Lettera sul "Settembre al borgo" 

Riflessione su un evento che dovrebbe rappresentare la punta di diamante degli eventi casertani

Articolo di Roberta Cacciapuoti

Quest'anno Casertamusica&arte non è stata tra le testate accreditate per seguire la rassegna annuale del "Settembre al borgo". I collaboratori del portale non hanno quindi potuto osservare da vicino le attività della rassegna, e per correttezza e dovere di cronaca è giusto avvertire il lettore. Ciò non vuol dire che alcuni collaboratori del portale - io in particolare, che ho deciso di scrivere queste riflessioni - non abbiano per altre vie seguito comunque la rassegna, recandosi al Borgo di Casertavecchia per assistere ad alcuni concerti, o semplicemente per passeggiare, e abbiano quindi mostrato interesse nei confronti di un progetto che ha impiegato ben 400.000 euro di soldi pubblici.
Questo articolo vuole essere una riflessione, mia, su un evento che dovrebbe rappresentare la punta di diamante degli eventi casertani - se ci basiamo sui fondi pubblici ricevuti, sui soldi impiegati - che riesce, però, ben poco a realizzare il suo intento principale, che dovrebbe essere, a mio parere, riuscire a "portare pubblico" in un luogo in genere poco frequentato seppure bellissimo, appunto il Borgo di Casertavecchia.
Più che una rassegna a tema, il "Settembre al borgo" di quest'anno mi è sembrato un'accozzaglia di concerti - dei quali, oltretutto, soltanto due hanno registrato il tutto esaurito, dato che sorprende se si considera il prezzo del biglietto e la quantità esigua di posti da riempire -, concerti sicuramente di alto livello qualitativo, nessun dubbio a riguardo, ma davvero ben poco allineati tra loro.
Ma torniamo a quello che dovrebbe essere l'intento della rassegna: spingere le persone a visitare il Borgo, a ridargli vita e lustro. L'obiettivo non viene raggiunto perché il pubblico si reca al borgo per assistere al concerto, al termine del quale torna a casa, una location vale l'altra quindi - anzi per molti quella del borgo è solo un po' più "scomoda" da raggiungere-. Le persone non sono spinte a visitare il Borgo, semplicemente perché in quei sette giorni di rassegna - a parte i concerti - non offre nulla di diverso da quello che solitamente offre, ovvero qualche piccola bottega, il suo belvedere, le sue passeggiate. Insomma, concerti a pagamento pieni a metà, concerti gratuiti in piazza poco frequentati, tutto molto lautamente finanziato.
Da frequentatrice abituale di festival, rassegne, eventi di ogni genere in provincia di Caserta e non, posso dire con quasi assoluta certezza che molto di più si potrebbe fare per il Borgo, coinvolgendo - ad esempio - innanzitutto le tantissime realtà culturali e artistiche presenti sul territorio casertano.
La mia riflessione è una confessione di amarezza, per una realtà che vorrei ben più dinamica e viva, ma che anno dopo anno mostra il suo non ammesso fallimento.

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