Festa leuciana a Ferdinandopoli: Una luna per tammorra

S. Leucio (ce), 29 Giugno 2010

Articolo di Valentina Sanseverino e Lella De Lucia, foto di Alessandro Santulli

(Valentina Sanseverino) Ma quanto è bello essere casertana quando, in una calda sera di inizio (finalmente) estate ti arrampichi sotto una luna d’argento fino al “tuo” belvedere illuminato. E ti illudi, per una notte, di riprenderti quello spazio magico che per anni è stato veramente tuo, senza cancelli chiusi, senza prezzi esorbitanti per assistere ad un concerto, senza barriere..
Quanto è bello essere casertana e sentire questa città, immersa nel suo sbrilluccicante torpore, che giace ai tuoi piedi e tu che la bestemmi e poi la ami e poi senti il suo richiamo, un richiamo fatto di nacchere e tamburi.
Quanto è bello essere casertana quando non devi pagare prezzi assurdi per entrare in un palazzo, che è tuo, è di Caserta, e trovare un amico, un’artista, un casertano, che mezzo mondo ha già ascoltato e ama, suonare per te una Tammorra stregata, talmente magica e gialla e tonda da sembrare una luna.
Che Luca Rossi rendesse oro tutto ciò che tocca non è un mistero per nessuno…Ma che riuscisse a farmi sentire felice di essere casertana, bè questo ieri sera non me lo sarei mai aspettato!
Merito di uno spettacolo, “Mamma Tammorra”, che ha incantato il numeroso pubblico dell’anteprima di questo Leuciana Festival 2010; merito di Luca Rossi (tammorre), Loredana Carannante (voce), Vincenzo Faraldo (contrabbasso), Ascanio Trivisano (violino), Andrea Russo (fisarmonica), Alessandro De Carolis (fiati), Carmine Scialla (plettri), Raffaele Natale (batteria) e Ashai Lombardo Arop (danza), protagonisti di una performance curata nei minimi dettagli per puntare dritto al cuore.
Luca presenta sua mamma, la Tammorra, la sua storia, la sua tradizione, la magia del tocco. E quando Loredana fa vibrare la sua voce, al suono di “Iesc’ sol, iesc” si capisce cosa intenda Luca quando dice “Il suono del canto è la vibrazione del tamburo”. La voce di questa donna è ipnotica, struggente; è una mano che ti squarcia il petto e ti stringe lo stomaco nel suo pugno finché non tace. Allora sembra quasi di riemergere da un incantesimo, ma è solo un attimo perché non c’e’ tregua in Mamma Tammorra: Ashai, avvolta da candidi veli, i capelli raccolti in un turbante, il volto coperto da una pioggia di goccioline d’oro si esibisce in una danza suggestiva, un incessante ruotare che non può non ricordare le mistiche danze dei dervisci rotanti di origine turca. C’è tutta la sponda sud del Mediterraneo in questo spettacolo, ci sono suoni, canti, balli dall’Africa, dal sud Italia, dall’Oriente…
La Tammorra di Luca “s’abboff’ e s’ammosc’” mentre passa da Sanacore ad un canto greco – caratterizzato da un incanto di flauti di De Carolis- dalla struggente “Scetate” di Ferdinando Russo – in cui il tocco leggero, ma indispensabile, della batteria di Natale scandisce il ritmo di un canto vecchio più di 100 anni – dalla pizzica tarantolata “Vatt e Son”, con le esibizioni di suggestivi danzatori.
Fino a quella voce, dal fondo del cortile, una voce pura, appassionata e malinconica, davanti a cui anche gli strumenti tacciono: è la signora Chicchinella, in scialle, pantofole e genuinità, che omaggia il Carrus Navali, il Carnevale. Quella festa in cui i ruoli si capovolgono e tutto è concesso, perfino alle donne di “pazziare” con in tamburi. E così, tra un racconto sull’origine del termine “purkiakos” e una poesia “dall’inferno del popolo napoletano”, tra l’impeccabile contrabbasso di Faraldo – perfetto nei tempi, nel suono, nel cuore, come ogni volta, senza bisogno di presentazione – la serata volge al termine e si chiude, sotto quella luna di tammorra, con il pubblico che non si frena più, e improvvisa una tammorriata sotto al palco. Ed io che mi assaporo quel gusto dolce-amaro che hanno a volte i suoni d’estate al Sud, quella gioia di condividere con la mia città e con i suoi abitanti quanto è bello essere casertana in una notte cosi’…

(Lella De Lucia) Questo spettacolo è frutto di un lavoro di ricerca sulle sonorità della tammorra intesa sia come tamburo che come icona della madre terra. Ma è anche qualcosa di più.
Luca Rossi evoca l’essenza di ciò che è considerato mediterraneo, al di fuori dei soliti luoghi comuni, un percorso che parte dalla Campania per approdare sui lidi della più affascinante world music. Un tamburo che evoca il ritmo del cuore pulsante della grande madre terra, dal ritmo ipnotico.
Special guest della serata la signora Chicchinella di Marcianise, che ha regalato un suo canto “a fronna”, apprezzatissimo dalla platea.
Travolgente la danza meticcia della performer Ashai Lombardo Arop, ove tammurriata, pizzica e ritmi africani convivono armoniosamente.

consulta: Festa leuciana a Ferdinandopoli

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