Leuciana Festival: Daniele Sepe in "The Perfect Stranger. Frank Zappa"

S. Leucio (CE) - 15 Luglio 2006

Articolo e foto di Massimo Pieri


Teatro dei Serici, Real Belvedere di S. Leucio. “Nessuno ha messo assieme musica e teatro come me. Cerco di ampliare gli orizzonti della musica” (Frank Zappa). Ci vuole molto coraggio per cimentarsi con la figura di un artista che è stato capace di alimentare la propria fama di sfrontato provocatore con un’affermazione del genere. Daniele Sepe, Teatro Segreto e Scatola Sonora ne hanno avuto molto, ma la performance per pochi intimi cui hanno dato vita sabato 15 luglio al Teatro dei Serici, pur gradevole e divertente, non ha reso pienamente giustizia alla poliedricità del personaggio Frank Zappa, musicista innovatore, sociologo, politologo, anarchico e fine intellettuale.
La musica – principale materia prima del lavoro zappiano - ha recitato la sua parte con potenza evocativa. Alcuni classici del suo sterminato repertorio, Peaches En Regalia, It Must Be A Camel, Sofa, ecc. sono stati eseguiti con perizia e personalità dai musicisti presenti sul palco. Da segnalare il debordante sax di Daniele Sepe e l’equilibrata direzione dell’Ensamble cameristico Odeion da parte di Eugenio Ottieri. Meno riusciti gli episodi inediti, poco aderenti alla filosofia visionaria del musicista americano. La scommessa - poi - di creare un effetto drammaturgico aggiungendo al puzzle musicale spezzoni d’interviste, note di copertina dei dischi o descrizione d’alcuni episodi eclatanti della carriera di Zappa , è stata invece vinta solo a metà. Per rendere più leggero il corpo tematico della performance c’è voluta la forza motrice di Gea Martire che ha cercato di tenere in piedi una pur labile commistione fra concerto e teatro musicale (già comune denominatore del medesimo lavoro zappiano). I più ricorderanno con piacere la “cafona fanatica di neomelodico napoletano”, improbabile fidanzata di Gigino, mite fan di Zappa. Eppure i suoi interventi tormentone, che hanno punteggiato tutta la performance, anche se funzionali e dotati di autonomia sintattica, sono risultati avulsi dal contesto tematico e drammaturgico dello spettacolo.
Al di là di puntuali analisi sintattiche, il lavoro sul “perfetto estraneo” è stato in ogni caso appassionato. Alla fine lo sforzo di attori e musicisti presenti sul palco ha reso, se non altro, meno sfocata l’autorevole figura di Frank Zappa. Un contributo per trasmettere alle generazioni presenti e future la luce di uno fra i più grandi geni musicali del secolo scorso.

 

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