Accordi in sei corde – Ricognizione: Gigi De Vito e Marco Sfogli

Caserta – 10 Marzo 2005

Articolo e foto di Angelo Agnisola


Giovedì 10 Marzo. Continua la rassegna . “Accordi in sei corde – Ricognizione”, dedicata alle chitarre della nostra provincia, promossa dall’ Ass. cult. Cambio de Sentido e dal portale casertamusica.com. Questo giovedì, all’interno del programma radiofonico “Cambio de Sentido Inflight” (New Radio Network 89.8 fm) abbiamo incontrato le chitarre elettriche di Gigi De Vito e Marco Sfogli. Gigi De Vito Soprannominato il “DeViaTo” per il suo originalissimo modo di suonare la chitarra, ha studiato per lungo tempo da Gianni Martini, chitarrista per anni al fianco di Giorgio Gaber. Trasferitosi da Napoli a Caserta, inizia a suonare con molte cover bands locali, entrando poi a far parte della Sezione D’Urto. Dopo una breve esperienza teatrale che lo ha portato a recitare al Teatro Stabile Bellini di Napoli, con una compagnia di attori dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, inizia, con la SDU, un’intensa attività live, partecipando a diverse competizioni, e vincendo le più importanti, quali il Caserta on Stage 2001 ed il Royal Rock Festival 2002. Ha partecipato due volte al Leuciana Festival. Attualmente studia privatamente con Mimmo Langella. Marco Sfogli, figlio d'arte, collabora con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, con loro ha suonato in numerosi teatri italiani ed esteri partecipando a 2 edizioni del Festival di Recanati, nel 1998 e nel 2000. Ha partecipato al concorso Best guitarist of the web organizzato dalla Music Man su internet, classificandosi terzo nella classifica Blues e decimo nella classifica generale con un altissimo numero di download del brano in concorso. Nel Giugno 2001 vince il primo premio come miglior chitarrista al SolMusic di Palermo, come chitarrista degli Statico Dinamico. Ha collaborato, tra gli altri, con 99 Posse, Ivan Cattaneo, Marco Fasano. Nell’Ottobre 2004 è stato a Toronto – Canada - per registrare il disco solista di James LaBrie, cantante dei Dream Theater.

Angelo Agnisola: Iniziamo la nostra chiacchierata cercando di analizzare, per vie generali, il movimento chitarristico della nostra provincia.
Caserta città a sei corde…suona bene no?
Gigi De Vito: Suona bene e anche troppo! A Caserta siamo troppi chitarristi. Ti faccio un esempio veloce. Decidi di mettere in piedi un gruppo, cinque elementi, 2 chitarre, basso, batteria e voce. Basso? Batteria? Voce?...e dove sono? Finirai per accontentarti del tuo trio…di chitarre, appunto! C’è da dire però che da una così alta concentrazione di chitarristi sono usciti fuori ottimi nomi, penso a Elvezio Fortunato, Panico, Guarino, Condorelli, tanti nomi di altissimo livello, ma solo chitarristi. Anzi, a titolo di cortesia personale vi chiedo di organizzare rassegne anche sugli altri strumenti, così ci fate lavorare. Altrimenti siamo tutti chitarristi, disoccupati e ognuno suona a casa sua.
Marco Sfogli: Concordo pienamente su quanto ha detto Gigi. A Caserta ci sono tantissimi chitarristi, e la cosa ancora più importante è che sono tutti molto bravi. Sicuramente si può parlare di “Caserta città a sei corde”. Potremmo anche invitare la commissione urbanistica del Comune di Caserta a intitolare alla “Sei Corde” una piazza o una strada della città. “Piazza Sei Corde”, suona bene!


Angelo Agnisola: Voi suonate rock. Com’è recepito questo linguaggio artistico nella nostra provincia? C’è cultura musicale ?
Gigi De Vito: La risposta si può sintetizzare distinguendo due tipologie di persone. Alla prima appartengono tutti quelli che seguono la massa, per la serie vado nel locale che si porta, dove c’è gente, magari rimorchio. C’è, poi, una buona fetta di persone propense all’ascolto della musica dal vivo e attente alle nuove proposte “musicali” che nascono in provincia. Basti pensare al successo di manifestazioni come il Royal Rock Festival o il Caserta On Stage dove, indipendentemente da chi suonava, c’erano migliaia di ragazzi. Di base c’è una certa tendenza ad ascoltare il rock, a seguire gruppi nuovi che propongono musica propria, e che, quindi, si mettono in gioco promuovendo musica originale. E questo è un fattore molto importante se pensiamo che a Napoli la maggior parte dei locali rock propongono solo Tribute Bands.
Marco Sfogli: Innanzitutto devo dire che per me è un po’ diverso analizzare la cultura musicale della nostra terra . Io la musica la vivo in casa da quando sono nato. Partendo da questa condizione fondamentale e particolare sono cresciuto ascoltando musica della tradizione, della cultura e anche di contaminazione perché il discorso che oggi sta portando avanti la Nuova Compagnia è anche un discorso di contaminazione con le culture di altri paesi, non ci si limita a prendere e a “copiare” pezzi della nostra tradizione, ma c’è un progetto più ampio che comprende un importante lavoro culturale di rielaborazione. Per la mia esperienza posso dire che c’è una buona cultura musicale nella nostra provincia. E’ anche vero però che la maggior parte della gente è legata ad un consumo distratto della musica, i più vogliono ascoltare musica commerciale, quella che ci propinano radio e televisioni, musica per lo più legata ad operazioni di marketing musicali.


Angelo Agnisola: Però i grossi nomi della musica casertana si sono sempre contraddistinti per progetti culturalmente molto validi, lontani anni luce dalla musica di largo consumo…
Marco Sfogli: Questo accade perché Caserta non ha l’appoggio di grosse etichette, non ha molti circuiti. Dalle nostre parti non sono impegnate energie in tal senso. C’è un circuito enorme attorno alla musica che noi neanche immaginiamo. Ed è per questo motivo che i grossi artisti quando fanno tournee nel Sud Italia vengono a chiamare noi, perché costiamo poco e siamo professionisti.


Angelo Agnisola: Gigi, tu suoni la chitarra elettrica e sei anche uno studioso di questo strumento, inoltre collabori con Axe Magazine una delle più importanti riviste specializzate sulle sei corde, in qualità di moderatore del loro forum. Domanda bruciapelo. Qual è la prima cosa importante da sapere sulla chitarra elettrica?
Gigi De Vito: Che è uno strumento giovane. La Fender Stratocaster ha compiuto da poco 50 anni e rappresenta la prima “solid body” che sia mai stata costruita. I chitarristi jazz di un tempo suonavano con dei “manici di scopa” che oggi sarebbero improponibili. Ti racconto un piccolo aneddoto che si può ritrovare anche nel film di Whoody Allen Accordi e Disaccordi. Un tempo le chitarre jazz non avevano nel manico il metallo, il trass road quindi, per mantenere teso il “pezzo di legno”, si usavano le corde della chitarra.Vi lascio immaginare la durezza che ne conseguiva. La conclusione è che siamo immensamente felici di suonare nell’era tecnologica che ha aiutato la musica non poco.


Angelo Agnisola: Marco, sei appena tornato da Toronto dove hai preso parte alla registrazione del nuovo album di James La Brie, leader dei Dream Teather nonché tuo idolo da sempre. Con lui partirai a breve per una tournee europea. Come è stata possibile una tale collaborazione e soprattutto come l’hai vissuta?
Marco Sfogli : Direi che è nato tutto per gioco. Un mio amico di Palermo mi passò il contatto di chat del tastierista Matt Gillory, incominciammo a parlare e a scambiarci mp3. Lui era molto preso dal mio modo di suonare la chitarra e ci eravamo ripromessi di fare qualcosa insieme. Verso la fine di Luglio mi arriva questa proposta che ancora oggi mi sembra incredibile: “il chitarrista che doveva venire non è più disponibile, ti farebbe piacere…?”. Rischiai lo svenimento!


Angelo Agnisola: Appena arrivato lì quali sono state le tue prime sensazioni?
Marco Sfogli: Non credevo ai miei occhi. Ho avuto un trattamento magnifico, pensa che non mi hanno permesso neanche di aiutarli a scaricare gli strumenti per paura che mi facessi male le mani. All’inizio è stata dura, la paura era tanta; ti trovi di fronte il personaggio che hai in poster sopra il letto e pensi: ma io qui cosa c’entro, che ci sto a fare! Poi loro mi hanno messo a mio agio, mi hanno dato tutto ciò di cui avevo bisogno e così mi sono sciolto e ho dato il mio contributo nel modo migliore che sapevo. Spero che questa esperienza, unica nella vita di un artista, mi faccia aprire delle porte per realizzare qualcosa di produttivo anche qui.

Per maggiori informazioni e contatti: www.marcosfogli.com; www.gigidevito.com

 

Da sinistra: Paolo Gallina, Gigi De Vito, Angelo Agnisola, Marco Sfogli

 

 

 

www.casertamusica.com e www.locali.caserta.it. Portali di musica, arte e cultura casertana  
Mail: redazione@casertamusica.com; Articoli e foto ©  Casertamusica.com  1999 / 2006
In assenza di espressa autorizzazione è vietata la riproduzione o pubblicazione, totale o parziale, degli articoli.