L’Orchestra di Piazza Vittorio: grande musica e messaggio sociale

Venerdì 30 Aprile al teatro Comunale di Caserta

Articolo di Emilio Di Donato / fotografie di Sergio Desiato


Grande suggestione e musicalità sono state espresse nel concerto che la "Orchestra di Piazza Vittorio" ha tenuto la sera del Venerdì 30 Aprile al Teatro Comunale di Caserta. 

Piazza Vittorio è la piazza principale del quartiere Esquilino di Roma, crocevia di circa sessanta diverse etnie; vi afferiscono strade pervase da motivi suonati e cantati da musicisti con retroterra culturali profondamente diversi, divenendo quindi un simbolo della convivenza etnica. In questo ambiente la associazione Apollo 11 e Mario Tronco, membro degli Avion Travel, nonché residente nel quartiere, hanno dato vita all'orchestra interculturale di Piazza Vittorio. Della Orchestra fanno parte quindici musicisti professionisti arrivati a Piazza Vittorio da ogni paese del mondo, e il repertorio che propongono è basato in gran parte sulle loro musiche tradizionali.

E che profumi, che colori, quante spezie abbiamo assaporato in queste musiche, generate in un luna park di dialetti e suoni, in cui le giostre sono i vari strumenti su cui suonano divertiti i musicisti. Il canto arabo del tunisino Housine At Aa apre magicamente il concerto, cui seguono il nobile liuto di Ziad Trabelsi, la calda voce e i flauti andini dell'equadoregno Carlos Paz, l'incredibile virtuosismo del rumeno Marian Serban al cembalo, le vivaci percussioni senegalesi di Papa Yeri e quelle dell'indiano Amrit, che ha inchiodato il pubblico con un assolo di Tablas che ha mostrato la sua mostruosa tecnica, la tromba del simpaticissimo cubano Omar Lopez che lavora insieme al sax del nostro Peppe D'Argenzio, i misurati archi gli archi della ungherese Ester Nagypal e dell'americano John Maida e la grande inventiva ritmica del contrabbassista romano Pino Pecorelli. E su tutti c'è la vigile direzione di Mario Tronco, mente e motore della Orchestra.

I brani sono vere e proprie suite musicali, che prendono spunto dai vari temi popolari delle terre di origine dei musicisti, e li dilatano in un caleidoscopio di stili in cui convivono magicamente ritmi balcanici ed africani, andini e cubani.

Afferma Mario Tronco: "Dalla finestra del mio appartamento sento musiche di ogni tipo, e la musica che porto sul palco è quella che ascolto quotidianamente dalle finestre di casa mia. Il mio suono familiare è ormai questo, vengo svegliato da ninna nanne del Bangladesh, e ascolto per le strade musiche e dialetti sudamericani e nordafricani.”

L'importanza della “Orchestra di Piazza Vittorio” è, oltre alla sua pregevolissima proposta musicale, nel suo profondo e dirompente messaggio politico e sociale; in tale versante afferma, non con le parole ma con i fatti, come la convivenza multietnica sia un bene prezioso, auspicabile e da incentivare; sul versante musicale invece realizza compiutamente, senza sbavature o forzature, un felice e colorato esempio di “world music”, in cui sistemi tonali e ritmici differenti creano insieme suggestioni tutte da esplorare.

La bravura e simpatia umana dei musicisti, espressa nel concerto casertano, è indiscutibile; ognuno si esibisce in un lungo momento di assolo, e così possiamo gustare la timbrica di strumenti poco noti nelle mani di coloro che li hanno conosciuti e vissuti nel giusto ambiente culturale, e sono capaci quindi di farli "suonare e parlare" con la loro vera voce, senza filtri di sorta.

Nel camerino, poco prima del concerto, Omar Lopez ci ha simpaticamente introdotto i vari musicisti, che hanno una gran voglia di divertirsi e di rappresentare al meglio il proprio paese anche tramite i suggestivi vestiti. Ho visto sorrisi sinceri e tanti abbracci.

Ne sono rimasto, come avrete ampiamente capito, veramente incantato: quella della ”Orchestra di Piazza Vittorio” è una esperienza innanzitutto umana, in grado di arricchire di riflesso anche chi la vive per poche ore da semplice spettatore.

fotografie di Sergio Desiato

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