Premiata Forneria Marconi: un gruppo sempre al massimo

Lauro (AV) - 1 Settembre 2004

Articolo e foto di Emilio Di Donato 


1 Settembre 2004. Finalmente, erano anni che desideravo rivedere dal vivo la PFM, e quando ho saputo, un’ora prima del concerto, che avrebbero suonato in piazza a Lauro (AV), nemmeno mezz'ora da Caserta, ho fatto una corsa col fiatone per poterli ascoltare, e ne è valsa la pena. La formazione con cui suona oggi la band è quella classica dei migliori tempi: Mussida (chitarra), Premoli (tastiere), Di Cioccio (batteria), Djivas (basso), Fabbri (Violino). Il concerto farebbe svenire qualunque appassionato di rock progressivo, in scaletta ci sono tutti i più bei brani del loro decennio d’oro (gli interi anni ’70), da “La carrozza di Hans” a “Suonare suonare”. 

Eccoli qui davanti. Per me che sono cresciuto a pane e musica rock, ognuno di loro è un mito per un differente aspetto. Franco Mussida è uno dei massimi esempi viventi di tecnica, cuore e talento chitarristico, ottimo compositore nonchè preside di una delle più affermate scuole di musica d’Italia; il suo arpeggio in "Dolcissima Maria" ancora mi commuove. Flavio Premoli è imitato da generazioni di tastieristi, per il suo uso originalissimo del moog, per la sapienza con cui sceglie i timbri e la vastità degli stili che domina, da jazz alla classica, impreziosito con un senso della “dinamica” (la capacità di dosare il tocco) e capacità di arrangiamento che aggiungono una bellissima dimensione “orchestrale” ai brani. Patrick Djivas è un vero maestro del basso, le sue frasi hanno la stessa dignità delle linee solistiche, un vero treno di musicalità. Franz Di Cioccio è un batterista impressionate, uno dei pochi il cui talento e fantasia possa essere associato a quelli di Phil Collins, Bill Bruford ed altri di livello mondiale. Lucio Fabbri è polistrumentista, ha un suono bellissimo al violino, ed è arrangiatore, produttore e sessionman di grido.

Il gruppo suona benissimo e con energia, anche i passaggi musicalmente più arditi sono suonati con assoluta naturalezza, Di Cioccio è il solito pazzerellone simpatico e coinvolgente di sempre, ed io sono contentissimo di potermeli godere da vicino. Le voci di Di Cioccio, Mussida e Premoli, che si alternano al canto, sono molto belle ma se avessero un cantante alla loro altezza (come è stato nel periodo con Lanzetti o quando accompagnavano De Andrè) ci troveremmo vicini al paradiso; che comunque ora non è così lontano.

Man mano che il concerto procede, mi meraviglio della totale assenza in scaletta dei loro ultimi lavori discografici. Come è mai possibile? Gli ultimi due dischi, “Sendipity” e soprattutto “Ulisse” sono dei veri capolavori, non hanno nulla da invidiare ai più blasonati dischi degli esordi. Perché non eseguirli, autoconfinandosi esclusivamente in una sorta di nobile “revival” senza mostrare il lato attuale e vitale della band, che non è assolutamente inferiore a quello dei loro esordi? Sicuramente è una scelta dettata dalla estrema popolarità dei brani più vecchi, conosciuti a menadito da tanti appassionati (tra cui il sottoscritto). Però visto che recentemente la PFM ha inciso un superbo DVD (il cui acquisto consiglio caldamente) registrato dal vivo in Giappone, che contiene praticamente tutti i brani degli anni ’70 che hanno reso famoso il gruppo nel mondo, penso che sia ora di portare in tour anche il nuovo repertorio. Per chi non conosce la PFM, il succitato DVD o il doppio cd “Live in Japan 2002” è una ottima occasione per avere in un solo colpo il meglio della produzione del più grande gruppo di rock progressivo italiano, suonato e registrato magistralmente.

La PFM rappresenta un pezzo importante di storia del Rock italiano, e ha nel mio cuore un posto tutto speciale essendo una della mie band preferite di tutti i tempi, e secondo la mia opinione è la più grande realtà musicale che l’Italia abbia avuto negli ultimi 40 anni. E la cosa che li rende assolutamente unici è che oggi sono estremamente vivi, prolifici e musicalmente accattivanti, a trentadue anni dall’esordio discografico (avvenuto nel 1972) e a ben quaranta anni di distanza da quando, prima col nome di “Grifoni” e poi di “Quelli”, suonarono nei dischi di Battisti, Mina, De Andrè, Equipe 84, Dik Dik e tanti altri, ovvero della crema assoluta della musica anni ’60 / ’70. Consiglio a tutti coloro che hanno una rock band di leggere il bel libro di Franz Di Cioccio “PFM, Due volte nella vita” della Mondatori, che descrive con molta vitalità la lunga storia del gruppo.

È bello vedere che questi “mostri sacri” scelgano di essere ancora “on stage” dopo tanti anni, e con tanta vitalità; vi consiglio di goderveli prima che decidano altrimenti; il music business, che con i suoi investimenti pubblicitari pilota e condiziona in modo assoluto i gusti e le scelte d’acquisto dei giovani, è profondamente ingiusto e da tempo non investe nemmeno un centesimo su chi non abbia cosce e tette da mostrare in videoclip.

 

 

Fotografie di Emilio Di Donato
©  casertamusica.com  2004

 

 

 

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