Il Museo della Macchina da scrivere

Milano - 18 novembre 2007

Articolo e foto di Lorenzo Di Donato


Domenica scorsa, 18 novembre 2007, è stato inaugurato a Milano, in Via Menabrea 10, il “Museo della Macchina da scrivere”, che risulta essere anche il primo museo a Milano, e forse il secondo in Italia, di questo prezioso strumento meccanico che ha imperato in uffici e case per poco più di un secolo, soppiantato solo dal computer.
La notizia dell’inaugurazione di questo Museo in sé, a noi casertani, può sembrare rivestire solo un interesse limitato a pochi appassionati della macchina da scrivere se non fosse che questo Museo è opera di un casertano, il rag. Umberto Di Donato, che in quel di Milano ha lavorato e vissuto per cinquant’anni, percorrendovi una brillante carriera in un primario Istituto di Credito milanese.
Umberto Di Donato nel suo lavoro ebbe sempre accanto una macchina da scrivere ed una calcolatrice, che adoperava con valentia ed ingegno, tanto da ritenere che il suo successo nel lavoro sia stato anche merito di queste macchine.
Alla macchina da scrivere (che preferisce scrivere così, alla francese, perché più frequentemente usata anche da noi italiani) ha voluto quindi dedicare il suo tempo libero (e non poco di sostanzioso danaro) “per fare in modo che il tempo non affoghi nell’oblio il ricordo di te”- come scrive nella sua “Lettera aperta” alla sua vecchia amica, la macchina da scrivere- “del disinteressato aiuto che in tanti anni di lavoro mi hai docilmente donato”. Umberto Di Donato ha illustrato lo stretto legame tra la sua vita lavorativa e la macchina da scrivere in uno scorrevole e vivace libro autobiografico, “Il tasto magico”, presentato a settembre 2006 a Caserta, ad ottobre 2006 a Milano, e a dicembre 2006 ad Antrona. Dal Consiglio Comunale di questa città ha avuto la cittadinanza onoraria.
Dal 1959, macchina dopo macchina, molte comperate ed altre donate da amici, Umberto Di Donato ha raccolto più di quattrocento macchine da scrivere ed alcune calcolatrici meccaniche risalenti alla prima metà dello scorso secolo. Ha quindi sistemato il tutto in un vasto locale comperato per dare una degno allestimento all’esposizione di tanto pregevole, e a volte raro, materiale: 65 metri di scaffalature, 260 metri lineari di ripiani, 70 faretti con lampade alogene, quattro telecamere a circuito chiuso sono i numeri che caratterizzano il “Museo della Macchina da scrivere” di cui è stato promotore ed è Presidente il rag. Umberto Di Donato, ed a cui il Comune di Milano, zona 9, è stato ben lieto di dare il Patrocinio.

Affianca il Museo, l'Associazione Culturale Umberto Di Donato, della quale è segretario, ma anche infaticabile componente del Comitato Scientifico, il Prof. Giuseppe Scirè (Pippo per gli amici; praticamente per tutti perchè è di una simpatia incredibile), sino all'anno scorso docente di Lettere. Ma a passione di Pippo sono le lingue antiche e moderne: conosce bene l'inglese e il tedesco, ma sopratutto, è un cultore di lingue e scritture antiche che insegna all'Università della 3° età di Milano.
Tra le macchine da scrivere esposte meritano di essere menzionate: la “Odell” del 1887; la “Williams 1 Curved” del 1891, con movimento frontale bilaterale, costruita in soli 1650 esemplari , la “Blockenasderfer” del 1895; la strana “Mignon AEG” del 1903 monotasto e con lettere portate da un rullo cilindrico; la “Perkins Brille” di fine ‘800 per i non vedenti; la curiosa “Oliver” del 1916 costruita dal predicatore metodista Oliver Thomas. Non mancano le macchine celebrative come la UNDERWOOD del 1898 per il Giubileo dell’imperatore Francesco Giuseppe e la Olivetti 1990 in occasione del Campionato del Mondo di calcio, che quell’anno si svolse in Italia. Naturalmente non manca la “Olivetti lettera 22” compagna fedelissima di tanti giornalisti e scrittori di fama.
Insomma, macchine da scrivere di ogni colore e dimensione: monotasto e non; con una tastiera, ma anche con una doppia tastiera, una per le minuscole ed una per le maiuscole; con rullo fisso e rullo mobile ed anche ribaltabile; con rastrelliera di aghi porta caratteri singola, ma anche doppia (per i tasti a destra e per quelli a sinistra nella tastiera); per i non vedenti; per verbalizzare nel Tribunale e nel Parlamento; non mancano le macchine con caratteri arabi o cirillici.
E il sogno del Rag. Di Donato Umberto si è realizzato il 18 novembre scorso con il taglio del nastro tricolore posto all’ingresso del “suo” Museo, al termine di una seguita cerimonia in cui lui, alcuni suoi collaboratori, il sindaco di Antrona ed il Consigliere comunale della zona 9 di Milano avevano illustrato finalità e caratteristiche del Museo che si andava ad inaugurare.

Per eventuali informazioni rivolgersi a: Associazione Culturale Umberto Di Donato tel. 347.8845560.

 

 

Il Museo, un momento dell'inaugurazione e Umberto Di Donato all'ingresso della struttura

 

Umberto Di Donato è prodigo di spiegazioni con i visitatori

 

Macchina da scrivere per ciechi

 

La macchina dedicata a Francesco Giuseppe

 

La Odell del 1887

 

La "mitica" olivetti lettera 22

 

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