I libri che raccontano Caserta

Riflessioni sulla Giornata del Libro di Marilena Lucente


Caserta, 23 Aprile. Ho fatto vari tentativi. All’inizio li ho messi in fila, uno accanto all’altro, semplicemente. Raggiungono il metro e mezzo di lunghezza. Li ho guardati e mi sono sembrati opliti smilzi e tristi, cromaticamente affini nonostante le abissali differenze.
Allora ho provato a fare delle pile verticali, classificandoli per genere: narrativa (molta), poesia (abbastanza), guide (poche), inclassificabili (la maggior parte). Si scrive tanto, ma più di tutto si racconta, si inventano trame, si trascrivono brani di vita, impastati di verità e menzogna.
Dopo un po’ li ho sparpagliati sul pavimento tracciando percorsi, verificando intersezioni e sovrapposizioni: quelli dedicati a Caserta, quelli scritti dai casertani, quelli che occultano la provenienza geografica e quelli che invece la esibiscono con orgoglio.
Era prevedibile. Ho cominciato a ri-leggerli, a trovare parole sottolineate, pagine sbarrate, biglietti di treno utilizzati come segnalibro, dediche degli autori, appunti, lettere. Ed è stato come aprirli, di nuovo, per la prima volta.
Sono i libri, i miei libri, “di Caserta”. Quelli che qui ho letto, comprato, ricevuto in regalo, recensito e presentato, in poco meno di un decennio. E sono davvero tanti. Di autori che qui hanno cominciato e poi sono andati lontano. Di autori che non ho mai più né visto, né sentito. Di autori che scrivono un libro all’anno come se rinnovassero l’ abbonamento a teatro. Di autori che nella città distratta ci vivono ma scrutano altri orizzonti narrativi. E talvolta, più raramente, raggiungono inesplorati territori espressivi.
La città, questa città, è diventata una lunga sequenza di racconti. Strade, piazze, cortili sono disseminati di storie. Pagine e pagine da sfogliare lungo i muri. Libri che tracciano riconoscibili topografie. Qual è il tragitto da percorrere per ritrovare le emozioni confuse di un ragazzo che dimentica l’ombrello e corre impacciato sotto la pioggia nelle vie del centro e lo sguardo grondante di malinconia di una donna alle giostrine di piazza Pitesti?
La giornata mondiale del libro è un buon pretesto per scoprirsi lettori. A caccia dei libri raccontano la città, questa città.
 
 
 

 

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