Duel Village: musica classica sul grande schermo

Caserta - dal 5 febbraio 2014

Comunicato stampa

La musica classica approda sul grande schermo con MusicEmotion e la Filarmonica della Scala. Dal 5 febbraio al 9 aprile al Duel Village di Caserta ben quattro concerti, quattro eventi unici, diretti da Daniel Harding, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti e Gianandrea Noseda. Se la musica è un rito. Al cinema diventa spettacolo. Si parte mercoledì 5 febbraio con due dei giovani interpreti più in vista del panorama musicale internazionale, Daniel Harding, insignito del Premio Abbiati come miglior direttore del 2011, e Lars Vogt, uno dei maggiori pianisti della sua generazione, che daranno vita a due partiture imprescindibili del repertorio sinfonico: il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in re min. Op.15 di Johannes Brahms e ‘Le sacre du printemps’ di Igor Stravinskij. Due punti fermi della musica classica e particolarmente rappresentativi di due fasi storiche di profonda trasformazione: l’Ottocento post beethoveniano e il primo Novecento che ha generato i movimenti d’avanguardia. A introdurre il concerto, il regista Francesco Micheli, direttore artistico di Macerata Opera Festival, che farà entrare lo spettatore nel cuore del Teatro alla Scala (con la possibilità di vedere luoghi off-limits per il pubblico in sala come il retropalco e l’area dei camerini) e intervisterà direttori d’orchestra, solisti, professori della Filarmonica e critici musicali. Sarà così possibile non solo inquadrare storicamente i brani presentati, ma anche essere coinvolti venendo a contatto con i musicisti e con il più importante teatro del mondo. Il cinema consentirà insomma di abbattere la barriera che solitamente divide pubblico e artista.
Tutte le date in calendario
5 febbraio, Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in re min. Op.15 di Johannes Brahms e ‘Le sacre du printemps’ di Igor Stravinskij, diretti da Daniel Harding
26 febbraio, ore 19.30, Omaggio del Maestro Myung-Whun Chung e della Filarmonica della Scala di Milano a Brahms e Beethoven.
Il concerto, della durata di due ore, vedrà infatti l’esecuzione della Sinfonia n°6 in Fa maggiore Pastorale op. 68 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n°4 in Mi minore op 98 di Johannes Brahms. Myung-Whun Chung, allievo ed assistente di Carlo Maria Giulini, omaggia con questo classico il grande direttore italiano di cui ricorre il centenario della nascita. Beethoven intraprese la composizione della Sinfonia n. 6 nell’estate del 1807, e la condusse a termine nel maggio 1808. La sinfonia è insolitamente costituita da cinque movimenti, ciascuno dei quali reca un’indicazione programmatica: con la Sesta Beethoven rilegge e supera il descrittivismo settecentesco sostituendolo romanticamente con una rappresentazione della natura attraverso il sentimento dell’uomo. Scritta tra il 1884 e il 1885 la Sinfonia n. 4 di Brahms è la penultima opera sinfonica del compositore: costituisce un edificio sinfonico di inaudita complessità culminante nel grandioso finale, un succedersi di 35 variazioni su un tema derivato dalla Cantata BWV 150 “Nach dir, Herr” di Bach, che allude scopertamente alla musica preclassica, e in particolare alla forma della passacaglia. Anche questa volta a introdurre il concerto sarà il regista Francesco Micheli, direttore artistico di Macerata Opera Festival, che farà entrare lo spettatore nel cuore del Teatro alla Scala (con la possibilità di vedere luoghi off-limits per il pubblico in sala come il retropalco e l’area dei camerini) e intervisterà direttori d’orchestra, solisti, professori della Filarmonica e critici musicali. Sarà così possibile non solo inquadrare storicamente i brani presentati, ma anche essere coinvolti venendo a contatto con i musicisti e con il più importante teatro del mondo. Il cinema consentirà insomma di abbattere la barriera che solitamente divide pubblico e artista.
19 marzo, ore 19,15. Le sinfonie e i brani di Ottorino Respighi e Alfredo Casella questa volta sono affidate alla bacchetta del Maestro Gianandrea Noseda, Direttore musicale del Teatro Regio di Torino e direttore ospite principale dell'Orchestra Filarmonica di Israele, e al violoncello di Enrico Dindo, Direttore stabile dell'Orchestra da Camera I Solisti di Pavia. Fin dai primi anni di attività la Filarmonica della Scala ha sistematicamente promosso il repertorio sinfonico italiano. Questo concerto include la prima esecuzione alla Scala della monumentale Seconda sinfonia di Casella: una pagina che documenta la ricchezza e il cosmopolitismo della scena musicale italiana del '900. Respighi presentò una Prima Suite di Antiche danze e arie, trascritte da originali per liuto, nel 1917. L'esecuzione all'Augusteo di Roma, riscosse un caloroso successo che indusse il compositore a licenziare, nel 1923, una Seconda Suite per orchestra, che fu ascoltata per la prima volta a Cincinnati nel 1924 e comprende quattro brani risalenti ai secoli XVI e XVII. Nel 1930 la multiforme e frenetica attività musicale di Alfredo Casella lo porta a fondare il Trio Italiano insieme al violinista Alberto Poltronieri e al violoncellista Arturo Bonucci, per cui scrive il Triplo Concerto. Per Bonucci scrive invece nel 1935 il Concerto op.58, una delle pagine concertanti più riuscite del Novecento italiano, in cui l'impostazione puramente neoclassica dei lavori precedenti si accende di tensioni moderniste debitrici in particolare a Hindemith. Testimonianza delle molteplici influenze che si intrecciano nell'opera del giovane Casella è la trascinante Seconda Sinfonia, un lavoro monumentale e appassionato che costituisce forse il più importante riflesso dell'opera di Gustav Mahler sulla musica italiana e accoglie echi di danza e ritmi militari in una costruzione di sicuro esito emotivo e spettacolare.
9 aprile,  ore 19, il Maestro Daniele Gatti ci condurrà in un percorso coinvolgente nella musica austro-tedesca a cavallo fra Ottocento e Novecento, epoca di straordinaria trasformazione del linguaggio musicale.
Verranno eseguite la Sinfonia n° 3 in Fa maggiore op. 90 di Johannes Brahms, il Don Juan  poema sinfonico op.20 di Richard Strauss e tre pezzi per orchestra op. 6 di Alban Berg. Tre brani che richiedono a direttore e orchestra impegno, profondità, virtuosismo e capacità analitica. Un tour de force strumentale, intellettuale ed emotivo che conferma lo stretto legame tra il maestro milanese e l’orchestra. Don Juan, scritto tra il 1887 e il 1888 ed eseguito per la prima volta a Weimar l’11 novembre 1889 per la direzione dell’autore, è, insieme al Macbeth degli stessi anni, il primo dei poemi sonori che riveleranno le spettacolari qualità di orchestratore del giovane Strauss. Berg compose i Tre pezzi per orchestra op.6 nel 1913/14 e li dedicò a Schönberg in occasione del suo quarantesimo compleanno. I Tre pezzi portano alle estreme conseguenze la riflessione sull’eredità mahleriana segnando al contempo la raggiunta maturità di un Berg non ancora trentenne imponendosi tra i punti di svolta della musica del nuovo secolo. A introdurre il concerto, il regista Francesco Micheli, direttore artistico di Macerata Opera Festival, che farà entrare lo spettatore nel cuore del Teatro alla Scala. Sarà così possibile non solo inquadrare storicamente i brani presentati, ma anche essere coinvolti venendo a contatto con i musicisti e con il più importante teatro del mondo.

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