Leuciana Festival: Odissea di Derek Walcott

S. Leucio (CE) – 22 Luglio 2005

Articolo di Arianna Quarantotto, foto di Pia Di Donato


Cortile dei serici. 22 Luglio. Caserta ombelico del mondo? Si direbbe quasi di sì, dal momento che ben tre stars erano contemporaneamente presenti in città: il premio nobel Derek Walcott a San Leucio, Tom Cruise alla Reggia e….Gigi D’Alessio allo stadio Pinto. Vi sfidiamo ad indovinare chi ha radunato il pubblico più numeroso… Lungi da fare polemiche, ci sembra giusto non nasconderci la realtà.
Ma a noi è Derek Walcott che interessa e ci stupisce il silenzio stampa attuato dalle maggiori testate giornalistiche locali.
Nato nel 1930 nelle Antille minori, è considerato il più grande poeta e drammaturgo delle Indie occidentali. Il suo nome è salito alla ribalta in seguito al premio nobel per la letteratura assegnatogli nel 1992 per l’opera Omeros. Come si intuisce dal titolo lo scrittore rievoca in maniera del tutto originale e personale le note vicende dell’Ulisse omerico, trasportandole nei mari caraibici e ambientandole in una natura selvaggia e al tempo stesso fantastica. 
Lo scrittore è stato presentato in un incontro tenutosi al Belvedere alla presenza di scrittori e poeti locali che hanno avuto il privilegio di “chiacchierare”, anche se per breve tempo, con un premio nobel molto disponibile, anche se visibilmente affaticato per la preparazione dello spettacolo che sarebbe seguito di lì a poco. E’ lo stesso Walcott a precisare che tra “Omeros” (opera letteraria) e Odissea (lo spettacolo) vi è solo uno stesso filo narratore, ma si tratta di due lavori completamente diversi: il primo è il poema in versi che lo ha reso famoso; il secondo è il risultato di un lavoro commissionatogli dalla British Academy of Literature. 
Ed eccoci allo spettacolo: scenografia semplice ma di effetto, costumi colorati, una folk band che con corde e percussioni rievoca un’atmosfera tipicamente caraibica, una serie di monitors disposti sotto il palco a rappresentare l’ambiente scenico, e una quindicina di artisti di varia nazionalità – fra cui ricordiamo Lucia Bosé – che si sono avvicendati nei vari personaggi del poema. Forse proprio il sentire come propria la storia di Ulisse, ha suggerito l’idea di far recitare i vari artisti in tre lingue, italiano, inglese, spagnolo, con la traduzione proiettata su uno schermo posto al lato del palcoscenico. Per quanto non abituato ai “sottotitoli”, e nonostante la lunghezza dello spettacolo, il non folto pubblico (ahimé, ancora una volta!) ha seguito incuriosito sino alla fine, avendo anche la possibilità di salutare e applaudire l’autore seduto tra il pubblico.
Un’ultima considerazione: quest’anno, nonostante il minor numero di eventi proposti, il livello qualitativo delle Leuciane è alto e sarebbe stato giusto dare maggiore enfasi alla manifestazione che non è riuscita a richiamare l’attenzione del pubblico come negli anni precedenti. 

 

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Fotografie Pia Di Donato

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