Chitarre casertane: Nicola Ferrara

Intervista effettuata nella 10° puntata di Accordi in sei corde - Ricognizione, su New Radio Network 89.8 fm

Intervista di Angelo Agnisola / Cambio de Sentido


Nella dodicesima puntata di Accordi in Sei Corde incontriamo un altro nome noto del panorama chitarristico della nostra provincia: Nicola Ferrara

Angelo: Cominciamo la nostra chiacchierata parlando delle tue sei corde. Un percorso artistico caratterizzato da un profondo amore per la musica country e per il blues. E’ corretto considerarti un chitarrista acustico? 
La chitarra acustica è ancora oggi lo strumento che prediligo. Iniziai a suonarla quando ero ancora un bambino. Nicola: Erano gli anni in cui dedicavo i miei studi essenzialmente alla musica country. Più tardi, comprai una Fender Stratocaster e iniziai a suonare blues e rock, ma l’amore per il country e per la chitarra acustica non mi ha mai abbandonato.

Angelo: Come è avvenuto l’incontro con questo strumento? Perché proprio la chitarra?
Nicola:Sono un chitarrista autodidatta. Mi sono appassionato ascoltando i miei amici che suonavano, ma l’amore per la chitarra è nato spontaneamente. Ricordo che ero piccolo e volevo a tutti costi possederne una, così, andai a lavorare in estate per racimolare i soldi. 

Angelo: Negli anni ‘80 hai fondato un gruppo storico della musica casertana: i Truck’s Tracks, probabilmente la prima big band della nostra provincia. Ce ne parli?
Nicola: L’esperienza con i Truck’s Tracks è stata una delle più belle della mia carriera. La band nacque nell’83 come formazione rock. Con quella formazione partecipammo al progetto di Fausto Mesolella di riunire tutti i migliori gruppi casertani in una compilation che ebbe molto successo: la “Caserta Compilation”. In quell’occasione conobbi Emilio Di Donato con il quale decidemmo di allargare la formazione facendola diventare una big band, probabilmente la prima big band della nostra provincia. Con i Truck’s Tracks girammo molto proponendo dei repertori del tutto originali.

Angelo: Oggi le cose sono cambiate. E’ cambiata la musica e gli spazi dove proporla. Come vedi l’attuale scena musicale della nostra provincia?
Nicola: Purtroppo è un po’ di tempo che non seguo più il “nostro”ambiente musicale. Oggi è difficile trovare stimoli per proporre musica a un certo livello. Non ci sono più locali in cui suonare musica dal vivo. Oggigiorno prevalgono i club in cui si suona elettronica e musica dance. 

Angelo: E’ solo un problema di spazi o è cambiato il target di ascoltatori?
Nicola: Entrambe le cose. Certamente in questi ultimi anni è cambiata l’utenza. Le persone vanno nei locali per ballare sui tavoli piuttosto che per ascoltare musica. Le mode del momento stanno falcidiando la vera musica sostituendola con prodotti da laboratorio costruiti unicamente con lo scopo di fare soldi. La musica che si ascolta oggi nelle hit parade si fa fatica a chiamarla musica. Non sento gente suonare, non si ascoltano belle chitarre, bei bassi, non si percepiscono gli strumenti. La musica da classifica oggi è fatta da tanti piccoli pezzi fabbricati nelle sale di registrazione e poi montati. Come si fa a chiamarla musica?

Angelo: E’ chiaro che lo scenario musicale attuale è poco esaltante dal punto di vista delle idee. C’è, a tuo avviso, una via di fuga a questa situazione?
Nicola: Vie di fuga non ce ne sono. Piuttosto bisogna rassegnarsi e aspettare. La musica è fatta di corsi e ricorsi storici, fino a quando ci saranno persone che ameranno la musica e impareranno a suonare, c’è da ben sperare. Anche i generi musicali “colti” torneranno.

Angelo: Torniamo a parlare del tuo percorso artistico. Dopo l’esperienza con i Truck’s Tracks parte un nuovo progetto interamente dedicato ai Beatles: Beatles mania.
Nicola: Beatles mania nacque da un’idea di Agostino Santoro. Era un gruppo unplugged e proponevamo un repertorio dei Beatles molto originale. In un concerto al Maschio Angioino a Napoli incontrammo Edgardo Visciola ( componente dei Franco Primo e Franco Quarto, storico duo degli anni 60), che ci chiese di collaborare ad un progetto molto importante. Nacque così il gruppo dei Mersey Beat con Edgardo e Dario Franco (bassista di Antonio Onorato), che è il gruppo musicale più importante con cui ho suonato.

Angelo: Veniamo ad oggi. Dopo il country, il blues, i Beatles, è arrivato il momento della New Age. Come è avvenuto questo particolare passaggio.
Nicola: Negli ultimi anni mi sto dilettando a comporre musica in casa. Mi sono appassionato all’Home recording. Con la tecnologia di oggi si riescono a fare cose incredibili. Sto componendo dei brani che richiamano sonorità New Age, ma lo faccio per puro divertimento, senza pretese particolari. E’ un hobbie che mi permette di restare in allenamento, e chissà che un giorno non decida di inciderle. Mai dire mai. 

Angelo: Metti un messaggio in una bottiglia, cosa ci scrivi?
Nicola: Ridateci la musica degli anni ’70.
 

Nicola Ferrara

 

 

Nicola Ferrara, Paolo Gallina (sx)

e Angelo Agnisola (dx)

 

 

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