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  2 Aprile 2006 
 Emilio: Ciao Franco iniziamo questa intervista Caserta - Las Vegas via internet
 parlando un pò di te e dei tuoi esordi musicali. 
 Franco: Beh, diciamo che non 
 potevo smentire la tradizione di famiglia: con un un nonno violinista 
 (diplomato a S.Pietro a Majella), ed un papà batterista, capirai: a casa 
 mangiavamo pane e biscrome! Perché il sax: le risposte potrebbero essere tante, 
 ma mi limiterò all'essenziale.  
 Grazie a mio nonno, in casa avevamo il senso accademico della musica, grazie a 
 mio padre invece c'era il fascino per le big band della swing era, contesti nei 
 quali il sax è grande protagonista. Il destino quindi ha voluto che anch'io mi 
 diplomassi a S. Pietro a Majella, seguendo però, subito dopo il diploma, tutt'altre 
 strade (appunto le big bands, lo swing, il jazz nelle sue migliori 
 sfaccettature, senza mai disdegnare il pop, quello buono però). Diciamo che
 papà ed il nonno si sono fusi in me! 
  
 Emilio: Nel tuo percorso musicale, hai avuto modo di incontrare figure 
 didattiche rilevanti del sax, nonché grandi performers. Cosa pensi 
 dell'insegnamento musicale? C'è stata qualche figura che ha particolarmente 
 contribuito alla tua formazione musicale?  
 Franco: Il mio primo insegnante fu mio nonno. Con lui cominciai lo 
 studio teorico. L'insegnante è una figura determinante, ti imbatti in quello 
 sbagliato, in qualche alcolizzato schizofrenico, e sei finito: ti distrugge 
 ancor prima di nascere! Non bisognerebbe mai permettere ad esaltati di avere a 
 che fare con i ragazzi. Non è facile essere insegnanti, non ci si improvvisa 
 tali, ne è sufficiente essere un buon musicista: la preparazione pedagogica in 
 materia è indispensabile! L'insegnante di musica non è solo alle prese con la 
 mente dell'allievo, ma anche con l'anima ed il corpo.  
 Qui in America gli insegnanti di musica per essere qualificati devono 
 sostenere (oltre gli esami di pedagogia) anche esami di anatomia. E' 
 indispensabile essere in grado di capire la fisiologia di ogni singolo 
 studente, per poi interagire con essa senza comprometterne l'equilibrio 
 naturale. Io impartisco lezioni sia al college che privatamente, e sai come 
 misuro i miei risultati? Osservando quanti miei allievi che hanno talento 
 continuano su quella strada. 
 Osservo sempre in quanti studenti riesco a creare la motivazione giusta, 
 l'ispirazione trascinante. In sintesi: se i tuoi allievi abbandonano gli studi, 
 beh, devi rimetterti un attimo in discussione. Ricordo di essere stato in una 
 classe di sax dove gli allievi puntualmente smettevano, diventavano apatici, 
 disinteressati, demotivati... Ed io? Per fortuna scappai via ! 
 Quindi l'insegnante è una figura determinante, come talvolta lo sono anche 
 le persone che incontri lungo il cammino. Un incontro importante io lo feci a 
 19 anni, quando (più volte) incontrai James Senese grazie ad amici di famiglia 
 in comune. James notoriamente non è un accademico, ma parlandogli, ti trasmette 
 la sua esperienza da autodidatta e quella di strada: James è umano, 
 rispetta chiunque sappia emettere dei suoni, è semplice, umile. E pensare che 
 il mio insegnante all'epoca mi rimproverò quegli incontri, snobbando James fino 
 all'insulto piu irripetibile(!), non c'è limite alla presunzione! Al che io, da 
 adolescente scaltro pensai subito: "Ma, caro signore, tu sei il sig. Nulla 
 mentre lui è James Senese!" 
 Destino volle che il sig. Nulla rimanesse tale nel tempo.Come dice un buon 
 detto Americano "trash stays in the trash", "la spazzatura se ne sta nella 
 spazzatura". Se penso invece alla domanda che mi hai rivolto in un senso più 
 strettamente didattico, dico subito che la mia esperienza come studente di 
 conservatorio inizio con l'ottimo insegnante Franco Giancola di Campobasso, e 
 dopo un anno proseguii con un monumento del sax che allora viveva a Napoli: il 
 compianto Maestro Antonio Balsamo (sassofonista dai trascorsi eccellenti: 
 orchestra R.A.I. TV., Johnny Hodges, Modern Jazz Quartet, direttore, 
 compositore ed arrangiatore per artisti come E. De Crescenzo e tanti altri). Fù 
 sotto la guida di Balsamo che conseguii il diploma di conservatorio col massimo 
 dei voti. Seguiva meticolosamente il programma ministeriale del corso di sax 
 ma, al tempo stesso, voleva che studiassimo anche i libri del Berklee College 
 di Boston. Ricordo ancora quando spesso ci ammoniva: "ragazzi, i libri del 
 conservatorio vi danno la tecnica, quelli della Berklee, invece, vi danno una 
 mente creativa!". Non dimenticherò mai il mio Maestro, la sua umiltà, la 
 semplicità, il suo spendere parole positive per qualsiasi artista senza mai 
 discriminare. L'altra figura straordinaria che ho incontrato è stato Michael 
 Rosen negli anni in cui studiavo al C.P.M. di Milano. Genio, talento, cultura,  
 diplomato alla Berklee, laureato in pedagogia ed in storia. Ha suonato un po' 
 con tutti (da Mina a Roberto Gatto, da Massimo Colombo a Fiorello, Bennato 
 ecc).  
  
 Emilio: Quindi in sintesi bisogna essere innanzitutto Uomo poi Musicista
 o didatta? 
 Franco: Certo! Concordo pienamente! Se sei una persona interiormente 
 ricca, la musica ti fa da cassa di risonanza (..bella questa eh..?), amplifica 
 la tua ricchezza interiore e ti rende interessante agli altri. Lo stesso 
 avviene con i tratti della personalità: se sei mite, profondo, la musica ti 
 amplifica queste qualità. Viceversa se suoni perfettamente un "Adagio", ma 
 interiormente sei un burbero arrogante, vali poco, quasi niente, e la vita 
 (soprattutto quella artistica) te lo sbatterà in faccia. 
  
 Emilio: Come è avvenuto il tuo inserimento in terra Americana? Perché Las 
 Vegas?  
 Franco: Innanzitutto ti dico che è stato come un ritorno a casa. Sono 
 nato nel New Jersey e giunsi in Italia prossimo all'adolescenza. In realtà in 
 famiglia abbiamo sempre continuato a conservare l'America nei nostri discorsi, 
 in qualche abitudine. Non abbiamo mai definitivamente disconnesso! Fino al 
 giorno in cui ho poi deciso di tornare definitivamente. Ero già stato a Las 
 Vegas anni addietro, ed avevo intuito che una città con parecchie centinaia di 
 enormi casinò, è certamente terreno fertile per un musicista. Quindi con mia 
 moglie Ivana (anche lei entusiasta dell'idea) decidemmo di venire a vivere 
 proprio qui.  
 L'altro fattore che condizionò la scelta fu quello climatico: Las Vegas è nel 
 Mojave Desert, il clima è piacevolmente secco, ed il Sole splende forte per 
 quasi 9 mesi l'anno! Il nostro inverno è piuttosto una barzelletta, direi. 
 Spezzerei un'ultima lancia in favore della mia città dicendo che lo smog è quasi del tutto assente, poiché non vi sono industrie. L'industria dominante 
 qui è quella del gioco. 
  
 Emilio: Che cosa ti manca dell'Italia e cosa non ti manca? 
 Franco: Dell'Italia mi mancano gli affetti, mio padre, qualche amico 
 musicista (Lucio, Maurizio, Franco), anche se qui ne ho conosciuto tanti con 
 cui condivido altrettanti bei momenti; in particolare infatti, a Las Vegas ho 
 ritrovato con immenso piacere un amico-compagno di conservatorio, il grande 
 batterista Peppe Merolla, (visitate il suo sito, è molto interessante 
 www.peppemerolla.com). Peppe, tra l'altro, era l'attore protagonista del film 
 Scugnizzi. Ah! ecco cosa mi manca: se potessi in questo preciso momento 
 divorerei volentieri una bella mozzarella aversana in riva al mare ! 
 Quello che non mi manca dell'Italia è la lentezza sia burocratica che quella 
 dello stile di vita. La vita è una! Se le togli il dinamismo cosa resta..?  
  
 Emilio: E di Caserta? Cosa ne pensi ? Cosa ricordi ? 
 Franco: Ricordo tanti amici, fra cui tuo fratello Luca (salutamelo!). Ho 
 sempre pensato che a Caserta e nell'hinterland ci fosse tanto talento, e ce 
 n'è, eccome! E' solo la carenza di strutture che limita il tutto spingendo chi 
 ha voglia di concretizzare, ad andare altrove. Tutti gli anni che ho vissuto 
 lì, ad esempio, ho sempre e soltanto sentito parlare del "fantasmagorico" 
 conservatorio a Caserta, tanto per dire la prima cosa che mi viene in mente. Se 
 solo i politici si rendessero conto del GRANDE patrimonio umano che hanno tra 
 le mani e che purtroppo, nonostante le piccole iniziative individuali, rimane 
 sempre e soltanto sfruttato al 20%. Tanti giovani caparbiamente cercano la 
 strada giusta per anni, per poi puntualmente annichilirsi nell'anonimato? 
  
 Emilio: Parlaci più specificamente del tuo lavoro lì a Las Vegas. Hai 
 qualche progetto personale in cantiere? 
 Franco: Facciamo cosi: per notizie più specifiche ed aggiornate su di 
 me, invitiamo i lettori a visitare la nuova pagina aggiornata che, molto 
 gentilmente, tu hai inserito proprio qui su Casertamusica nella sezione 
 musicisti. Inoltre (se me lo permetti) sono collaboratore attivo del sito  
 www.saxforum.it dove curo la sezione "Didattica" (nel caso a qualcuno 
 interessasse un filo più diretto con me). Per quanto riguarda il progetto 
 personale, fino all'inverno scorso sono stato alle prese con il progetto di un 
 cantante - poeta spagnolo (Richard Villa), il quale ha voluto che musicassi i 
 suoi versi; comunque ho anche arrangiato e prodotto l'intero lavoro. Tuttavia
 è gia da un po' che ho cominciato a lavorare su un progetto personale, si tratta 
 di un cd tutto mio, con musiche composte ed arrangiate da me. Fondamentalmente 
 sto producendo il lavoro nel mio studio, salve magari qualche ritocco finale da 
 fare con qualche sound engineer.  
  
 Emilio: Beh Franco, cosa dire di più? La nostra intervista "internettiana" 
 si conclude qui. Ti faccio i miei migliori in bocca al lupo, e mi raccomando: 
 facci avere una copia del tuo cd a lavoro terminato! Un abbraccio! 
 Franco: Grazie Emilio, sarà fatto! Auguro a te e Casertamusica di 
 continuare il meritato successo. Ti abbraccio anche io e grazie ancora! 
   
 Consulta: 
 Archivio dei musicisti e gruppi casertani FRANCO VALERIANI Sassofono 
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