Complesso monumentale di S. Domenico

Pollicinella, canti e suoni del rito

L'Oracolo di Delfi

 

Notti al Museo e Teatri di Pietra

Piedimonte Matese (ce), dal 14 agosto all'11 settembre

Comunicato stampa

“Notti al Museo“, in programma dall’11 agosto all’8 settembre: visite guidate al rinato Mucirama nel complesso monumentale di S. Domenico, proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali dei Teatri di Pietra. La manifestazione è promossa assieme alla Caserta Film Commission e all’associazione culturale Noumenon,
11 Agosto, Notte Glaciale
14 Agosto, Impossible is Nothing
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, cocktail da brivido
- Proiezione
15 Agosto, Dark Night
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, cocktail black
- Proiezione
17 Agosto, Safari
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, sangria
- Proiezione
18 Agosto, Deep Space
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, cocktail spaziali
- Proiezione
20 Agosto, President Night
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, prosecco e finger food
- Proiezione
22 Agosto, Fontana Medina presenta "Pollicinella, canti e suoni del rito" con gli attori, musicisti e cantanti Mario Brancaccio, Patrizia Spinosi, Michele Bone', Virgilio Brancaccio e Giuseppe di Colandrea. regia Mario Brancaccio
Percorrendo a ritroso la via che porta al seducente canto della Sirena Partenope ci si accorge man mano di fare un viaggio nel fuoco giallo e rosso del Vesuvio, nei bollori sulfurei di Pozzuoli e dei Campi Flegrei, nei cunicoli aperti al cielo della Sibilla Cumana, nelle grotte di Virgilio, nelle fiamme delle anime purganti, nelle corse dei “battenti” alla Madonna dell’Arco, nella devozione dei “parenti” di San Gennaro, nel ventre di Napoli, nell’anima di un popolo. E’ qui, in Campania, più che altrove, che il “nascosto” desidera la luce. E’ qui, che il limite che separa la vita e la morte, il sopra e il sotto, l’al di là e l’al di qua, l’immaginario e il reale, è sottile, poroso, friabile. E il popolo lo esprime in una sorta di cantato psicodramma che nei secoli è riuscito a penetrare cultura e suolo.
Ecco, per questo, il proliferare del culto pagano per i defunti, quello cattolico per i santi coi loro Cristi sanguinanti e le loro Madri eternamente dolorose; ecco spiegato il timore del popolo per gli sguardi malefici e le “fatture”, per la cabala, i sogni e i numeri , della passione per tarante, tarantolati e tarantelle.
Da millenni, la nostra terra “ballerina” produce attraverso i suoni e i gesti del suo Hermes psicopompo, Pulcinella, la emblematica immagine di un popolo fragile, malinconico e in uno stato di perenne stupore infantile, ma che, proprio per questo suo carattere, capace di far morire dal ridere e di in Cantare.
Si tratta di un concerto-spettacolo che descrive, attraverso canti popolari e frammenti poetici e teatrali, la nascita e il mito campano della maschera di Pulcinella. Il repertorio parte dal canto sul tamburo e dalle erudite discendenze della maschera Atellana e/o dalla maschera nera “Ater” e/o dal cappello siriaco detto “tutulus”, dalle scene etrusche, dagli Osci e dai Volsci. Prosegue nei testi di Fiorillo, Calcese, Fracanzani, del barone Zezza, del Cerlone, di Altavilla e di Petito. I canti seguono l’iter teatrale: Volumbrella, Si te credisse…, Suricillo, Tarantella di San Michele, Nun vedarraggio maje, Vurria addeventare…, Tarantella del cacare, Tarantella del Guarracino, Tarantella di Masaniello. Il finale esalta il primo contrasto drammatico campano: Il matrimonio di Zeza.
23 Agosto, Shakespirando di e con Piergiuseppe Francione
24 Agosto, Chiostro in blues
25 agosto, ore 21.15, Estreusa/MdaProduzioni presentano "L'Oracolo di Delfi" Ilarotragedia, drammaturgia Sebastiano Tringali, con Carlotta Bruni, Monica Camilloni, Rosa Merlino, Roberta Rosignoli e con Ernesto Lama, Miriam Palma, Sebastiano Tringali
scena e costumi Capannone Moliere, musica originale e della tradizione popolare Marcello Fiorini, regia e coreografia Aurelio Gatti
Tu‚ Pannychis‚ vaticinasti con fantasia‚ capriccio‚ arroganza‚ addirittura con insolenza irriguardosa‚ insomma: con arguzia blasfema. Io invece commissionai i miei oracoli con fredda premeditazione‚ con logica ineccepibile‚ insomma: con razionalità. Ebbene devo ammettere che il tuo oracolo ha fatto centro.[…] Il tuo improbabilissimo responso si è avverato‚ mentre sono finiti in niente i miei responsi così probabili e dati ragionevolmente con l'intento di far politica‚ e cambiare il mondo‚ e renderlo più ragionevole”. Con questa riflessione si conclude la commedia – ilarotragedia dell'Oracolo di Delfi.
Le profezie erano rese dalla sacerdotessa del culto di Apollo‚ la Pitia o Pizia‚ che durante le sue funzioni di officiante di Apollo era solita sedere su di un tripode‚ il simbolo del Dio. Tributari del tempio erano uomini di ogni classe …. La domanda da porre al Dio per bocca della Pizia era affidata ad un sacerdote del tempio‚ il quale la consegnava alla sacerdotessa. L'attesa della risposta di Apollo era scandita da un rituale‚ la sacerdotessa sedeva sul tavolo a tre gambe in attesa dell'ispirazione divina‚ quindi pronunciava la profezia. Cadeva in una sorta di trance ipnotica e solo in quel particolare stato di semicoscienza donava le sue predizioni. Una volta ottenuta la risposta‚ che in genere aveva un significato ambiguo e difficilmente interpretabile in modo univoco‚ la Pizia comunicava il messaggio ad un altro sacerdote che a sua volta lo trascriveva e lo consegnava a chi aveva posto la domanda.
Pizia non dà risposte ma è creatrice del dubbio. Del resto‚ non dovremmo mai smettere di interrogarci ed interrogare gli altri. Peccato che spesso gli uomini rifuggano dal dubbio e non coltivino la loro capacità di raziocinio ma‚ “per amore del quieto vivere”‚ preferiscano accettare acriticamente tesi precostituite e addirittura - triste verità - “inventarsi le teorie più assurde per sentirsi in perfetta sintonia con i loro oppressori”. E la Pizia è interprete prima della týche‚ il caso‚ ciò che sfugge alla previsione dell'uomo e determina‚ al di là della volontà e della coscienza dei protagonisti‚ il gioco capriccioso degli eventi. La sacerdotessa ricorre con frequenza agli equivoci‚ agli intrighi‚ ai riconoscimenti‚ fino all'apparizione finale del “deus ex machina”.
Una ilarotragedia da Plutarco e dal Mito riletta nella drammaturgia di Sebastiano Tringali: Pizia, visionaria, al tramonto e prossima alla morte, un Tiresia, consapevole e un po' spietato, un Faccendiere da Cuma ( sede di un'altro oracolo...) venditore dei responsi ma anche scellerato, le sacerdotesse, Edipo , Antigone e gli altri, declinati all'infinito....tutto si svolge in altopiano del centro del Mediterraneo, forse Delfi .
L'artista siciliana Miriam Palma, nelle vesti della Pizia, alterna sonorità mediterranea ai riti arcaici del cunto, Ernesto Lama, il faccendiere e una sorta di badante della Pizia, viene da Cuma – dall'antro della Sibilla, e non può che essere partenopeo nel dire e fare. La flemma del vecchio Tiresia interpretato da Sebastiano Tringali, il cieco Edipo che parla per musica ( la fisarmonica di marcello Fiorini) eppoi Giocasta, Antigone e la Sfinge attraverso una camaleontica Roberta Rossignoli e le vestali/sacerdotesse del Tempio di Apollo, Carlotta Bruni, Monica Camilloni e Rosa Merlino.
Tutti ingredienti di una commedia, amara, in cui accanto ai temi del mito nasce la riflessione sulla menzogna, prodotta - comunicata e propagandata dal potere senza scrupoli, capace di asservire anche “l'oracolo” ai propri fini e di ridurre tutto alla rappresentazione e alla celebrazione del potente di turno.
27 Agosto, Italian Style
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, sangria
- Proiezione
29 Agosto, Presenze
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, cocktail da paura
- Proiezione
1 settembre, I supereroi
- ore 19, visite guidate
- ore 20:30, aperitivo e dolcetti
- Proiezione

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