Il Mitreo Film Festival sulle note degli 'A 67con "Camorra Sound"

Santa Maria Capua Vetere (CE) - 10 ottobre 2014

Articolo di Alessia Aulicino

Si é conclusa venerdí 10 ottobre l'anteprima della XIV edizione del Mitreo Film Festival, la rassegna di eventi che hanno anticipato l'inizio della maratona di film in partenza dal 20 novembre al ''Teatro Garibaldi'' di Santa Maria Capua Vetere. Ospite della serata, tenutasi all'info point del Mitreo, é stato lo scrittore emergente (ma giá volto noto del panorama musicale) Daniele Sanzone, che ha presentato la sua opera prima "Camorra Sound", libro uscito nelle librerie la scorsa estate e che ha giá incontrato il meritato successo, ottenendo moltissime recensioni positive sui piú importanti quotidiani nazionali.
Frontman del gruppo rock '' 'A 67", Daniele Sanzone é nato a Napoli nel 1978 e ha passato tutta la sua infanzia e adolescenza nel difficile quartiere di Scampia. Laureatosi in Filosofia all' Universitá Federico II, ha cominciato giovanissimo a girare per il mondo insieme alla sua band. Oggi ha all' attivo moltissime collaborazioni con importanti cantautori e scrittori italiani, come Edoardo Bennato, Teresa De Sio, Mauro Pagani e Roberto Saviano. E' stato insignito di numerosi premi, tra cui: Siae (2004) , Amnesty (2006) e collabora con testate giornalistiche quali: "Il Corriere del Mezzogiorno", "La Repubblica" e "Il Fatto Quotidiano''.
A presiedere la serata la presidentessa del Mitreo Paola Mattucci con la partecipazione della giornalista Livia Iervolino, di don Stefano Giaquinto , dell'avvocato Luca Viggiano e di tutti gli '' 'A 67" che hanno ravvivato la serata con numerosi intermezzi musicali. Il tema principale: il rapporto tra la musica napoletana (sia impegnata che popolare) con la camorra, č questo ció di cui tratta "Camorra Sound".
"Se vuoi sapere se un popolo é ben governato, e se le sue leggi sono buone o cattive, esamina la musica che fa."
Si apre con questo aforisma di Confucio il libro di Sanzone, che subito, ancor prima di leggere le prime righe, pone un quesito controverso: "cosa potremmo comprendere di Napoli, mettendo il caso di conoscere la sua sola musica?" o ancor meglio: "Quali sono, navigando in quell' infinito repertorio musicale della storia napoletana, le canzoni che meglio rappresentano la sua anima?''
Ed č con questa premessa che comincia un viaggio lunghissimo nella cultura partenopea, passando per la definizione della figura de “il guappo buono” (termine con cui l’ex sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino epitetň il defunto Mario Merola nel giorno delle sue esequie), il quale aldilŕ dell’enfatizzazione del buonismo popolare, resta comunque un malavitoso; fino alla acclamatissima serie tv “Gomorra”, sulla quale lo scrittore fa trapelare un po’ di scetticismo: “Non č brutta”. Afferma.‘’Ma č rimasta ad una visione della camorra vecchia di almeno dieci anni.”
Il libro si conclude con una serie di interviste approfondite ad una vasta schiera di colleghi ( da ‘O Zulů dei “99 Posse”, a Caparezza), a cui viene posta la stessa domanda: ”Se la sceneggiata di Pino Mauro e Mario Merola, cosí come certa musica neomelodica, spesso ha cantato la camorra, perché invece la “musica impegnata” non ha mai preso posizione contro?”
Credi che tutti gli autori abbiano detto la veritá?” Chiede la giornalista Iervolino a fine intervista.
Credo di si.” Risponde Sanzone. “Qualcuno ha dato spiegazioni vaghe, ma non fa nulla. In fondo il non rispondere č giá una risposta.

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