Libreria Uthòpia di Capua: eventi di Marzo

Marzo 2006

Comunicato stampa


Giovedì 2 marzo, Capua, Palazzo Fazio, ore 18,30
In collaborazione con la Cooperativa Culturale Capuanova, presentazione del libro “La storia di Mara” di Paolo Cossi (ED. LAVIERI). Con l’autore ne parleranno Ferdinando Imposimato e Raffaele Sardo. Sara presente Mara Nanni.
Venerdì 3 marzo, Capua, Palazzo Fazio, ore 18,30
In collaborazione con la Cooperativa Culturale Capuanova, presentazione del libro “Salviamo la Costituzione” di Domenico Gallo e Franco Ippolito (ED. CHIMIENTI). Con gli autori ne parleranno Donato Ceglie e Pietro Gargano.
Giovedì 9 marzo, Casagiove, Cineclub Vittoria, ore 10,00
Gli alunni delle scuole medie di Casagiove incontrano Marcello D’Orta per parlare del suo ultimo libro “Fiabe sgarrupate” (ED. MARSILIO). Sarà presente l’autore.
Venerdì 10 marzo, Capua, Palazzo Fazio, ore 18,30
In collaborazione con la Cooperativa Culturale Capuanova, presentazione del libro “Mediterraneo del Nord” di Nicola Rossi (ED. LATERZA). Sarà presente l’autore.

Giovedì 16 marzo, Capua, Palazzo Fazio, ore 10,00
Rassegna “Incontro con l’autore” - Gli alunni dell’I.T.I.S. di Capua incontrano Giuseppe Montesano per parlare del suo ultimo libro “Magic people” (FELTRINELLI).

Giovedì 16 marzo, ore 20,00, al CafèLetterario “Slowly ”, Via Martucci a S. Maria C.V., in collaborazione con la Libreria Uthòpia, presentazione del libro di Gigi Di Fiore “La Camorra e le sue storie” (Edizioni Utet). Partecipano: Raffaele Piccirillo, Magistrato, Enzo Iodice, Sindaco di S. Maria C.V., Gaetano Treppiccione,Cooperativa Culturale Capuanova, Gigi Di Fiore, Giornalista de “Il Mattino” e autore del libro
L’Autore
Gigi Di Fiore già redattore al "Giornale" di Montanelli, è oggi inviato al "Mattino" (Premio Saint Vincent per il giornalismo nel 2001; tre volte Premio speciale cronista; Premio Marcello Torre nel 2004) e storico. Per la sua attività giornalistica, si occupa spesso di criminalità organizzata e camorra, su cui ha pubblicato i saggi “Il Palazzo dei misteri” (1992), “Potere camorrista” (1993), “Io Pasquale Galasso” (1995). Studioso di storia delle Due Sicilie e del brigantaggio, ha pubblicato “1861 Pontelandolfo e Casalduni: un massacro dimenticato” (1998) e, per UTET Libreria, la monografia “I vinti del Risorgimento” (2004).
Il Libro
A lungo sottovalutata, la camorra è di nuovo fenomeno socio-criminale sotto i riflettori internazionali dopo le decine di morti ammazzati a Napoli negli ultimi mesi.
“La camorra e le sue storie - la criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle ultime guerre” è un saggio accurato, con ricchezza di documenti e testimonianze di prima mano, che racconta personaggi, vicende, analizza indagini giudiziarie e percorsi di vita delinquenziale, legati al fenomeno criminale campano. Molta attenzione, naturalmente, viene data alle ultime vicende, con le sanguinose guerre di camorra che hanno trovato grande spazio in tutte le cronache nazionali di giornali e televisioni. Ci sono i camorristi delle origini ed i personaggi di oggi, la genesi della camorra storica e quella del contrabbando del dopoguerra, le differenze tra gruppi della provincia e metropolitani. Poi, i successi giudiziari, le caratteristiche assunte nel corso di una storia che parte dal vicereame spagnolo per arrivare alle guerre di Scampia. Circa 500 pagine, un corredo di appendici e oltre 100 pagine di note danno la misura di un lavoro unico nel suo genere. Se infatti, specie negli ultimi dieci anni, si sono sprecati i saggi e gli studi sulla mafia siciliana, sul confuso e volubile fenomeno camorristico campano mancano lavori nazionali che non siano analisi sociali o semplici testimonianze giornalistiche prive di riferimenti documentali. Nel libro non c'è il folklore della camorra ottocentesca o del guappo tutto sommato "buono", non c'è la retorica del crimine scomparso durante il fascismo, ma un racconto particolareggiato di come dall'illegalità del secondo dopoguerra, con i piccoli contrabbandi e la miseria, la violenza guappesca è passata alla "mafizzazione della camorra". Si arriva alle guerre tra Nco e Nf, i successivi connubi con Cosa nostra, l'internazionalizzazione dei boss campani e la loro consacrazione nel panorama delinquenziale italiano. Un saggio che è anche scavo dal di dentro di un saggista e storico che da oltre vent'anni, nella sua attività giornalistica segue vicende legate al crimine organizzato, soprattutto della sua regione d'origine
Venerdì 17 marzo, Capua, Palazzo Fazio, ore 18,30
In collaborazione con la Cooperativa Culturale Capuanova, presentazione del libro “Louis Armstrong” di Filomena Carrella (ED. ALBATROS). Sarà presente l’autrice.
Sabato 18 marzo, Casagiove, Cineclub Vittoria, ore 20,30
In collaborazione con il Cineclub “Vittoria”, presentazione del libro e proiezione del film “Romanzo criminale” (EINAUDI). Saranno presenti l’autore del libro Giancarlo De Cataldo ed il regista del film Michele Placido.

Sabato 18 marzo, Capua, Palazzo Fazio, ore 18,
Edizioni Spartaco, la libreria Uthòpia e la Cooperativa Capuanova presentano il libro “Caiazzo non perdona il boia nazista” di Antimo Della Valle. Con l’autore Antimo Della Valle ne parlerà il Magistrato Paolo Albano.
Il libro
“Caiazzo non perdona il boia nazista” è la storia di una strage ai danni di ventidue civili inermi (undici bambini, sette donne e quattro uomini), uccisi a Caiazzo - in Campania - nell’ottobre 1943: l’efferato delitto fu opera dei soldati tedeschi in ritirata verso il fronte di Cassino. Il caso venne riaperto nel 1988, quando fu ritrovata la documentazione del Servizio segreto militare americano che aveva indagato sul crimine di Caiazzo e ne nacque un processo davanti alla magistratura italiana contro i responsabili. Il saggio descrive, sulla base delle carte processuali, tutte le fasi dei due processi avviati contemporaneamente in Italia e in Germania, squarciando il velo di silenzio calato negli anni su una delle più terribili stragi commesse dai nazisti sul territorio italiano, ricostruendo anche l’agghiacciante figura dell’ufficiale tedesco condannato per l’eccidio.
L’Autore
Antimo Della Valle, nato a Milano, giornalista, saggista, laureato in Scienze politiche all’Università di Roma, esperto di storia e relazioni internazionali, si occupa di politica estera e collabora con quotidiani e riviste. È autore di L’Internazionale ortodossa. Religione e conflitti nei Balcani per Ananke (Torino, 2000).

Il lungo cammino dell’antimafia: Esperienze di vita e di lotta

giovedi 23 marzo, ore 20:00, Palazzo Fazio Via Seminario 10, Capua

A cura dell’associazione “Uthopia” e della Cooperativa Culturale “Capuanova”, con la collaborazione dell’AIMC - sezione di Capua 1° Circolo, incontro dedicato a Giuseppe Impastato, detto Peppino, una delle più importanti figure dell’antimafia civile siciliana, ben rappresentato nel film “Centopassi” di Marco Tullio Giordana.
All’iniziativa prenderanno parte

Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che dopo la morte di questo ha deciso di continuare sulla strada dell’impegno antimafia, portando in giro per l’Italia e non solo, la sua testimonianza, nel ricordo di Peppino e di Felicia, sua madre, una donna molto determinata.
Con la passione e il coraggio che lo accomunano al fratello, Giovanni dedica da quasi trent’anni la sua vita alla lotta contro le mafie, dimostrando una grande determinazione e una forte apertura verso le nuove generazioni, con un’enorme capacità di saper coinvolgere qualsiasi tipo di uditorio, riuscendo a descrivere con grande lucidità , semplicità e, allo stesso tempo, con grande profondità la vita breve eppur intensa di Peppino.

Salvatore Lo Bue: docente della facoltà di lettere dell’Università di Palermo, che ha spesso curato laboratori dove gli studenti dell’Ateneo possono dare sfogo alle loro tendenze artistiche, interiorizzando gli insegnamenti di opere classiche che sono pietre miliari della cultura. La sua esperienza nell’antimafia dipende dalla sua convinzione dell’importanza della cultura nel fronteggiare la mentalità mafiosa, spesso erroneamente considerata come connaturata alla società siciliana.
Gregorio Mascolo: regista che ha curato più documentari e cortometraggi sulla figura di Peppino e della madre Felicia, come il corto “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo”, presentato al Caivano film festival e al Meeting delle etichette indipendenti di Faenza.
Sarà moderatore dell’incontro il giornalista Raffaele Sardo, autore tra l’altro di un libro dedicato a Padre Diana.
Peppino nacque il 5 gennaio 1948 a Cinisi, in provincia di Palermo, da Luigi Impastato, membro di un piccolo clan mafioso e appartenente ad una famiglia storicamente legata alla cosca dei Badalamenti, detti Battaglia, fratello di Giuseppe, detto Sputafuoco e cognato del capomafia Cesare Manzella, ucciso con la prima Giulietta al tritolo della storia malavitosa.
La madre, Felicia Bartolotta, era invece molto lontana dalla cultura mafiosa e decise di sostenere continuamente il figlio Peppino, nonostante il forte scompiglio che il suo impegno politico portava in casa.
Fu in seguito all’incontro con Stefano Venuti, pittore e dirigente del PC di Cinisi che Peppino, già formato culturalmente grazie agli studi conclusi presso il Liceo Classico di Partitico decide di dedicarsi all’attività politica, militando in diversi partiti di sinistra, come il PSIUP e il PC, non riuscendo a trovare il tanto agognato spirito di iniziativa e la giusta determinazione.
Partecipa attivamente alle lotte contadine per l’esproprio dei terreni per la costruzione dell’aeroporto di Punta Raisi e collabora con Danilo Dolci in occasione della Marcia della protesta e della speranza.
Nel 1965 insieme ad un gruppo di compagni fonda un piccolo giornale ciclostilato, chiamato “L’Idea socialista”, scrivendo articoli di aperta denuncia contro la collusione tra gli interessi mafiosi e la politica locale. Collaborò anche con il Manifesto per la campagna elettorale e fece parte di Lotta Continua.
Nel 1975 fondò “Musica e Cultura”, un movimento con sede a Cinisi che aveva lo scopo di coinvolgere i giovani in attività culturali, nel tentativo di risvegliare le loro coscienze. Venivano organizzati cineforum, dibattiti tematici, e non mancavano concerti e rappresentazioni teatrali.
Tra le attività organizzate dal Circolo bisogna ricordare la “Mostra itinerante sul territorio” che mostrava la devastazione del, territorio in seguito alla speculazione edilizia voluta dalla mafia.
Qualche anno più tardi Peppino fonda Radio Aut, una radio libera che sbeffeggiava i mafiosi del luogo facendo uso di una geniale ironia, primo fra tutti Gaetano Badalamenti, chiamato Tano Seduto. Anche in questo non mancava la denuncia dei traffici e degli interessi malavitosi.
Nel 1978 Peppino decise di candidarsi alle elezioni comunali nella lista della “Democrazia Proletaria”, nel tentativo di scendere in prima linea nella lotta alla collusione politica con la mafia.
Morirà nella notte tra l’8 e il 9 maggio ucciso da un carico di tritolo e gettato suoi binari della linea Palermo-Trapani, dopo essere stato tramortito.
L’anno seguente grazie alla collaborazione con in Centro di documentazione siciliana poi dedicato a Peppino, Giovanni e i compagni organizzeranno proprio lì a Cinisi la prima manifestazione antimafia, cominciando un lungo e difficile cammino di impegno e lotta.
Per lungo tempo Peppino sarà considerato, in seguito ad un vero e proprio depistaggio delle indagini, comprovato anche dai lavori della Commissione Parlamentare antimafia, come un terrorista e solo dopo lunghi anni finalmente verrà riconosciuta la matrice mafiosa del delitto.
Il fratello Giovanni, la madre e i compagni dovranno aspettare, però, solo il 2001 e il 2002 per poter ottenere la condanna all’ergastolo di Badalamenti come mandante dell’assassinio e di Vito Palazzollo a 30 anni, in quanto uno degli esecutori materiali.

Casagiove - Cineclub Vittoria
Venerdì 24 marzo, ore 20,30, "Romanzo Criminale", Cineclub Vittoria, Viale Trieste, 2, Casagiove
Alla presentazione del libro e del film "Romanzo Criminale" , organizzata dalla libreria Uthòpia di Capua, dal Cineclub Vittoria di Casagiove, da Sannio Filmfest e con il patrocinio del Comune di Casagiove, partecipano: Michele Placido, attore e regista del film, e Giancarlo De Cataldo, magistrato e autore del libro. Presenta: Remigio Truocchio. Serata ad invito con ingresso gratuito. L’invito (valido per due persone) può essere ritirato presso: Libreria Uthòpia, Via Duomo, 1, Capua, Cineclub Vittoria, Viale Trieste, 2, Casagiove
Il film dell'attore e regista Michele Placido, tratto dall'omonimo romanzo edito da Enaudi di Giancarlo De Cataldo (che ha preso anche parte alla stesura della sceneggiatura), narra dell'organizzazione criminale romana che ha agito tra gli anni '70 e '80, e di una serie di pagine tragiche e di misteri irrisolti della storia italiana, come il rapimento e il delitto dell'allora segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro e la strage alla Stazione Centrale di Bologna.
Durante quegli anni bui, un'organizzazione malavitosa ha agito nella capitale, nel tentativo di arrivare anche alla sua "dominazione", fra investimenti loschi, giri di prostituzione, traffico di droga, gioco d'azzardo e, forse, compiendo anche i misfatti citati sopra. Come sappiamo però, ad ogni rapida ascesa, corrisponde inserorabile anche il conseguente declino così, anche per questi criminali, la "ruota della fortuna", ad un tratto, comincerà a girare al contrario...
La storia che viene raccontata è, più dettagliatamente, quella della “Banda della Magliana”, affermatasi verso la fine degli anni '70, che pone le sue radici nell'amicizia adolescenziale dei membri stessi, tra i quali spiccano soprattutto le figure dei tre boss, il "Dandi" (Claudio Santamaria), il "Libanese" (Pierfrancesco Favino) e il "Freddo" (un superbo Kim Rossi Stuart). Il film inizia con un prologo, mostrandoci i tre ragazzi,che si apprestano a compiere le loro prime malefatte e che si ripromettono di diventare, un giorno, i veri e propri padroni di Roma. In seguito il film si articola in capitoli, intrecciati sapientemente tra di loro, uno per ogni boss della banda: inizialmente il regista si sofferma sulla figura del "Libanese", detto anche "Libano dai compagni", il più impulsivo e rozzo del gruppo, personaggio che, pur di raggiungere il suo scopo, sarebbe disposto a compiere gli atti più inenarrabili.
Nelle restanti due ore (ebbene si, il film dura quasi 180 minuti, ma gli sbadigli fortunatamente sono assai rari) vengono analizzata le figure del "Dandi" e del "Freddo", spietati e cinici calcolatori ai quali però il regista conferisce una dose massiccia d'umanità, rispetto al personaggio del "Libanese".
Le parti femminili presenti nel film,sono dei cardini essenziali per la prosecuzione della storia e per meglio capire le sfaccettature più intime dei personaggi. Infatti per amore di Roberta (Jasmina Trinca) il "Freddo" è pronto a lasciare il gruppo, e, sempre per una donna (una prostituta interpretata dalla femme fatale Anna Mouglais) il "Dandi" e il commissario Scialoja (ottima rappresentazione dell'incapacità della "giustizia" durante quegli anni...l'interprete è Stefano Accorsi) vengono più volte allo scontro.
Il lungo epilogo come già annunciato, è tragico per ogni componente della banda, che tra vendette e omicidi vedrà svanire inesorabilmente il suo sogno utopico di "conquistare Roma".

 

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