Anno 2003 - L’inferno Di Dante” (Amore, frode, tradimento)

Caserta, Giardini della Flora – 4 Settembre 2004

Comunicato Stampa di Giovanni Gallo


Associazione Culturale “Diotima”, Sezione Teatrale “L’alt(R)o Teatro”, presenta “Anno 2003 - L’inferno Di Dante” (Amore, frode, tradimento)

Assolutamente attuale è ri-proporre, oggi, la “commedia” di Dante Alighieri: il “viaggio” che conduce verso la Verità eterna, passando attraverso la selva oscura del peccato. La metafora della “Commedia”, la purificazione della vita e del mondo che “volger si devono verso la Luce Etterna, verso uno stato di felicità”, come inizialmente recita l’attore, non solo è attuale , ma rispecchia l’universalità delle debolezze umane presenti trasversalmente in tutta la storia della cultura occidentale.

Attraverso alcuni luoghi della prima Cantica della “Commedia”, Giovanni Gallo, con il piacere e l’emozione, per una sfida personale, ci porta a vivere i versi classici tra i più belli della storia letteraria italiana in un incontro che va a ritrovare le motivazioni della pagina letteraria al di fuori di essa, nel diretto ed immediato rapporto comunicativo tra interprete e spettatore.

La storicizzazione, poi, pur necessaria, è lasciata alla libera interpretazione dello spettatore che si troverà avvolto suggestivamente e co-involto in alcuni momenti del viaggio nell’Inferno dantesco.

Questi i “luoghi” dell’Inferno visitati dallo spettacolo:

Il secondo cerchio (V Canto dell’Inferno), ove son dannati i peccator carnali “che la ragion sommettono al talento”. Quivi, lo spettatore incontrerà Paolo e Francesca con la loro vicenda d’amore che ha commosso intere generazioni nelle varie epoche della nostra cultura e assisterà alla ricostruzione scenica della vicenda. La condanna all’eterna unione, percossi dalla “bufera infernal”, dei due cognati peccatori, amanti, si esprime attraverso la preghiera e il pianto di Francesca che, con i più elevati versi d’amore della letteratura occidentale, coinvolgerà ed emozionerà lo spettatore vivo.

L’ottavo Cerchio dell’Inferno, l’ottava Bolgia (Canto XXVI dell’Inferno), ove son dannati i consiglieri fraudolenti. Qui la metafora è assolutamente attuale per la “frodolenza” in cui mena il mondo moderno. Ma è anche un’incitazione ad ex-sistere (andare oltre, uscir fuori dalla condizione in cui si vive) e non in-sistere (stare fermi, inerti): “Chi inerte esita, non ha più tempo”, dirà l’attore rivolgendosi ad un pubblico già coinvolto in una suggestione che lo ha trascinato con incanto nello straordinario Universo dantesco. Quivi, lo spettatore vivrà il “folle viaggio” di Ulisse oltre le Colonne d’Ercole, la sua sfida oltre i confini segnati all’uomo.

“Ove Ercule segnò li suoi riguardi,

acciò che l’uom più oltre non si metta”

Il nono Cerchio (XXXIII Canto dell’Inferno) ove son dannati i traditori della Patria e della propria parte, l’allusione è alle vicende politiche e alle infamie dell’epoca. Quivi, si assisterà alla triste vicenda del conte Ugolino. Anche qui, lo spettatore si sentirà coinvolto e “chiamato in causa”.

Infine, la fuoriuscita di Dante dall’Inferno, sempre guidato “da lo suo maestro”, a ritornar a riveder le stelle.

Dante, l’italiano Dante, come straordinario narratore non solo del suo tempo, ma precursore dell’epoca moderna e contemporanea, è, a ragione, considerato come “l’ultimo poeta del Medioevo e il primo dell’epoca Moderna”: un’epoca che volge ormai al tramonto. “Sara’, di nuovo, l’Italia a darci un nuovo Dante che preannuncera’ l’alba di una nuova era?”

E’ un’opera teatrale questa la cui sfida interpretativa è ardua e subordinata alla “partecipazione” del pubblico co-involto. L’attore, anche autore e regista, osa, nel pieno rispetto dell’immortale “Commedia”. e ………….. allo spettatore l’ardua sentenza!

La rappresentazione è accompagnata da 2 passi a due di danza classica, da musiche originali e da un percorso in cui alcuni attori in costume, recitando versi e rappresentando scene di Canti dell’inferno, accompagneranno ed introdurranno lo spettatore allo spettacolo.

Interpreti: Giovanni Gallo, Imma Allocca, Luigi La Peruta, Giuseppe Marotta, Manuela Borrelli, Valeria Giunta. Scenografia: Ivo Grillo. Coreografie: Cinzia Marchitto, Ivan Goliandin. Musiche ed effetti sonori: Donato Cutolo (“Nomia”). Acconciature e Trucco: Arianna Dell’Aquila , Antonietta Moretta. Costumi: Sartoria “Mani di Fate”. Tecnico dei suoni: Valeria Giunta. Sceneggiatura e regia Giovanni Gallo

 

 

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