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L'antica statua dell'Arcangelo


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Il convento su Sant'Angiulillo: ieri ed oggi

Puccianiello (CE) 2016

Articolo e foto di Lorenzo Di Donato

La collina Sant'Angiulillo, deturpata dalla enorme ferita di una cava ormai da tempo dismessa, sovrasta l'abbandonato convento dei Cappuccini di Puccianiello, che li' operarono dal 1575 ai primi anni dell'Ottocento quando ne furono scacciati dai temporanei dominatori francesi e poi, definitivamente, dopo l'unita' d'Italia.
I lavori della cava si sono fermati a poca distanza dalle rovine di un altro convento, posto alla sommita' della collina, ed ormai ridotto a rudere. Quel convento fu dei padri Dottrinari, chiamati agli inizi del Seicento, come scrive il Laudando, dal vecchio conte Baldassarre Acquaviva d'intesa col vescovo Mandina, che dal 1594 al 1604 fu successore del vescovo Agapito Bellomo. Quest'ultimo, al ritorno dal Concilio di Trento, si era subito adoperato per far venire a Caserta quattro ordini religiosi (Riformati, Cappuccini, Conventuali e Sommaschi) in soccorso dei nostri sacerdoti non preparati e/o non scossi dalle nuove necessita' che la riforma protestante imponeva. Pero' di questi padri Dotrinari, e del convento, non vi e' traccia nelle Relationes ad sacra limina dei vescovi Bellomo e Mandina.
Sul colle Sant'Angiulillo, li' dove fu costruito il convento dei Dottrinari, doveva esserci gia' una chiesetta dedicata a san Michele Arcangelo, come scrive l'Esperti nelle Memorie ecclesiastiche della citta' di Caserta, alla pag. 141: "Al di sopra del convento (dei Cappuccini) vi e' la chiesa di S.Angelo, rapportata dalla stessa Bulla (di Senne) con Ecclesiam S. Angeli ad Pinos, ora Ospizio delli PP. della Dottrina cristiana, nella chiesa vi e' anche il Sacramento, che sta situata ad Occidente in Oriente; vi risiedono due sacerdoti, ed un laico; Superiore il P. Confessore D. Gennaro Gaglione di Caserta". E percio' il convento, e quindi la collina, e' nel territorio di Puccianiello, giacche' nella Bolla di Senne (1113) sono menzionate la chiesa di S.Angelo e quella di S. Andrea quali chiese di Puccianiello.
Lo storico Giuseppe Tescione, in Caserta Medievale e i suoi conti e signori, scrive : "la chiesa di s. Angelo ad Pinos e' nella Bolla di Senne [...] ed e' nominata in atti di permuta, di vendita e di enfiteusi fin dal 1114, a meno di omonimie. E' detta di Sant'Angiulillo dal Laudando."

Il convento sul monte Santangiulillo

Nelle mie ricerche nell'Archivio diocesano di Caserta ho trovato, tra l'altro, il fascicolo del Processo d'Amore per l'istituzione e poi la soppressione di un Beneficio di S. Michele Arcangelo richiesto da don Carlo D'Amore nel 1695 nella chiesa dei santi Angeli sopra il Monte dei Cappuccini di Caserta. Vi compaiono anche altre denominazioni come: Sant'Angelillo sopra li Cappuccini; sant'Angiolello in Puccianiello o Mezzano.
Nella richiesta di istituzione del Beneficio al Vescovo di Caserta, nel 1688, Carlo d'Amore dona al Vescovo per un Beneficio al figlio don Gennaro "un edificio di case di quattro membri, due inferiori e due superiori, con il cortile ed altre comodita' posto dentro la citta' di Aversa nella strada dove si dice al Pennino, dando facolta' ad esso (!) di fondare un beneficio in questa diocesi e Chiesa e sotto quel titolo che piacera' ad esso don Gennaro con peso di una messa al mese [...]".
Quasi subito lo stesso don Gennaro chiede "che li sia lecito rinunciare al beneficio sotto il titolo di S.Michele Arcangelo dentro la chiesa di s.Angelillo del monte dei Cappuccini di Caserta [...]" ma poi non riesco a decifrare bene quanto scritto se non che il deliberato venne affisso alla porta della chiesa nel 1691.

Resti della chiesetta e del convento dei Padri Dottrinari

Per quali meriti i Padri Dottrinari furono chiamati a Caserta? La loro Congregazione fu fondata dal sacerdote francese Cesar de Bus (1544-1607) che, dopo aver letto il catechismo fatto pubblicare dai padri del Concilio di Trento, ebbe l'dea di formare una compagnia di insegnanti per dare una formazione religiosa ai bambini, ai poveri e agli ignoranti. I Dottrinari, fondati il 29 settembre 1592 dal Beato Cesar, vennero approvati da papa Clemente VIII il 23 dicembre 1597. Furono poi (1616) uniti ai padri Somaschi, per essere infine congregazione autonoma nel luglio 1647. Quindi i Dottrinari avevano il merito di annunciare la Parola di Dio e fare catechismo ai piccoli ed agli adulti secondo il metodo ideato dal Beato Cesar.

Framento di mattone

Le memorie storiche esaminate mi hanno molto incuriosito e percio' mi metto alla ricerca di memorie orali, ovvero delle notizie e voci che circolano sull'ex convento, nonche' di ricordi e testimonianze.
Don Nicola Lombardi, parroco nella chiesa s. Maria Assunta di Mezzano, mi dice che gli avevano riferito in paese che il convento di sant'Angiulillo, ora un rudere, fino agli anni ottanta dello scorso secolo era ancora abitato da una famiglia che l'aveva in custodia ed era diventato proprieta' di un costruttore di Marcianise che intendeva trasformare il convento in ristorante o, come oggi di dice, in una location per cerimonie. Ma, per quello che avevano detto a don Nicola, i contadini con diritto di servitu' sulla piccola strada di campagna che porta al convento si opposero all'ampliamento di questa (per non concedere pochi metri quadrati di terra?). Allora il costruttore abbandono' l'idea e regalo' tutto a don Mario Vallarella per il suo Oratorio Sant'Antonio. L'anziano don Mario si riservo' di stabilire in seguito la destinazione dell'mmobile avuto in dono. Ma egli poco dopo mori' e da allora la decadenza del convento si e' sempre piu' accentuata per il disinteresse e/o il contrasto tra i suoi eredi. Oggi quello che fu il convento dei Dottrinari e' un ammasso di rovine.
Don Nicola aggiunge che nella chiesa di Puccianiello "a monte", ovvero nella chiesa parrocchiale di sant'Andrea di Puccianiello, e' conservata la statua di san Michele che era nella chiesa del convento dei Dottrinari.
Vado nella chiesa di sant'Andrea di Puccianiello e vedo che in fondo alla navata di sinistra c'e' una nicchia che contiene una statua di san Michele, le cui dimensioni fanno pensare che essa fosse destinata a essere posta in una nicchia piu' grande di quella in cui si trova. L'insieme mi ricorda tanto la sistemazione della statua di santa Barbara che e' oggi nella chiesa di san Simeone profeta in Sala, statua che una volta era nella chiesetta ad essa dedicata e poi, quando questa fu abbattuta nel 1954, venne trasferita nella vicina chiesa di Sala, con sistemazioni sempre provvisorie ed anguste. Oggi e' nella cappella del Sacro Cuore di Gesu' in una nicchia costruita per contenerla. Anche la statua di san Michele - che ora ' nella chiesa di sant'Andrea a Puccianiello - pur priva di lancia, spada e bilancia pesa anima, sta stretta in quella nicchia e la sua fattura richiama molto quella della statua di santa Barbara, che e' antica. Don Fulvio, parroco della chiesa di sant'Andrea, mi conferma che quella statua e' quanto resta della chiesa del convento dei padri Dottrinari su sant'Angiulillo. Don Fulvio aveva chiesto ad una restauratrice il preventivo per restaurare l'antica statua. La restauratrice chiese diecimila euro ed affermo' che quella statua di san Michele era la piu' antica della Diocesi di Caserta. Don Fulvio valuto' eccessivo il preventivo di spesa e abbandono' l'idea del restauro della statua.
Successivamente mi reco al santuario di san Michele, li' sul colle che domina Maddaloni, per chiedere a don Angelo delli Paoli se avesse qualche notizia da darmi su Sant'Angiulillo. Egli mi riferisce che negli anni 60 dello scorso secolo, quand'era giovinetto, ando' con amici al convento su sant'Angiulillo e prego' nella chiesetta annessa al convento. Poco dopo il convento fu definitivanente abbandonato e divenne rapidamente un posto poco frequentabile. Quindi, se don Angelo ben ricorda, l'abbandono del convento e' avvenuto negli anni 60 dello scorso secolo.

Ormai l'ex convento mi e' entrato nel sangue: debbo vederlo! Trovo un caro amico di Puccianiello pronto ad accompagnarmi e cosi' un pomeriggio di mezza estate ci troviamo a camminare sulla stradicciola che mena al convento. Non e' agevole ma neppure terribile e si svolge tra il verde con visioni di Mezzano e della piana di Caserta. La distanza da percorrere e' di 400-500 metri. In una curva della strada campestre si ha la visione completa della cava, ormai in disuso, e del panorama della piana di Caserta. E lo sguardo si spinge fino al mare e, nella foschia, si intravvedono le sagome delle isole campane.
Finalmente arriviamo al vecchio convento. E' in stato di abbandono totale. In qualche stanza, sui calcinacci caduti e pavimenti divelti, ci sono residui di fornelli, pentole, materassi e stracci vari. I tetti sono per lo piu' sfondati ma quello della cappella resiste ancora. Ma non durera' molto, viste le grosse crepe che solcano il soffitto. Pur nell'abbandono e nella rovina si riconoscono corridoi e celle. L'unica navata della cappella e' spoglia e le pareti sono ricoperte da scritte ed incisioni varie, che testimoniano la presenza, nel tempo, di abusivi non sempre intenti a visitare le rovine, ma a fare della cappella un uso improprio e irriverente o blasfemo. Prima di lasciare l'ex convento raccogliamo da terra due spezzoni di mattoni che prima pavimentavano corridoi e ambienti del convento perche' su di essi è inciso il marchio della fornace che li ha prodotti: "F & F Di Franco" seguito da un numero progressivo.
Ritengo opportuno non allegare foto delle scritte sui muri dei vani ancora in piedi perche' esse contengono i nomi degli scriventi o foto oscene di organi genitali maschili e femminili. Riporto solo qualche scritta anonima esitente sui muri dei vani ancora in piedi:
ADDA' (MURI') PRIM CHE TRAS' ,
FINOCCHIO
MIO NONNO ODIA LE BRUTTE AMA LE RACCHIE,
LUCA GIULIANO STEFANO MARCO (nomi graffiti)
RICCHIONI

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