8 marzo: valori in crisi?
di Lorenzo Di Donato

 

 

La giornata dell’otto marzo è diventata, purtroppo, un momento di consumismo ed una sorta di "pegno da pagare" per le cattive coscienze che ancora considerano le donne qualcosa in meno degli uomini.

Se l’8 marzo gruppi di donne lo festeggiano in ristoranti e pizzerie per una chiacchierata salutare, altri gruppi di donne si incontrano in locali che propongono piccole e grande trasgressioni, anche striptease maschili, o, in abbigliamento stravagante, tirano a fare giorno in affollate e rumorose discoteche.

Come appaiono lontani gli impegnati 8 marzo degli anni ’60-’70 !

Le nostre giovani alunne arrivavano a scuola marzo stringendo nervosamente tra le mani un mazzetto di mimosa, determinate a sfidare anche la canzonatura ed il sorrisetto di compatimento – gli sciocchi sono sempre esistiti!- pur di rivendicare la loro voglia di porsi accanto agli uomini, ed anche contro di essi, per la loro capacità di spendere, in piena parità e dignità, le loro risorse professionali, amministrative, gestionali.

E quelle loro lontane battaglie hanno oggi portato a più diritti dei lavoratori con prole, a più facilitazioni alle mamme ed ai papà quando desiderano o debbono accudire i propri bambini, alle donne vigili urbani, alle donne poliziotto, alle donne soldato, anche top gun, a vivere nella famiglia con rapporti mutati con il marito o compagno, oggi sempre più disponibile e capace di destreggiarsi con i pannolini e tra i fornelli.

Lontane appaiono anche le tante battaglie contro la donna bambola, la donna oggetto, la donna sexi, vincente per le sue seduzioni. Oggi -plagiate dalla rappresentazione fatta quotidianamente dai mass media che mostrano donne di successo con un corpo sempre più nudo, perfetto, virtuale, standardizzato- imperano seni, gambe, pance e sederi scoperti, reggiseno che tira su, calze che tirano su, vestiti che mostrano su e giù, ginnastiche e diete massacranti capaci di far "tenere" la linea oggi di moda. Sembra che poco importa se tutto ciò viola ed offende la loro femminilità e mette in nessun conto i valori posseduti e condivisibili.

Tutto ciò è dovuto ad una crisi di valori o al non riuscire a trovare una propria dimensione nella società e nella famiglia scaturite da quelle lotte?

articolo foto e illustrazione di Lorenzo Di Donato
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