Storia della musica casertana: l'Ottocento

Storia musicale di Caserta dal Medioevo ad Oggi - Parte 3

Intervista a Giuseppe Bruno di Pia Di Donato


Prima parte - Seconda Parte

 

Pia. Terzo appuntamento della panoramica: l’800. Facciamo un po’ il punto della situazione
Peppe. Certo, Caserta non è più un villaggio, ma l’aumento della popolazione (e del livello culturale della stessa) è legato soprattutto alla Reggia. Molti dei personaggi che citeremo vengono da Napoli e si stabiliscono a Caserta o viceversa: in definitiva la vera vita culturale e la corte è a Napoli, noi viviamo di “luce riflessa”. La musica non sempre è l’attività primaria per quelli che incontreremo. Lo studio della musica, al tempo, era fatto con metodi più rigidi di quelli attuali e quindi – a parte “le signorine di buona famiglia” che ne imparavano i rudimenti per intrattenere gli ospiti –i musicisti seguivano studi seri e completi. Per esempio Parravano, che ebbe maestri famosi per la composizione e il contrappunto, era un farmacista mentre Michele Ruta diventerà addirittura direttore del Conservatorio di Napoli

Pia. Sono solo questi due i musicisti di cui parliamo?
Peppe. No, sono veramente tanti. Giusto per fare un elenco li nominiamo tutti: Michele Ruta, Tommaso Orlando, Pasquale Varone, il parroco Domenico Brignola, Mariano Marzano, Achille Berni-Canani, Raffaele Ascolese, De Fabritiis e Costantino Parravano. Li ricordo bene tutti poiché ho fatto una ricerca che mi ha portato a trovare alcuni dei loro manoscritti e che, in parte, ho pubblicato in “Musicisti Casertani del XIX secolo” a cura del Comune di Casagiove e con il patrocinio dell’Università Popolare di Caserta. Attenzione però che questo elenco si riferisce a quei nomi legati in qualche modo alla città di Caserta: basta spostarsi di pochi chilometri per incontrare fior fior di musicisti quale ad esempio Cimarosa ad Aversa (1749-1801)


Pia. Vuoi parlare di qualcuno in particolare?
Peppe. Cominciamo da Achille Berni Canani. Nato a Caserta nel 1888, avvocato, ricoprì cariche pubbliche, fu conferenziere, scrittore di opere patriottiche e musicista. Alcune delle sue opere sono andate perdute in seguito all’incendio della sua casa subito dopo il suo trasferimento a Napoli. Si conoscono ufficialmente solo due opere liriche “Fiamma” e “Luciana” e inoltre scrisse una piccola storia della musica accentrata su alcuni musicisti di spicco quali Beethoven e Mozart. Quest’opera è alla Biblioteca Nazionale mentre non abbiamo alcuno spartito musicale. Diverso il caso di Costantino Parravano (1841-1905): era un farmacista, fece parte della giunta comunale, fu presidente della Camera di Commercio, ma fu soprattutto musicista e “compositore politico”. Figura di spicco nella vita culturale casertana, nonostante fosse stato indirizzato a seguire le orme paterne, dimostrò spiccata predilezione per la musica tanto da diventare allievo del Regio Collegio di Musica di Napoli, avendo come maestro di pianoforte Michele Ruta – compositore, ma che è anche ricordato per la competenza critica e di storia della musica- e Saverio Mercadante per la composizione. Divenne maestro di contrappunto, compositore di successo e vasta e varia fu la sua produzione: “Isaura da Firenze”, melodramma in tre atti su versi di Giuseppe Inglese -rappresentata al Teatro Municipale di Ferrara nel 1861 (quindi a solo vent’anni!)-, “Colpa e Castigo”, melodramma in tre atti suoi versi -rappresentata al Teatro Bellini di Napoli nel 1867-, “Ginevra di Monreale”, dramma lirico in quattro atti su versi di Enrico Golisciani -rappresentata al Teatro Dal Verme di Milano nel 1878. Tutte queste opere furono accolte con entusiasmo sia dalla stampa locale che nazionale ma non vanno dimenticate quelle mai state rappresentate- fra cui “Piccola Donata”, “I Burrocchi” e “La Dama Bianca”,- i quartetti musicali e vocali, pezzi vari per pianoforte e altri strumenti fra cui una “Ballata lirica” dedicata alla signorina Gilda Ruta.

Pia. Gilda Ruta, figlia del suo maestro di pianoforte Michele?
Peppe. Sì, proprio lei e qui vorrei accennare a due curiosità. La prima riguarda proprio la signorina Gilda, nata a Napoli, allieva di Liszt grazie alla lettera di presentazione di Martucci che scrive “…La Principessa D’Ottaviani vi ha presentata o vi presenterà la signorina Gilda Ruta, la quale desidera che anch’io vi prego di accordarle la vostra alta ed efficacissima protezione….Essa è senza dubbio una donna d’ingegno e le sue composizioni, specie quelle per canto, mi pare siano scritte bene, con sentimento, spesso con slancio d’ispirazione. Le auguro che la vostra impressione sia una conferma di questo parere”
Gilda, concertista e compositrice si affermerà in America dove si stabilì nel 1856. La seconda curiosità è relativa all’abitudine di questi compositori di “dedicare” i pezzi, vuoi ai propri alunni prediletti, vuoi a “distinte signorine” come si può notare da alcuni frontespizi che pubblichiamo e che chiamerei una “posteggia elegante”
Il padre di Gilda, Michele Ruta, oltre che compositore è ricordato per lavori di critica e storia della musica
Ma ritorniamo a Parravano che, dopo la morte del padre (1873) “si addottorò” in Farmacia e si occupò della farmacia di famiglia in via Iolanda Margherita (oggi Via Mazzini) fino alla morte. È sepolto nel cimitero di Caserta nella tomba di famiglia. Ancor oggi le sue composizioni sono conservate dai discendenti che abitano a Caserta.

Pia. Una persona notevole questo Parravano, un personaggio più “casertano” degli altri visto che è nato ad Alife ma poi è sempre vissuto a Caserta. Non così è stato per gli altri
Peppe. Infatti, prendiamo ad esempio Tommaso Orlando, compositore e pianista: nacque a Caserta ma morì a New York e svolse la sua attività artistica prevalentemente a Napoli, dove riscosse lusinghieri successi. Si affermò anche come editore di musica con rappresentanze a Torino e a Genova

Pia. Finalmente uno che “si è fatto i soldi” con la musica!
Peppe. Ma quando mai! Si racconta che “aveva una botteguccia in sul finire del vico lungo di Celso, non lungi dalla traversa che mena al largo della Carità e dove non era luce, neppure nel pieno meriggio, sicchè tutto il dì dava luce una lampada a gas con assai modesta fiammella”. Quindi a Torino e a Genova aveva una persona che, oltre alla sua, aveva altre rappresentanze e che ogni tanto richiedeva una delle sue pubblicazioni. Poca cosa insomma, tanto è vero che emigrò in America e a New York ebbe una intensa attività artistica. Ebbe infine una crisi mistica e diventò sacerdote, nonostante avesse avuto una lunga convivenza dalla quale erano nate due figlie.

Pia. Ma tutte queste notizie dove le hai recuperate?
Peppe. Sono andato personalmente a trovare i discendenti, un po’ svaniti ma con quella voglia di raccontare tipica delle persone anziane che ricordano più quello che è successo cinquant’anni prima che cinque minuti fa . Da dire che oltre alla produzione prettamente personale molti di questi “musicisti”, fra cui Orlando, scrivevano tante cose. Per esempio era in voga fare delle riduzioni delle opere, delle fantasie, delle elaborazioni per pianoforte in cui l’aria famosa, ridotta per un solo strumento, veniva arricchita da variazioni originali. Era proprio questa attività quella che rendeva di più perché utilizzabile da quanti suonavano per diletto nei salotti o negli spettacoli.

Pia. Ma sei l’unico che è andato a “riscoprire” il nostro passato musicale?
Peppe. No. Mi piace ricordare la figura del dottore Russo, farmacista in Piazza Ospedale, che organizzò 20-30 anni fa una rassegna su Antonello da Caserta insieme a Gianfranco Salvatore. Entrambi facevano parte di un’associazione culturale con un proprio fondo cassa che serviva a finanziare pubblicazioni o, come in questo caso, delle rassegne.

Pia. Notizie su gli altri che abbiamo nominato?
Peppe. Michele Ruta, che possiamo considerare casertano “acquisito”, faceva il maestro di Cappella al Duomo e abitava a Via S. Giovanni. Una particolarità è che compose canti patriottici. Un figlio nacque a Caserta mentre Gilda, come detto, nacque a Napoli dove si era trasferito anche per la sua carica di direttore del conservatorio. Il Parroco Brignola, tipico sacerdote “illuminato” ovvero aperto culturalmente tanto da produrre inni anche in collaborazione con Varone, che a sua volta è stato allievo di Mariano Marzano, prolifico compositore e didatta al quale si deve quasi una “scuola casertana”.

 

Pia. Quanti personaggi abbiamo scoperto! Cosa ci aspetta i seguito?

Peppe. Parleremo di "musica leggera" e di un festival canoro casertano e... non voglio dire di più per incuriosire chi ci leggerà

 

Frontespizio di "Canti Patriottici" di Michele Ruta

 

Frontespizio della composizione "Cascata di Caserta Di Tommaso Orlando

 

Frontespizio della composizione "dedicata" di Mariano Marzano "Momenti Felici"

 

 

 

 

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