Mostra Barbaro-Pozzuoli: light@codiceabarre

Capua(CE) – 7 Aprile 2005

Comunicato stampa di Maurizio Vitiello


Giovedì 7 aprile 2005, alle ore 18.30, a Capua (Caserta) alla Libreria Guida in corso Gran Priorato di Malta, 25 (Cortile Palazzo Lanza) verrà inaugurata la mostra, organizzata e curata da Maurizio Vitiello, intitolata "light@codiceabarre", con opere multimediali di Ciro Barbaro e con le sculture di Anna Pozzuoli.
La mostra è visitabile sino a giovedì 28 aprile con i seguenti orari: 9.30 – 13.00/16.30 – 20.30; domenica e lunedì mattina: chiuso.

Nota della mostra a cura di Maurizio Vitiello

Da giovedi 7 e sino a giovedì 28 aprile 2005 esporranno nella mostra “light@codiceabarre” due interessanti artisti alla “Libreria Guida” di Capua, ben pilotata da Giuseppe Bellone: la brillante e seria operatrice plastica Anna Pozzuoli ed il bravissimo e consolidato Ciro Barbaro, che prima operava a Reggio Emilia.
Iniziamo la nota critica focalizzando la nostra attenzione sulle ultime opere di Anna Pozzuoli, artista che è attiva da oltre venti anni, non solo in “Terra di Lavoro”. Ora sta raccogliendo i frutti del suo agire.

Anna Pozzuoli è una giovane artista che si sta, difatti, facendo strada, perseguendo con tenacia l’attenta lavorazione delle sue elaborazioni. Le sue sculture risultano essenze rastremate da un codice linguistico abile ad invadere lo spazio. Alle sue sculture ed installazioni riserva una dimensione ludica, quasi vogliano accogliere grandi e piccini. Anna Pozzuoli non indica e né suggerisce forti spessori nella materia trattata, ma tratta il sottile, la rarefazione e, quindi, gioca a sviluppare attendibili leggerezze.
Tutto è concepito quasi che l’artista volesse far navigare nello spazio, senza far percepire ostacoli, alle sue dinamiche plastiche.
Tra spirali ed aggettazioni si dividono i corpi plastici, trattati con intelligente maestria operativa.

Ora passiamo a Ciro Barbaro che ieri sperimentava ed oggi continua a sperimentare, in modo completamente diverso, senz’altro, ma con esiti indubbiamente efficaci.
Ieri organizzava opere di sapore "informel" e per mantenere unite le sue composizioni, non volendo far uso di colle, né sintetiche e né animali, spillava gli spessori materici, che andava a selezionare, e, poi, per estrema ratio, faceva passare sotto macchine industriali avanzatissime le sue elaborazioni per farle uscire "sotto vuoto spinto". Venivano, così, fuori opere ben compresse e leggibili sotto una plastica trasparente.
Le opere di Ciro Barbaro venivano, quindi, considerate determinazioni estetiche, seppur anomale, di grande interesse e di fine intrigo ironico. E nel panorama dell’arte contemporanea di fine sec. XX i lavori di Ciro Barbaro risultavano di specifica valenza.
Queste opere le realizzava a Reggio Emilia ed oggi, che si divide tra la tranquilla Caserta e l’amata Sicilia, concretizza ben altre accezioni visive. Sorprenderà, senz’altro, quest’ultima sua ricerca, tutta tesa a verificare combinazioni telematiche. Sperimentando e sperimentando dinnanzi al computer, spendendo ore ed ore notturne, è riuscito ad immagazzinare la fotografia di un proprio lavoro, un quadro della serie "BrutArt", nelle linee del "codice a barre". Il "codice a barre", che è rintracciabile su quasi tutti i prodotti, si configura in una rapido rettangolo con una sequenza di ravvicinati e brevi segmenti neri, più o meno spessi. Una penna ottica può leggere il "codice a barre", che serba una memoria, e vengono, così, i dati conservati elegantemente trasferiti e/o riportati in un elaboratore elettronico e, così, si potranno aggiornare, ad esempio, entrate o uscite di un prodotto di un supermarket. Tra il "codice a barre" e il computer c’è feeling e la via di trasmissione avviene, con il prelievo dei dati, tramite la penna ottica. Chi avvicina la penna ottica al primo "codice a barre" inserito in un album che Ciro Barbaro gelosamente rigira tra le mani e la strofina, con un brevissimo ed accorto andirivieni, vedrà comparire sul videoterminale l’immagine di un’opera dell’artista, che, poi, può essere ulteriormente amplificata. grazie ad un particolare proiettore, su un grande schermo. Un bel giorno, se ne avessimo voglia, potremmo modificare le immagini alle pareti dell’ufficio o dello studio, e consolidare una propria voglia estetica o una propria galleria personale, regolandoci con una penna ottica per toccare un solo "codice a barre", ma anche di più. Quindi una pittura di Ciro Barbaro può essere letta grazie anche ad un procedimento tecnologico avanzato, ma andiamo a considerare la sua ultima produzione. Ciro Barbaro, fondamentalmente, si diverte, oggi, a dipingere principalmente possibili ritratti femminili. Che sia "Giulietta" o "Lorenza", il soggetto femminile che ritrae, non ha importanza per il nostro artista, ma diventano necessarie, significative ed utili colorazioni vive, violente, fortemente cangianti, vivide e liberatorie, nonché segni tracciati, con efficacia, motivati da un’energia febbrile, quasi eccitata, di tono e vigore espressionistico. L’artista senza esitazioni, senza preamboli, senza raffinatezze, senza calligrafismi e senza problemi stende impalcature di visi sulle tele, formulate con segnature estreme, su cui spiccano cromatismi accesi. Le elaborazioni di Ciro Barbaro solleticano l’occhio e sollecitano una fruizione diretta. Anche il vezzo di scrivere sulle tela con un segnaletico, forte ed incidente bianco vari riferimenti, titolo, soggetto, firma e un ironico "BRUTART" rende ogni opera di Ciro Barbaro una legittima interrogazione, commovente nella sua icasticità. perché fortemente rappresentativa e prosciugata di retorica. Una chiara vena inventiva, senza lacci e priva di congetture, emerge. E’ una pittura che osa distinguersi. Le figurazioni dell’operatore risultano sincere, dirette, anche se venate da interrogativi umorali, e di netta partecipazione moderna, perché evidenziano con tratti spezzati e duri, eppur diligentemente veloci, squarci e contesti di vita. L’artista, con redazioni pittoriche incisive e notazioni rapide, riesce ad assumere una posizione propria e certa, agganciata, comunque, ai solchi di ambiti espressionistici. La pittura-pittura di Ciro Barbaro, che snoda sequenze ed inquadrature di bionde, di brune, di rosse, raccoglie un universo femminile, straniato e, nel contempo, ironico. La mano dell’artista, con particolare lucidità, lancia e regola con il pennello, imbevuto di acrilici, facce femminili "sopra le righe", nude nella loro clamorosa lucida dissociazione e lampeggianti come semafori esistenziali.
In conclusione, l’operatività di Ciro Barbaro è sempre più considerata da attenti critici, non solo della regione campana.

 

Anna Pozzuoli (dx), Giuseppe Bellone e Ciro Barbaro nella saletta eventi della Libreria Guida di Capua

 

 

 

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