Platone e la scoperta dell’anima: conferenza al Duomo di Caserta

Un discorso breve, efficace, coinvolgente quello di Massimo Cacciari; un’interpretazione sofferta, drammatica della morte di Socrate quella di Carlo Rivolta.

Articolo della prof.ssa Raffaella Pagliaro, foto di P. Di Donato


Venerdì 8, alle 18:00, a Caserta, nel Duomo, si è tenuta una conferenza-spettacolo sul problema dell’anima nella visione di Socrate e di Platone.

Cacciari e Rivolta hanno ripercorso, attraverso una sapiente scelta dei testi platonici, tutto il travaglio morale ed intellettuale che porta Platone ad affermare la necessità di accettare per fede – quasi per scommessa- il concetto dell’immortalità dell’anima, anche se questa immortalità non può essere dimostrata.

Il lungo discorso che Platone fa pronunciare al suo maestro prima che beva la cicuta e che è stato magistralmente reso da Carlo Rivolta, ha fatto di Socrate un uomo del nostro tempo, nella sua inchiesta sul senso della vita e della morte, nella speranza di sopravvivere e, al tempo stesso, nella paura di un “al di là” che ci angoscia, perché lo ignoriamo.

Socrate è diventato uno di noi, pellegrino alla ricerca di verità, che non è affidata alla pura logica o alla scienza, ma a quanto di più vero ed impalpabile è dentro ognoi uomo e ne costituisce l’essenza, la vera identità: l’anima, questo soffio leggero, invisibile, principio di vita che – “per la contraddizione che nol consente”- non può sottostare alla morte. La morte stessa non è che l’”escaton”, l’ultima tappa del nostro esistere, che, liberando l’anima dalla prigione del corpo, apre orizzonti di un’altra ignota vita

Massimo Cacciari

 

 

 

 

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