Casertamusica doc: la seconda serata!

Caserta - 16 Febbraio 2007

Articolo e foto di Francesco Del Prete


La seconda serata del CasertamusicaDoc terzo atto si preannunciava di quelle davvero buone. Il programma, infatti, prevedeva quel vecchio marpione di Almerigo Pota, il giovanissimo e bravissimo Marco Saltatempo e, last but not least, il grande e attesissimo Gino Licata.


Fa sempre piacere ascoltare musica suonata bene, da bravi musicisti. Almerigo Pota appartiene alla categoria a pien diritto come ha dimostrato con la sua versione di Estate di Bruno Martino che ha fatto da sigla all’appuntamento. Un emozionato Almerigo ha saputo atmosferizzare (passatemi il neologismo) i presenti, aiutato ma anche un po’ penalizzato dal buio della sala: è bella l’atmosfera creata dalla musica che al buio ti sorprende ma è difficile, credetemi, suonare cercando di scansare persone, mixer e luci cercando contemporaneamente di non inciampare sul palco dove Almerigo si è seduto per concludere il suo pezzo…complimenti ancora.

La prima dote, la più importante, che un musicista dovrebbe avere è il talento e Marco Saltatempo ne ha da vendere. Se poi si aggiungono anche la bellezza della voce, chiara e cristallina, e la presenza scenica si capisce come non gli manchi nulla per sfondare in un mondo difficile come quello della musica. Un talento, dicevamo, un talento precoce se è vero come è vero che Marco ha vinto il secondo premio allo Zecchino d’oro. “…Una strada già segnata? Sicuramente un percorso delineato fin dalla nascita e che è proseguito per tutta l’adolescenza…” (dal sito www.marcosaltatempo.com).
Ognuno di noi, in quello che fa, nel suo quotidiano, è la diretta espressione del suo vissuto. In campo artistico lo si vede ancora di più: Saltatempo, pur così giovane, ha vissuto diversi “periodi”: quello jazz, quello pop, quello popolare, quello rock, quello funky, quello brasiliano. Oggi fonde tutti i generi che ama in una musica bellissima e originale, a tratti coinvolgente ed emozionante, che lo distingue da altri musicisti emergenti.
Undici le canzoni presentate al CasertamusicaDoc (Piove a dirotto; Finalmente; Vitango; Incantevole; Vanitosa; Luna Calante; Dipende dalle situazioni; Serpente; Si strana; A cuore spento; Bendingfield), eseguite da Marco (che suona anche la chitarra) e dal suo gruppo: “un gruppo bello, fatto da persone simpatiche” – dice Marco – “Stiamo bene insieme, c’è un’atmosfera molto rilassante. Alle batterie c’è Salvio Maiello, il cuore pulsante del gruppo, uno dei pochi batteristi che vanno a tempo; al flauto traverso Marco Cocchinone, l’amico di sempre, al basso Gianluca Lione un tipo davvero in gamba; al piano una new entry, Alessandro Scialla, che mette allegria nel gruppo e col quale si è creata da subito una bella sintonia; alle percussioni Vito Cardellicchio con cui vorrei condividere il mio progetto a lungo”.
A proposito di progetti: Marco ci racconta che i testi delle sue canzoni sono di Maurizio Bernacchia, conosciuto al C.E.T. di Mogol, che parteciperà come autore della canzone “Peccati di Gola” al prossimo festival di Sanremo. “Spero” – ci dice Marco – “che il prossimo progetto che Mogol prenderà a cuore sarà il nostro”.
I lettori saranno curiosi di sapere da dove salta fuori (è proprio il caso di dirlo!) il nome “Saltatempo”: “è nato da un’idea del mio manager e amico, Luca Santoro, che non smetterò mai di ringraziare. Non eravamo ancora a conoscenza del libro (quello di Stefano Benni) e Saltatempo ci sembrava indicato per far capire che vogliamo andare oltre la musica italiana di oggi, le convenzioni, le musiche già fatte, già sentite. Tutto è già sentito, è ovvio, però se si riesce a dare un po’ di originalità penso che ne guadagnino un po’ tutti”.

Il secondo momento della serata è stato riservato all’atteso concerto di Gino Licata.
Il tema conduttore, anche se non dichiarato, del concerto è stato quello dell’amicizia. E questo non tanto per i temi toccati dalle canzoni, anche se di amicizia parlano le bellissime "Vittorio" e "Ciccio", quanto perché amici sono i musicisti che lo hanno accompagnato: amico è il sempre più bravo Pietro Ventrone polistrumentista e arrangiatore che, come ha detto Gino suscitando l’ilarità del pubblico per lo scontato doppio senso, “qualsiasi strumento gli metti in mano lui lo fa suonare”; amico è il bassista Pietropaolo Veltre “…insegnante di intere generazioni di musicisti casertani”; amico è il superlativo Mimì Ciaramella “come sapete Mimì è il batterista degli Avion Travel” - è sempre Gino che parla - “il cui nuovo disco sta battendo tutti i record di vendita… adesso dovrebbe essere a Milano, a promuovere il disco, invece è qui a suonare con me!”; amica è Doralisa Barletta “grande cantante casertana”, che ha prestato la sua voce in un brano.
In genere nelle varie antologie sulla musica napoletana si tende ad indicare come eredi della tradizione classica i cosiddetti neomelodici. Questa affermazione che ho letto in più di un’occasione non mi trova affatto d’accordo: secondo me proprio la poesia (non solo dei testi ma in senso lato) delle canzoni di Gino Licata, moderno menestrello, è il vero anello di congiunzione con la musica classica napoletana. Dirò di più: per i temi che tratta potrei definirlo un moderno Viviani. Come lui, infatti, Gino ama trattare temi che toccano il quotidiano con un occhio particolare alle persone più sfortunate: nella bellissima "Femmene antiche", sua canzone cantata anche da interpreti del calibro di Tosca e Loretta Goggi, si affronta la prostituzione; in "Taratatà" c’è una lettura in chiave ironica ma non troppo, del dramma della disoccupazione vissuto, nello specifico, da un disoccupato ormai quarantenne.
Il concerto di Gino Licata al C.T.S. è iniziato con la bellissima e tenera "Pupella" che parla di come il tempo riesca a cambiare cose e persone, ma non i sentimenti. Di tenore completamente diverso. Il secondo brano, "Lucariè", simpaticissima canzone sull’invidia, bonaria, nei confronti di un fantomatico amico, di nome Luca, ricco, famoso e pieno di donne. È poi venuta la commovente "A‘nnammurata mia", dolcissima serenata che non ha nulla da invidiare alle più famose canzoni d’amore della tradizione napoletana classica. Di "Vittorio", "Ciccio", "Femmene antiche" e "Taratatà" abbiamo già parlato. "Ninna nanna figlia mia" è poi una particolare ninna nanna, per una volta cantata da un papà piuttosto che da una mamma.
Il cantautore ha poi voluto fare un regalo ai suoi spettatori chiamando, a sorpresa sul palco, la casertana Doralisa Barletta eseguendo, in un memorabile ed inedito duetto, "Palazzo Reale". Infine, il cantautore casertano ha salutato il suo pubblico con "Io te voglio bene assaje", classico con il quale ama terminare i propri concerti.
Che dire del concerto nel suo insieme?
Il concerto, grazie anche alle stupende “invenzioni” di Pierino Ventrone al piano e al sax e all’eccezionale valore dei già citati Pietropaolo Veltre e Mimì Ciaramella, è stato il trionfo della melodia. Già solo per questo è stato bellissimo. Poi il carisma di Gino Licata ha fatto tutto il resto. In più bisogna anche dire che è un privilegio assistere ad un concerto di Gino, soprattutto adesso che è impegnato alla realizzazione di un lavoro discografico di importante spessore che sarà prodotto dalla Danny Rose di Sergio Carrubba (per chi non lo sapesse è il regista dei musical di Riccardo Cocciante in Francia). Anche per questo progetto, come per il concerto, l’amicizia sarà un elemento fondamentale e - sono sicuro - ciò che ne risulterà sarà di elevato spessore. Certo ci sarebbero molte cose da raccontare sugli amici musicisti di Gino, amici veri che gli vogliono un gran bene…ma questa è un’altra storia.

Postilla critica

Lungi da me la volontà di scatenare polemiche però devo dire che sono rimasto abbastanza deluso dalla scarsa affluenza di pubblico rispetto alle passate edizioni del Casertamusica Doc. Si dice sempre che a Caserta non ci sono manifestazioni culturali o musicali importanti e a basso prezzo, ma quando poi ci sono, è questo il caso di Casertamusica Doc, tutti quelli che dicevano di essere affamati di cultura hanno sempre qualcosa di meglio da fare. E restano digiuni. Certo posso capire che di questi tempi anche 10 euro (il prezzo del biglietto che comprende due concerti, la sigla dal vivo e una degustazione) possono incidere sulle tasche, ma allora smettiamola di dare la colpa alla mancanza di buone iniziative!

 

Marco Saltatempo

La band di Saltatempo

Vito Cardellicchio

Alessandro Scialla e Marco Cocchinone

Salvio Maiello e Mimì Ciaramella

Almerigo Pota

Gino Licata

Pietropaolo Veltre

Pietro Ventrone

Mimì Ciaramella

Doralisa Barletta e Gino Licata

 

foto di emilio di donato / © Casertamusica

 

 
 

 

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