Nasce Metrò, nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea nella conurbazione 
 casertana. Nasce a Casagiove in via Messina 22, per volontà del designer Amedeo 
 Santagata, forte di esperienze precedenti vissute con entusiasmo e 
 partecipazione. L’inaugurazione è per sabato 19 novembre alle ore 
 19. 
 Metrò è un nome accattivante e pertinente. Dà l’idea del viaggio artistico ma 
 anche della stazione, della fermata, della pausa, così come dell’incrocio, 
 dello snodo, dell’incontro con altri percorsi, con altre persone e con altri 
 linguaggi. Ha un sapore underground, esprime una condizione sotterranea, uno 
 scavo nelle conoscenze e nelle coscienze, ma è pronto a risalire in superficie, 
 a confrontarsi con la realtà del territorio. E poi, qui, ai confini con la 
 megalopoli partenopea, Metrò assume anche il significato di un preciso 
 riferimento a una delle operazioni artistiche di maggiore respiro urbano: il 
 Museo della Metropolitana di Napoli. 
 Quattro gli artisti chiamati a dare lo start-up di Metrò: Peppe Ferraro, 
 Gabriele Marino, Mafonso e Andrea Sparaco. Tutti e quattro sono altamente 
 rappresentativi della produzione artistica di Terra di Lavoro, ne hanno 
 determinato la storia degli ultimi decenni. 
 La mostra resterà aperta fino al 3 dicembre. 
  
 A presentarli è il critico d’arte e loro compagno di strada Enzo Battarra, che 
 così scrive: 
 “Peppe Ferraro, lirico e suggestivo, si fa carico di una cultura popolare, di 
 ricordi di terre baciate dal sole ma tirate su dalle braccia degli uomini. Sono 
 terre attraversate all’alba, o a notte fonda, o nello splendore del giorno, 
 quando quel mondo fantastico di insetti e di piccoli rettili silenziosamente 
 anima il paesaggio. 
 La storia dell’arte, così come quella del cinema, o degli uomini, è il tessuto 
 su cui inserire un’ironia pittorica pungente e raffinata. È Gabriele Marino a 
 dissacrare miti e divi e a raccontare con quel gusto scanzonato l’effimero 
 dell’esistenza, tra aulico e folklore, tra realtà e finzione, tra astrazione e 
 trompe-l’oeil.. 
 Onirico e fabulistico, Mafonso è l’io narrante che ognuno ha dentro di sé. Le 
 figure emergono dalla memoria, dal silenzio, dalla vita quotidiana, eppure 
 appaiono eroiche, sollevate dal destino a doversi misurare con le contingenze 
 del vivere. I volti hanno la dolcezza dell’infanzia e la teatralità indotta dal 
 palcoscenico della vita. 
 Il lavoro grafico, pittorico e plastico di Andrea Sparaco è contraddistinto da 
 una cifra costante: una tecnica compositiva suprema, mista a un approccio 
 realizzativo minuzioso e riflessivo. Cuore e cervello sono un tutt’uno 
 inscindibile, l’opera si costruisce secondo un percorso logico ed emotivo al 
 tempo stesso. E l’Uomo è protagonista, anche quando è assente dalla scena. 
 Quattro modi di vivere l’arte, diversi. I protagonisti di questo primo viaggio 
 metropolitano rappresentano quattro linee di ricerca differenziate, tutte tese 
 a interpretare il presente e, nella sua più vasta accezione, la 
 contemporaneità. 
 E soprattutto rappresentano quattro modi di interpretare il ruolo e la funzione 
 dell’artista all’interno del proprio territorio, quattro modi di interpretare 
 se stessi”.
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