| Per la prima volta nella sua storia, il Premio Napoli si sposta in provincia 
 per giungere sino a Capua, per una serie di incontri con gli autori finalisti 
 di questa 52° edizione del premio, grazie alla libreria Uthòpia e alla 
 Cooperativa culturale Capuanova, che già dall’anno scorso fanno parte dei 
 “comitati di lettura” della Fondazione Premio Napoli, partecipando alla 
 votazione che decreta poi i vincitori per ogni sezione letteraria. 
 Capua, Palazzo Fazio, Sabato 9 settembre, ore 18,30 Premio Napoli 2006 - Sezione Saggistica. Presentazione del libro “Guerra 
 totale. Tra bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale 
 1940-1944” di Gabriella Gribaudi (ED. BOLLATI BORINGHIERI).
 Con l’autrice ne parleranno Fiorenzo Marino del comitato di lettura “Capuanova” 
 e Felicio Corvese (Istituto Campano per la Storia della Resistenza). Modera 
 Luigi Di Lauro
 Autorità presenti: S.E. Mons. Bruno Schettino, Arcivescovo di Capua; Dott. 
 Carmine Antropoli, Sindaco di Capua e Col. Pasquale Galluccio, Presidente 
 “Comitato Capua Città Martire”.
 
 Capua, Palazzo Fazio, Mercoledì 13 settembre, ore 18,30
 Premio Napoli 2006 - Sezione Narrativa Italiana. Presentazione dei libri “Il 
 ritorno a casa di Enrico Metz” di Claudio Piersanti (ED. FELTRINELLI), “Una 
 quasi eternità” di Antonella Moscati (ED. NOTTETEMPO).
 Con gli autori ne parleranno Patrizia Papa del comitato di lettura “Uthòpia” e 
 Angelo Agrippa, giornalista de “Il Corriere del Mezzogiorno”. Letture di Elena 
 Starace.
 
 NoteLa riflessione sui bombardamenti e sulle guerre è sempre stata, soprattutto 
 in Italia, vittima di interpretazioni influenzate da rigide posizioni 
 politiche. Gabriella Gribaudi, che insegna Storia contemporanea presso la 
 Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, 
 rifiuta lo sterile dibattito ideologico tra revisionismo e ortodossia per 
 ragionare liberamente sulla guerra, sulla terribile escalation delle armi 
 distruttive cui il secolo passato ha assistito, sulle ragioni e sulle dinamiche 
 della violenza. La guerra vista attraverso gli occhi degli strateghi bellici è 
 una serie di postazioni, di linee, di armi, di tonnellaggi di bombe, di 
 schieramenti su una mappa. Una visione dall’alto che ne rifiuta la drammatica 
 concretezza e la trasforma in una rappresentazione accettabile. L’autrice cerca 
 invece di entrare in una dimensione reale dei conflitti armati attraverso la 
 vita della popolazione, dando un volto agli individui nascosti dietro i numeri 
 della morte seriale, cercando una via d’accesso al vissuto della guerra totale. 
 Per fare ciò si cala sul territorio confrontando la documentazione militare con 
 quella degli archivi locali e nazionali, con le testimonianze, le memorie 
 individuali, familiari, di gruppo, di comunità. L’area geografica messa a fuoco 
 nel testo si può senza dubbio definire esemplare per studiare le dinamiche 
 della violenza nella guerra totale in Europa occidentale. Napoli è stata la 
 città più bombardata d’Italia; il territorio campano e del basso Lazio subì i 
 raid aerei legati allo sbarco di Salerno del settembre 1943 e all’avanzata 
 degli alleati fino alla battaglia di Cassino, sulle cui linee le donne 
 avrebbero sofferto anche gli stupri del Corpo di spedizione francese nel maggio 
 1944. Nello stesso tempo le popolazioni ebbero a subire le violenze della 
 Wehrmacht e furono coinvolte nei combattimenti fra opposte armate. Di fronte a 
 tale situazione estrema il testo prova a rispondere a domande difficili: Quale 
 peso hanno le morti? Quale differenza tra le violenze, quale giudizio diamo 
 noi, quale viene espresso dalla gente che le ha subite?
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