Non gettate cadaveri dal finestrino di Gero Mannella
Caserta - dicembre 2006
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Vi è mai capitato di girare per gli scaffali di una grande libreria e scorrere
i titoli della sezione “Umorismo”? Pensereste legittimamente di trovarvi in
bella mostra classici quali Wodehouse, Campanile, Jerome, Groucho, O. Henry, o
magari autori generazionali quali Benni, Pennac, Adams, Leyner.
E invece no. Sui piani nobili degli scaffali fanno mostra di sé le barzellette
su Totti e tutti i cabarettisti di Zelig coi loro tormentoni in copertina.
Insomma ancora una volta il libro come mera emanazione della tivu, la copertina
patinata che vale più del contenuto. Sfogliate quei libri e vi ritrovate gli
stessi frizzi, lazzi e doppi sensi che intercettate nello zapping televisivo.
Insomma non-letteratura, ma slogan pronta presa.
Gli autori succitati, quelli che hanno coniugato con intelligenza umorismo e
letteratura facendone un genere, se vi va bene li trovate impolverati negli
scaffali rasoterra, spesso in edizioni incartapecorite.
E vi viene da chiedervi: è tutta qui la letteratura umoristica dei giorni
nostri?
Ma poi vi imbattete in un libello nero dal titolo curioso, “Non gettate
cadaveri dal finestrino”, lo sfogliate e vi accorgete che è una scrittura
diversa, fuori dagli stereotipi di maniera. L’autore è Gero Mannella, casertano,
informatico, recensore di jazz, inventore di giochi, una lunga confidenza con
penna e calembour che gli è valso un Premio Calvino, un Premio Troisi ed alcune
pubblicazioni in antologia.
Dall’incontro con un editore emergente alla ricerca di voci fuori dal coro,
quale è Coniglio (audace e pugnace, per contrappasso sul nome) è sortita la sua
prima pubblicazione autorale nella collana dei lemming (tascabili di target
giovanile, a cinque euro).
Ma com’è la scrittura del Mannella?
La critica parla di immaginificità, di ribaltamento dei luoghi comuni, di
giocosità verbale (o verbosità giocosa) di impronta perecchiana, di fragoroso
non sense, alla maniera di Groucho Marx più che di Ionesco, di visionarietà
dada, scevra però da sterile cervelloticità.
Noi diciamo che è una lettura godibile, tersa, mai prevedibile, dove il riso si
leva quando meno te lo aspetti. Si tratta di detective stories improbabili che
ruotano attorno ad un ispettore impressionabile al sangue (che nelle perizie
necroscopiche vomita puntualmente nel berretto dell’attendente) e che arriva
alla soluzione dei casi attraverso percorsi a dir poco obliqui.
Per chi voglia saperne di più sull’autore, sul sito www.geromannella.com
troverà note biografiche, inediti, ed intervista all’autore in un cesso
pubblico. |
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