Dipinti e ceramiche di Michele Roccotelli

S. Maria C. V. (CE) - dal 10 al 30 Ottobre 2004

Comunicato Stampa di Maurizio Vitiello


Domenica 10 ottobre 2004, alle ore 11, sarà inaugurata la mostra, curata da Maurizio Vitiello, intitolata "Dipinti e ceramiche di Michele Roccotelli", al Centro Culturale Il Pilastro, Via Roberto d?Angiò n. 56, Santa Maria Capua Vetere (CE).
Alle ore 11.30, introduzione di Gennaro Stanislao, Presidente dell?Associazione Culturale Il Pilastro ed intervento critico di Maurizio Vitiello, docente dell'Università Popolare di Napoli.
Orario: lunedì-sabato 10-12/18-20; domenica e festivi per appuntamento (tel. 0823/84.45.19).

L amostra resterà aperta fino al 30 ottobre

Scheda della mostra a cura di Maurizio Vitiello

Ancora una volta Michele Roccotelli ritorna in Campania e, questa volta, sarà, di nuovo, ospite della Galleria Il Pilastro di Santa Maria Capua Vetere, diretta con passione ed entusiasmo da Gennaro Stanislao, che ormai si dedica a tempo pieno e con ampia e netta soddisfazione al mondo delle arti visive contemporanee.
Certamente i dipinti e le ceramiche di Michele Roccotelli tentano ed ammiccanti e freschi si offrono.
Si pongono, fondamentalmente, quale prova pittorica, dinnanzi agli occhi dei fruitori, per farsi ammirare, apprezzare e conciliano anche il tentativo di far conoscere una terra, quella pugliese, calda, storica, aperta.
Michele Roccotelli, artista "globetrotter", viaggia per il mondo e lo si riconosce nelle varie fiere d'arte nazionali ed estere con quel suo caratteristico zucchetto, che indossa con disinvoltura; meriterebbe d'appellarsi lo "zucchetto murgese".
Zampillano nelle sue decise elaborazioni sorgive connotazioni e risolti contorni e vivono le "macchie" indelebili della Murgia, dove il sole carica di luce l'atmosfera e inonda ogni cosa, e la brezza leviga.
Da primati privilegiati a momenti vissuti la materia pittorica, lanciata in abbreviate corse, incontra lame di luce.
Tra lamentazioni pagane e precipitati cristiani si dispone una pittura, densamente ordita, che sa separare scorie, residui e detriti da lucenti frammenti.
L'artista con un essenziale rapporto quotidiano, sensitivo e intellettivo, con l'ambiente cerca di riprendere composite tessiture e magnetiche sensazioni.
Magiche suggestioni visive, tattili, olfattive si propagano sulle tele e sulle ceramiche in riverberi e in riflessi di partecipazione panica ed alimentano una percezione visiva che sfiora o richiama stimoli sensoriali.
Guidando la forza dei mescolamenti, di cui è abilissimo moltiplicatore, amalgama l'immersione panica a un eden ritrovato.
Grazie ad attraversamenti segnici e al canto del colore, coniugato con qualificate amenità, nutre di estese vibrazioni vitalissimi segni, che palpitano di materia.
La pittura di Michele Roccotelli s'espande come tendenza corporale e sedimentazione memoriale e trova asilo raffinato anche nelle ultimissime singolari plastiche, trattate con procedimenti ceramici.
Nella varietà di passaggi pittorici di Michele Roccotelli sfilano oltre alle assolate campagne o alle fertili distese o alle radicate coltivazioni dei distretti rurali anche le dimensioni urbane, trattate con inequivocabile gran mestiere attraverso rapide sezioni verticalizzate e sovrapposte griglie, sostenute da materie coloristiche audaci, piene, convinte, talvolta cangianti, ripartite sabbie e rivalutate carte mentre forti aneliti ed umori informali, d'estrazione e significazione naturalistica, grazie a cromie spinte e a gesti calibrati, segnano una regione, rotolano fantasia nell'invenzione dello spazio e classificano e reinventano tracce dell'uomo e dei suoi passaggi espressivi e sapienziali.
In fondo, ripropone modulazioni cromatiche, andamenti orografici, precipui agro-interessi, peculiarità architettoniche, sostanziati arcani ed assortiti, complessi e differenti vissuti della Murgia.
Il passionale sentimento della pittura di Roccotelli riesce a raccogliere soglie accoglienti della visione della propria terra, con tutte le variegate particolarità, in una liberata ed armoniosa gestualità, tra minute rifrazioni, volute e contenute interferenze ed inseguite trasparenze, che aumentano la fermentazione reticolare di coordinate segniche, cromatiche ed energetiche.
Catturare l'anima del paesaggio, con i suoi contorni e i suoi dettagli, non è compito facile, ma nessun affanno compositivo colpisce la mano rapida e felice dell'artista, che evita abusi di colore.
Il suo saggio processo di osservazione viene convertito in un affidabile contesto di tele o viene siglato in un?efficace riplasmazione propositiva, assicurata da folgoranti accenti coloristici che impressionano spigliate, sciolte e filanti stesure su terrecotte e ceramiche, che consegna stupefazione.
La produzione di Michele Roccotelli, in tecnica mista su tela e pittorica vascolare, condensa un viaggio estetico mirato a motivare una valorizzazione d'appagamento di livello estatico.
Sembrerebbe slittare fuori del tempo la pittura di Michele Roccotelli, ma non è cosi; tutte le tele rispondono ad un diarismo pittorico.
Radici e visioni s?assommano non per rappresentare, ma per costituire un approccio, in parte inedito, con il proprio mondo gravido di "genius loci".
Sostrati e citazioni non vivono distacchi nella pittura di Roccotelli, anzi sono elettivamente coinvolti.
Il peso istintivo ed emozionale è promosso da un sogno cromatico irruente, mentre dettati mentali ed acquisizioni capitali vengono rilasciati da avvedute redazioni.
Da un lato, quindi, è corroborata una capacità visionaria, mentre, d'altro canto, viene dimensionata una pagina a più veli evocativi, in cui minime incidenze frattali e rilevanti sequenze si posano e generano una sovrabbondanza di possibili letture.
Questa pittura, intensamente preparata, accuratamente costruita, intelligentemente articolata, finemente motivata, avvertita di umori antichi e di segnali contemporanei, in cui si conglobano sicuri affetti e graffianti effetti, tra distribuite ed accorate meraviglie, non rientra in un'accentuata categoria, né in un ambito codificato, ma nella disciplina delle emozioni, che definisce una sua "cifra".
Dalla personalissima "cifra" di Michele Roccotelli emerge, oltre alla stesura di un lungo episodio pittorico, una vicenda originale, che corrisponde all'abile registrazione di entusiasmi e di proiezioni esistenziali.
Elaborazioni paesaggistiche e dettati architettonici del territorio pugliese, pluralità segniche scaturite dal dominio degli affetti e dall?imperio della storia, sveglie e concilianti emozioni si raccolgono e si distendono nel vitale registro cromatico scelto ed eletto da Michele Roccotelli, che non si stanca mai di stupire e di stupirsi.

 

 

 

 

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