Passeggiate casertane: La cappella di San Rocco

Sogno di un mattino di mezz'agosto

di Lorenzo Di Donato

pubblicato il: 17 Agosto 2002


Casertavecchia, chiesa di San Rocco - fonte EPT Caserta

 

 

Casertavecchia, 16 Agosto... Sull'antica Caserta, là dove s'incrociano le strade provenienti da Caserta e da Casola, Pozzovetere e Sommana, la piccola Cappella di san Rocco accoglie con semplicità i visitatori, che quasi sempre la degnano solo di uno sguardo distratto.


Essa, come testimonia la piccola lapide posta alla sinistra dell'ingresso, è lì da almeno quattrocent'anni a custodire gelosamente il culto che i casertani del monte hanno per il santo che nel XIV secolo percorse l'Italia curando e soccorrendo quanti venivano colpiti dall'epidemia di peste, che allora imperversava un po' dappertutto. 


La Cappella fu voluta dagli antichi casertani proprio per impetrare da san Rocco la sua protezione ed edificata lì proprio perché fosse a guardia del borgo e dei suoi abitanti. Sembra di vederli, il sedici di agosto, i confratelli del SS.Sacramento e del Monte dei Morti, col Capitolo della Cattedrale, il Vescovo, il Governatore con i Cavalieri e le loro gentildonne, gli armigeri con i loro stendardi ed i popolani del Borgo formare una lunga processione e recarsi alla Cappella per ringraziare il Santo per la sua protezione, invocarne la benevolenza ed invocarne l'intercessione di essere costantemente preservati dal flagello della peste, così spaventosa e desolante. E rivedi, ancora, nell'ottava di Pasqua, la processione, le preghiere, le invocazioni ripetute con uguale intensità, mentre i ringraziamenti dei devoti per la costante salvaguardia ricevuta dal Santo si concretizzano con un affresco sopra la porta, o con quello sull'altare, o, ancora, con quelli alle pareti od alla volta. Ora candelabri dorati, ora scanni ed inginocchiatoi, quell'anno l'altare in muratura in sostituzione di quello in legno, l'altro anno quello in marmo, finalmente!, abbelliscono sempre più la Cappella, a maggior gloria ed onore al Santo. 


Oggi dell'antico splendore rimane poco. Non così il culto degli abitanti del vecchio Quartiere montano per il loro Santo protettore, che ancora oggi li vede, il sedici di agosto, proni ai suoi piedi, con una santa Messa officiata da don Pietro De Felice, che, nell'omelia semplice ed efficace, invita tutti all'imitazione di san Rocco nella sua dedizione agli ammalati, ai sofferenti. 


Ed intanto, quando si socchiudono gli occhi e l'animo è più rapito nelle preghiere al Signore, sembra di sentire, sommesso e mesto, il salmodiare dell'antica processione. E' reale ed allegro, invece, nella chiesetta, il cinguettio ed il volo di rondini dal nido sulla mano sinistra del Cristo in Croce a quello sulla controfacciata o nella sacrestia. E gli affreschi deteriorati, non curati, qualche ragnatela sfuggita all'attenzione delle devote che hanno fatto pulizia, quell'impossibile cagnaccio di terracotta messo accanto alla statua di san Rocco che ha più piaghe di quanto il Signore inflisse al Santo, quel fascio di fiori di plastica che rende difficile trattenere il sorriso, la fresca aura dell'ora mattutina, tutto contribuisce a farti sognare tempi e spazi ormai quasi inimmaginabili.

 

 

 

Immagini della Cappella di San Rocco

 

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