Arte: Mostra su Gaspar Van Wittel

Caserta, Palazzo Reale, 12 giugno - 14 settembre 2003

Comunicato Stampa


Caserta, Palazzo Reale, dal 12 giugno al 14 settembre 2003. La mostra monografica dedicata al pittore olandese ma naturalizzato italiano Gaspare Vanvitelli (Gaspar Van Wittel, 1652-1736), è di eccezionale importanza spettacolare e scientifica ed ha caratteri di assoluta originalità: si tratta infatti della prima mostra mai realizzata sull’artista, che è comunemente indicato dalla critica storico-artistica come il precursore del vedutismo settecentesco che ha nel Canaletto il suo più noto rappresentante. Data la particolare difficoltà di prestito delle opere, gelosamente conservate in illustri collezioni private, spesso fin dal momento in cui furono dipinte, la mostra non si era potuta realizzare prima.

Il progetto intende ricostruire attraverso circa 40 dipinti e una ventina di disegni gli aspetti più importanti della sua produzione; opere inedite o mai esposte in precedenza consentiranno di ripercorrere i suoi itinerari italiani tra Sei e Settecento attraverso panorami urbani oggi spariti o profondamente mutati, che le sue veduta ci restituiscono così come apparivano ai primi viaggiatori del “Grand Tour”.

Soggetto principale delle vedute di Vanvitelli fu senza dubbio Roma, dove l’artista si stabilì in occasione del Giubileo del 1675, negli anni cioè in cui la città assumeva la veste urbanistica e architettonica che conserverà, quasi invariata, fino alla fine dell’Ottocento: Vanvitelli la ritrarrà nei suoi aspetti più moderni e attuali secondo punti di vista e tagli prospettici del tutto inediti, avvalendosi di strumenti ottici nuovissimi, come la camera oscura, del cui uso fu il pioniere in Italia, e che già era usata al suo tempo, in Olanda, da Johannes Vermeer. In tal modo Vanvitelli influenzò in maniera determinante la pittura europea del suo tempo, preludendo alle ricerche scientifiche ed estetiche dell’illuminismo.

Un’ampia sezione della mostra è quindi dedicata a Roma nei suoi aspetti panoramici e monumentali e alla ricostruzione del paesaggio urbano, ormai radicalmente mutato, che si snodava lungo il corso del Tevere. Alcune vedute documentano invece i suoi itinerari nei dintorni di Roma. Il percorso espositivo è infatti arricchito dalle splendide veduta della zona dei Castelli Romani, dal Convento di S. Paolo di Albano alle vedute di Marino, Palo e Tivoli, alcune provenienti da importanti istituzioni museali italiane come la Galleria Palatina e la Galleria degli Uffizi.

I viaggi che negli ultimi due decenni del Seicento condussero l’artista in Lombardia e a Venezia, passando per Firenze e Bologna, sono ricostruiti attraverso sei dipinti: di particolare interesse sono le vedute di Venezia, tra cui la superba veduta del molo, della piazzetta e del Palazzo Ducale proveniente dalla prestigiosa raccolta del Museo Nacional del Prado di Madrid, con le quali Vanvitelli inaugura il vedutismo di soggetto veneziano.

Il soggiorno a Napoli, dove l’artista lavorò tra il 1699 e il 1702 al servizio del viceré spagnolo, il Duca di Medinaceli è infine documentato da quattro splendide vedute (provenienti dalla raccolta del Duca di Medinaceli) attualmente appartenenti a collezioni inglesi e spagnole per la prima volta riunite in una mostra e da una veduta della darsena di proprietà della Galleria Sabauda, eccezionalmente concessa per la terza tappa. Conclude la rassegna un piccolo gruppo di vedute d’invenzione.

I metodi di lavoro dell’artista e i suoi itinerari italiani sono documentati dai disegni preparatori, mai esposti, e raramente riprodotti in maniera adeguata, conservati presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

Le vedute di Gaspare Vanvitelli sono presentate secondo nuclei di interesse tematico e, ove possibile, raggruppate a seconda dell’antica provenienza. Una particolare attenzione è dedicata alle vedute eseguite a tempera su pergamena (generosamente concesse in gran parte dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma), tecnica peculiare dell’artista, che gli permetteva un’esecuzione minuziosissima dei dettagli e parimenti una splendente luminosità pittorica.

Tale progetto fin dall’inizio è stato concepito in modo da coinvolgere i luoghi più strettamente legati alla vita e all’opera del pittore olandese. Pertanto, dopo la sede romana del Chiostro del Bramante, dove la mostra ha ottenuto uno straordinario successo di critica e di pubblico suscitando peraltro un vivace dibattito scientifico grazie anche alle numerose novità interpretative contenute nei saggi in catalogo, la mostra è passata al Museo Correr di Venezia, dov’è attualmente in svolgimento fino al 18 maggio. L’edizione veneziana affronta il tema cruciale del rapporto di Vanvitelli con il nascente vedutismo nella città: la sua opera è qui affiancata e posta in relazione con quella di due emblematici rappresentanti di questo momento, il protovedutista Joseph Heintz ed il giovane Luca Carlevarijs.

La terza sede è stata individuata nella Reggia di Caserta che è la logica conclusione di un progetto itinerante che sarà realizzato nel periodo estivo, dal 12 giugno al 14 settembre.

L’esposizione casertana presenterà l’intera serie dei disegni che costituiscono il fondo acquisito dalle collezioni della Reggia di Caserta insieme ai disegni di Luigi e Carlo Vanvitelli.

Degli ottantuno disegni di Gaspar Van Wittel conservati a Caserta cinquanta possono essere considerati un corpus unitario per dimensioni, caratteristiche tecnico - stilistiche e scelte tematiche.

Questo primo nucleo, che verrà esposto in un'unica sottosezione, è particolarmente significativo considerando che si tratta di una sorta di “appunti di viaggio” relativi al primo soggiorno in Italia, datati al 1674.

I soggetti traggono spunto dallo studio dell’antico, classico e rinascimentale, e dalle riprese dal vero di paesaggi cittadini, figure “tipiche”, e semplici schizzi della città di Roma. Preziose immagini, di grande freschezza narrativa, impressioni di viaggio, che poi ritroveremo riportate integralmente ne dipinti ad olio che riproducono la città ed esposti in mostra nella sezione dedicata alle vedute romane. Il nuovo allestimento casertano prevede un rimando iconografico accanto ai dipinti per ogni citazione dai disegni conservati a Caserta.

E’ un modo giustamente didattico e scientifico, per ricontestualizzare i materiali pervenuti a Caserta e che la mostra monografica su Van Wittel permetterà di rileggere in maniera immediata.

La restante parte dei disegni casertani attesta la produzione del periodo napoletano (1699 - 1702) attestata a Caserta da soli cinque fogli.

Nel secondo soggiorno romano, che va dal 1703 al 1730, riprende la città di Roma, in particolare gli avvenimenti che la caratterizzano non più con l’occhio incantato del viaggiatore - artista e, anche, i piccoli centri del Lario e le città più amate, come Firenze e Venezia.

Frammenti poetici che anticipano le interpretazioni, tardo - settecentesche del Vedutismo straniero.

La mostra dei disegni casertani partendo dalla cronologia dei fogli già definita verrà suddivisa in tre sezioni che definiscono la cronologia delle opere e sei sottosezioni che ne indicano le tematiche.

Primo periodo romano

1) Studi dell’antico e di opere d’arte del Seicento romano.

2) Vedute di Roma.

3) Studi di paesaggio e figure.

Soggiorno napoletano

4) Vedute di Napoli e studi di figure (1699 - 1702)

Secondo periodo romano

5) Studi di figure e avvenimenti romani

6) Paesaggi e centri urbani della campagna laziale

 

Veduta della Reggia

 

 

Disegno dal quale è stata tratta la locandina

 

Veduta di Napoli dal mare

 

Roma, Trinità dei Monti

 

 

 

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