di Menandro, conosciuto da noi come Il Punitore di Se Stesso, qui ad autopunirsi sono tutti, ognuno chiuso nella mediocrità della propria unidimensionalità, il senso di pericolo nel preparare un semplice caffè al mattino, o l'autodistruzione a base di assenzio, sono i sintomi di un impellente bisogno di salvarci da un vivere quotidiano senza speranze di sorta. Nasce così una sorta di necessità da risposte che Edoardo con il suo corto non da, ma che ci lascia intravedere in una fine che sta per arrivare ma che è bloccata all'ultimo minuto. Sintomatica ed incisiva è anche l'immagine, di sicura reminiscenza classica, della Medusa che trasforma l'immagine in pietra, così come lo sguardo perso dell'uomo che guarda immobile un televisore spento, interpretato da Paolo Falco che rende con grande plasticità la precarietà dell'azione scenica, entrambe sono la dimostrazione della mancanza di punti di riferimento, entrambi sono gli estremi di una umanità di balia di se stessa. Il bianco improvviso, preceduto da flash e da immagini sovrapposte, segnano la fine, un finale privo di risposte, ma che carica il visitatore di interrogativi quasi senza fine. Di grande pregio è anche il lavoro fatto da De Angelis al montaggio del corto che rende perfettamente, attraverso sequenze spezzate e ricomposte di varie scene diverse, il senso di precarietà dell'uomo contemporaneo. 

 

Venere: Stampa Fotografica di Federico Vacca

 

Fresh Meat On Sale: Stampa Fotografica di Federico Vacca

 

A Way To Hell: Stampa Fotografica di Federico Vacca

 

Immagine dal Cortometraggio Autontimonùmenoi di Edoardo De Angelis

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





 
 

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