Casertamusica D.O.C. Live: i Corepolis e Carmine Migliore

Caserta - 17 Dicembre 2005

Articolo di Ilaria Mingione. Foto di Giulio Bulfoni e L. Di Donato


Caserta, 17 Dicembre. Il Sud vive nella musica dei Corepolis. E nei loro concerti che, come quello di sabato sera al teatro CTS, sono semplici esibizioni musicali, ma anche piccole dimostrazioni che la musica, per alcuni, ha un'anima sola. Quella della sensibilità e della tradizione, caratteristiche fondamentali del linguaggio musicale della band casertana. Nell'antichità il coreuta era uno dei componenti del coro greco, cioè l’ insieme delle persone che raccontavano, attraverso il canto e la danza, gli avvenimenti di quel periodo. Allo stesso tempo, però, il termine Corepolis può essere letto come "cuore della città". E’ in questo "barrio" popolato di tradizione , di ricerca, ma anche di attenta e sensibile innovazione, che nasce e si sviluppa la musica di un gruppo che per comodità potrebbe definirsi “popolare”, ma che in realtà raccoglie suoni da ogni angolo di una terra che ha fatto della multietnicità un instancabile laboratorio artistico. I Corepolis miscelano attentamente sonorità etniche e popolari con influssi contemporanei da cui nasce una musica magica, senza tempo.
Un teatro gremito ha accolto e applaudito a lungo i Corepolis che per l’occasione hanno portato in scena il materiale originale che confluirà nel loro terzo album.

Anche Maria Ilaria Mingione, che ha effettuato l’intervista, trasportata dalla magiche sonorità dei Corepolis, non è riuscita ad esimersi dal danzare.
 

Riportiamo di seguito l’intervista effettuata da Maria Ilaria Mingione ai Corepolis e a Carmine Migliore

Ilaria. Cominciamo subito dal nome del vostro gruppo: “Core polis” : “Cuore della città”. Vi sentite effettivamente il cuore di Caserta, centro pulsante di cultura e tradizioni?
Corepolis. Il nostro principale intento è quello di “portare in giro” Caserta, attraverso un veicolo forte come la musica. Tentiamo di salvaguardare e di far conoscere a tutti il suo ricco repertorio di canti, che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perduto.

Ilaria. Come ci sente ad esibirsi in un teatro piccolo, come questo del CTS?
Corepolis. L’ esiguità dello spazio, l’atmosfera raccolta, lo rendono senza alcun dubbio il luogo ideale per la musica popolare, intendendo con questo termine un po’ restrittivo, la musica che sentiamo dentro di noi e che abbiamo il piacere di condividere con gli altri!
Purtroppo però, il forte riconoscimento che riceviamo dal pubblico non si coniuga con quello delle Istituzioni, troppo spesso disinteressate od assenti. Mancano gli spazi ove esibirsi e spesso eccellenti musicisti sono costretti a suonare in luoghi poco idonei alla propria arte. Trovare questo piccolo teatro ancora aperto ed attivo, con manifestazioni così interessanti ci riempie di una gioia immensa!

Ilaria. Quali sensazioni suscita invece suonare dinanzi una platea straniera, non in grado di comprendere le parole delle vostre canzoni ?
Corepolis. All’estero la nostra musica viene apprezzata ed accolta con un trasporto senza eguali; la barriera linguistica viene ampiamente superata, si riesce a comunicare solo attraverso le note, grazie ad una profonda empatia del pubblico, che ci “accompagna” in maniera molto calorosa e sincera!!

Ilaria. Cosa ha d’innovativo il vostro nuovo album?
Corepolis. Il nostro terzo disco presenta un maggior numero di canzoni casertane. Stiamo infatti lavorando su “originali”, tentando di mantenere intatta la tradizione e gli strumenti, che la contraddistinguono.
Gli arrangiamenti in alcuni momenti “spaziano”, colorandosi di tinte nuove, sperimentali, in altri rimangono totalmente fedeli alla tradizione, con la loro grande semplicità armonica, mista ad una complessa elaborazione melodica.

Ilaria. Concludiamo la nostra chiacchierata con una speranza per la nostra provincia..
Corepolis. Proviene dalle nuove generazioni un caldo vento di speranza: bambini e bambine che hanno nel sangue la musica e le tradizioni popolari, uomini e donne , di domani, in grado un giorno di continuare la nostra opera di cantori della tradizioni della nostra meravigliosa terra.
 

Intervista a Carmine Migliore

La serata è stata aperta da Carmine Migliore, uno dei migliori chitarristi rock-blues italiani che, in esclusiva per “Casertamusica doc live” ha presentato il suo ultimo lavoro discografico “Le Gesta di un Campione".
Subito dopo l’esibizione Carmine ha risposto a qualche nostra domanda:

Ilaria. Anzitutto, un commento a caldo sul concerto di stasera.
Carmine Migliore. E’ stata un’esperienza davvero positiva: suonare in un ambiente così raccolto, con un’acustica molto buona e con un pubblico così attento.

Ilaria. Stasera hai presentato per il pubblico di Casertamusica doc il tuo ultimo lavoro: “Le Gesta di un Campione”. Da dove nasce questo titolo?
Carmine Migliore. Il titolo prende spunto da un brano del cd, dedicato ad un grande campione di boxe prematuramente scomparso: Prisco Perugino.

Ilaria. Ricordiamo anche l’impegno sociale legato all’uscita del cd, i cui proventi saranno devoluti alla ricerca della “Còrea di Hungtinton”
Carmine Migliore. La Còrea di Hungtinton è una grave e rara malattia genetica quasi sconosciuta. Attacca il sistema nervoso centrale, costringendo i malati a muoversi in maniera incontrollata, quasi come se danzassero, al pari dei “coreuti” di tradizione greca.
Con l’uscita di questo disco ho voluto dare un piccolo contributo a favore della ricerca e dello studio di questa malattia.

Ilaria. Come mai questo preciso impegno?
Carmine Migliore. E’ stato Alfredo Ferdinandez, co- autore del brano “Le Gesta di un Campione”, a chiedermi un supporto. Egli stesso, infatti, è stato toccato in prima persona da questa malattia, in quanto alcuni componenti della sua famiglia ne sono affetti. Mi è sembrato importante oltre che doveroso fornire il mio apporto a questo nobile fine.

Ilaria. Che valore hanno le parole di un artista rispetto a problematiche di ampio respiro quali ad esempio quelle sociali e politiche?
Carmine Migliore. Non è una domanda alla quale posso rispondere. Spero sarà l’ascolto attento delle persone, filtrato nelle singole esperienze soggettive, a donare un “valore” alle mie parole.

Ilaria. Nel tuo sito ho trovato numerose foto che ti ritraggono in compagnia di tanti artisti e personaggi dello spettacolo. Quale di essi ha particolarmente influenzato il tuo percorso artistico?
Carmine Migliore. Un po’ tutti. Nel mio viaggio musicale ho incontrato tante persone, con cui ho condiviso momenti importanti anche sotto un profilo strettamente umano e che a vario titolo hanno influenzato il mio processo di crescita.

Ilaria. l tuo approccio alla musica è stato decisamente rock. Da allora, la tua passione per questo genere musicale ti ha sempre accompagnato nella tua crescita artistica. C’è solo il rock nella tua carriera? A chi ti ispiri quando scrivi?
Carmine Migliore. Non è facile risponderti. Gli influssi e le ispirazioni dettati dai miei ascolti del passato e dai miei gusti personali hanno certamente influenzato il mio modo di fare musica. Ho vissuto però dei periodi di cambiamenti. Dall’Hard rock iniziale al blues, dallo swing al country, al periodo metal in cui suonavo cose molto più estreme, fino all’incontro con la musica di Jimi Hendrix. Ultimamente sto dedicando i miei studi a generi musicali diversi , ho riscoperto la bellezza delle sonorità della musica anni ‘60.

Ilaria. Quanto credi possa influire l’appartenenza ad una realtà di provincia come la nostra per la carriera di musicista? Ti sei mai sentito in un certo senso meno fortunato dei tuoi colleghi che vivono altrove?
Carmine Migliore. Purtroppo si. Da un lato nascere qui ti fa crescere in un contesto di “musicalità” originale. Gli artisti della Campania hanno un maggiore senso della musicalità e questo è un dato di fatto, riconosciuto da critici e addetti ai lavori. Il problema è che qui non ci sono strutture adeguate, nessuna importante etichetta discografica. Per i miei lavori mi sono dovuto spostare prima a Frosinone, ora a Ravenna. L’unico spiraglio che ho trovato è la “Ark Records”, etichetta di Napoli con la quale ho registrato il singolo “Le gesta di un Campione”; è’ un casa discografica che si occupa principalmente di musica dark ma che ha creduto nel progetto al punto di scommettere su di me. Inutile dirti quanto la cosa mi abbia riempito di gioia.

Ilaria. C’è uno spiraglio di speranza per chi fa musica a Caserta?
In questo particolare momento, mi risulta davvero difficile vederlo.
Carmine Migliore. A Caserta, oltre alla penuria di spazi, ove potersi esibire, c’è anche una forte tendenza, soprattutto fra i giovani, a prediligere generi molto più alla “moda” , quali l’elettronica e la dance music.

Ilaria. Lavori a stretto contatto con i giovani: sei maestro di chitarra e di canto. In questo scenario poco rincuorante dal punto di vista delle possibilità, qual è il primo consiglio che dai ai tuoi allievi?
Carmine Migliore. Dico loro di seguire il proprio istinto e ascoltare ciò che detta il cuore, evitando di farsi “imprigionare” in un genere in particolare. Ne scaturisce un forte interscambio di idee e di emozioni. Insegnare musica è un lavoro delicato e molto difficile, per me bellissimo!
Infine l’unico consiglio che posso dare è quello di credere sempre nelle proprie idee e di perseguirle fino alla fine, di musica si può vivere, anche se non si ha la possibilità di divenire famosi.

 

Corepolis - foto Giulio Bulfoni

Corepolis al CTS - foto L. Di Donato

Biagio Rossetti e Pina Valentino

Carmine Migliore al CTS - foto L. Di Donato

foto © Casertamusica

 
 

 

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