Le fate addormentate: spettacolo di musica e poesia del cantautore D’Addio

Caserta – 2 Dicembre 2005

Comunicato stampa


Venerdì 2 dicembre alle 21,00, presso il cine-teatro Don Bosco sito in via Roma a Caserta, si terrà il nuovo spettacolo dell’artista vitulatino Antonio D’Addio. Spettacolo in due atti di musica, danza e poesia, che vedrà impegnati, oltre allo stesso D’Addio, i musicisti Franco Scialdone, Luciano Fortuna, Ugo Aiezza, Sergio Vitale, Pietro Ventrone, con l’intervento di Nicola Fusco, le ballerine Lidia Amato, Giuliana Alicandro, Elisabetta Iannucci e la voce narrante Luisa Rosaria Fusco.
Il nuovo spettacolo realizzato dal cantautore D’Addio “....Le fate addormentate” si propone come mezzo di riflessione e analisi del cammino di crescita dell’uomo.
Singolare è il modo in cui l’autore/regista ha strutturato lo spettacolo che vedrà impegnati diversi musicisti, ballerine, una voce narrante e alcune comparse.
Senso ultimo vuole essere l’invito alla riappropriazione del “se stessi”. L’autore ha compiuto un’analisi , attraverso poesie e canzoni, dello stato in cui versa la società attuale, rapportandola all’
interiorità dell’uomo. Brani musicali e poesie si susseguono nell’ambito di una scenografia molto suggestiva, che lo stesso autore ha curato sin nei minimi dettagli, e animata da balli magistralmente
eseguiti dalle ballerine; a queste ultime sarà affidato il ruolo di interpretare il senso dei brani musicali. Lo spettacolo , in due atti, si svolgerà inizialmente su toni più sentimentali. L’amore sarà
protagonista della prima parte dello spettacolo: si aprirà con l’ingresso di 2 ballerine che costruiranno una Torre, quella di Babele a simboleggiare il Potere che schiavizza l’uomo, che lo imprigiona in schemi precostituiti. Apparentemente la Torre sembrerà non avere un senso definito, invece racchiuderà il significato ultimo dello spettacolo. L’uomo si è lasciato schiavizzare, mentre sin da bambino ha imparato l’amore, i valori del buonismo, fino a quando scoperta la possibilità di sopraffare il prossimo ha pensato di scalare la vetta di quella Torre, e di imporsi sul prossimo. La seconda parte vedrà l’esecuzione di balli, poesie e canzoni che in ultima analisi vorranno significare l’invito ad una rivolta interiore che permetta all’uomo di riconciliarsi con il proprio ‘stato naturale’ e di riapproprirsi del se stessi in modo da tornare ad essere libero, in modo da recuperare la propria coscienza.
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