Presentazione dei finalisti al Premio Strega LXI edizione.

Belvedere di San Leucio (CE) - 17 Maggio 2006

Articolo di Arianna Quarantotto, foto di Arianna Quarantotto e Marco Ghidelli


S. Leucio, 17 Maggio. Quando Ferdinando di Borbone affidò dall’architetto Collecini la costruzione del Real Sito di S. Leucio, antica riserva di caccia, aveva in mente una vera e propria cittadella, Ferdinandopoli, quasi una città ideale, con un proprio Codice di leggi, macchine per la lavorazione della seta, una scuola, case, tutte uguali, per la colonia stabile dei lavoratori.
Il suo progetto, purtroppo, fu realizzato solo in parte: chissà se avesse previsto anche una sede per ospitare poeti e scrittori del regno, proprio come è accaduto ieri sera.
Da questo “abbozzo” di cittadella, meravigliosa nella sua misurata architettura e per lo spettacolo mozzafiato che offre nelle giornate limpide, quando si può ammirare il golfo di Napoli, da qui, dicevamo, è partita infatti la LXI edizione del Premio Strega…quasi contemporaneamente ad un'altra partenza, quella del giro d’Italia, che, sempre nel nostro territorio, a Teano ha tagliato il nastro d’avvio.
Promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, in collaborazione con il Liquore Strega, quest’anno il Premio gode anche del contributo del Ministero degli Affari Esteri: i primi 5 libri finalisti saranno infatti tradotti negli Istituti italiani di cultura di Bratislava, Bucarest, Budapest, Praga e Sofia per poi essere divulgati nell’Est europeo.
A fare da madrina alla manifestazione Tiziana Panella, assessore alla cultura della nostra provincia, insieme al sindaco Petteruti, al presidente De Franciscis e al senatore Maccanico. Gremita la sala, con nostro grande piacere.

Tredici i concorrenti presentati da tre nomi ben noti al pubblico di lettori: Diego De Silva, Valeria Parrella, Francesco Piccolo. Con loro abbiamo cominciato il nostro viaggio tra tante storie, tutte diverse, tutte affascinanti.
Abbiamo incontrato una nonna sarda che racconta alla nipotina della sua vita, dei suoi amori, del suo “mal di pietra”, che sarà la causa di una tardiva e insperata felicità; abbiamo conosciuto, in una landa abbandonata, un padre e un figlio, legati indissolubilmente da un affetto che li porterà a scelte drammatiche, ai margini della vita; e poi, siamo andati in Maremma, nella casa di una famiglia di coloni, abitata da due fratelli in cerca di un futuro e di progresso; dopo ci è sembrato di specchiarci nell’acqua delle risaie dove ogni cosa si confonde per acquisire una nuova dimensione; siamo divenuti anche noi parte di un mondo fantastico, popolato da granchi, coralli, gabbiani, che si è animato insieme a creature strane, ai limiti della follia; abbiamo letto lettere mai spedite di un artista fallito ad un amministratore di un condominio appestato da una puzza nauseabonda; siamo stati catturati da ricordi che muoiono a conclusione di un sogno e dalla voglia di un futuro da vivere; ci è sembrato di udire gli spari della guerra civile che fa da sfondo a storie d’amore e di utopie; abbiamo accompagnato un bambino rom e il suo eroe Tex Willer, grazie al quale imparerà a parlare e a scrivere con un linguaggio tutto suo, attraverso tutta l’Europa, per andare alla ricerca del nonno; ci siamo lasciati accarezzare dalla neve che ovatta tutto e apre a mondi mai immaginati; siamo saliti anche noi in una stanza al piano di sopra e conosciuto una ragazza persa nel silenzio insostenibile della sua casa; abbiamo parlato con cinque donne, diverse per età, per scelte, unite dalla sfida alla vita, dall’imprevisto che scuote la banalità della vita che si fa mistero.
E poi mille altri personaggi e mille altre storie che ruotano intorno al meraviglioso mondo della scrittura: personaggi che -come diceva Pirandello- sono “creature vive di una vita propria”, indipendenti da chi li ha creati: nella scrittura essi vivono in eterno le loro aspirazioni, i loro drammi, le frustrazioni, gli amori.
“Beato chi questi libri non li ha ancora letti”, ha detto De Silva-, e noi concordiamo: l’inizio di una lettura è sempre l’inizio di un sogno, di un’evasione: è uno sguardo intenso sulla vita che scorre via rapida, mutevole, sfuggente, solo per un attimo catturata dalle pagine di un libro.
 

 

da sx: ass. Panella, F. Piccolo, V. Parrella e D. De Silva

 

La sala gremita e le autorità

 

Elena Varvello

 

Rosella Postorino

 

 

Carola Susani

 

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