La Casa del Fascio

Ovvero Piazza Mercato negli anni 40 dello scorso secolo

Articolo e foto di Lorenzo Di Donato


(pubblicato il 1° Sett. 2006). La ex Casa del fascio in Piazza Matteotti, una volta piazza Mercato, è in ristrutturazione; così anche l’area del mercato e l’ex Piazza Commestibili, poi Istituto Case Popolari. Potremmo aggiungere anche un bel “Finalmente!”, dato lo stato di degrado in cui era questa parte di Caserta.
Io ho sempre collegato l’ex Casa del fascio e Piazza Mercato alle istruzioni paramilitari che si tenevano, intorno al 1940, il sabato pomeriggio nella parte della piazza mercato ad essa antistante. Allora la piazza era in terra battuta.
In quei tempi, scolari delle elementari, alunni delle medie, studenti degli istituti superiori e loro maestri e professori, tutti vestiti con la rispettiva divisa fascista –Figli della lupa, Balilla, Avanguardista, Camice nere- erano tenuti a partecipare, ogni sabato pomeriggio, all’addestramento militare che si svolgeva in Piazza Mercato, davanti alla Casa del fascio, sulla cui facciata campeggiavano tre fasci littori: un fascio di verghe ed una scure tenuti assieme da una coppia di legacci. Gli alunni o studenti di ciascuna classe formavano una “squadra”, al comando del proprio maestro o professore o professore di Educazione fisica.
Guai a chi, essendone obbligato, eludeva in tutto od in parte l’impegno di addestrarsi alla “difesa della Patria”. Vedi Pio, mio fratello, che fu rimandato in Educazione fisica e Disegno per essersi ripetutamente sottratto all’obbligo delle paramilitari e Gaetano, un mio cugino, che fu minacciato dai carabinieri di severe punizioni se avesse continuato a disertarle. In effetti fu graziato da pene severe perché era nipote del prof. Ventriglia, poi preside dell’Istituto Tecnico Commerciale “Terra di Lavoro”.
Io, invece, come tutti i bambini, ero affascinato dalla divisa: rubavo le giberne di mio fratello Pio e me ne pavoneggiavo, anche se i Figli della Lupa, ed io lo ero, non avevano giberne, che invece erano in dotazione ai giovani avanguardisti. Partecipai , in 2° elementare, anche al concorso per caporale dei Figli della Lupa, che fu vinto, nella e per la mia classe, da un manesco e robusto mio compagno di classe, che odiai ancora di più. Di un educato bambino come me, e per di più di minuta costituzione, ne faceva un solo boccone!
Anche il mio maestro Pace, da me amato e rispettato, era tenuto a venire a scuola il sabato mattina in camicia nera. Ricordo l’estremo nervosismo che lo pervadeva quelle mattinate e le punizioni corporali che ci infliggeva per un nonnulla, lui che abitualmente era alieno dall’infliggerle e che, pervaso da alti ideali, ci educava con la lettura in classe dei libri “Cuore” e “Pinocchio”, che sorteggiava, a fine lettura, tra gli alunni della mia classe, augurandoci che esso fosse il seme della nostra futura biblioteca. E sbottava:” Oggi mi dovete lasciare stare, vi ho detto! “. E aggiungeva: “Oggi sono vestito da pagliaccio!”, indicandosi con una mano per l’intera sua lunghezza..
Anche mio padre patì le esigenze dell’epoca: gli fu sospesa la pensione perché non aveva la tessera fascista. Dopo un colloquio non proprio sereno col Federale di allora, tenne duro tre mesi, poi si iscrisse al Partito fascista e riebbe la pensione. E’ vero che aveva “giurato fedeltà al re” - ed aggiungeva, alludendo al Duce:”Questo chi lo conosce?”- ma per sfamare i propri figli si può non rinnegare completamente il giuramento fatto e subire qualche angheria aspettando tempi migliori, che poi vennero. E papà, nel Referendum del 1946, votò con convinzione per la monarchia, associando egli la parola “repubblica” a uno stato di confusione e disordini. Anche in casa esclamava “Ma che è venuta la repubblica?” quando noi sei figli infrangevamo l’ordine su cui si reggeva la nostra casa..
Intanto il mal vento passò e Piazza mercato ridivenne proprietà dei soli “verdummari” e fruttivendoli, nonché delle tante venditrici che da Castelmorrone venivano a vendere i frutti del loro orticello, a piedi prima e poi a bordo di uno sgangherato pullman, stracarico di merce e persone come quelli che vediamo nei documentari dei paesi sottosviluppati.
Nell’ex Casa del fascio, dopo un periodo di chiusura totale, fu alloggiato l’Ufficio di Igiene e profilassi, che oggi ha una sede propria e più confacente alle nuove esigenze operative.
Oggi essa è oggetto di lavori di “riqualificazione”.
Di che tipo non è dato sapere perché mancano le indicazioni che, se non erro, pur la legge prescrive.
 

Avanguardisti al campo

 

La Casa del Fascio

 

veduta dei lavori di Piazza Commestibili

 

l'ingresso di piazza Commestibili da via Crispi

 

veduta dei lavori in Piazza Mercato e all'ex Casa del fascio

 

foto © Casertamusica

 
 

 

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