CARPEDIEM: "Naked Moods"
di Antonio Avalle

(30 Giugno 2001) Dopo il buon rilancio dell'inizio degli anni novanta il blues torna ad essere un fenomeno di nicchia o meglio "un fenomeno d'urna", per citare l'espressione di Mario Insenga (batterista dei Blue Stuff), uno che di blues se ne intende . Allora come reperire il blues? In qualche festival estivo è possibile ancora, seppur in piena svendita, ascoltare del buon blues o con un po' di fortuna in qualche sacra della melanzana. Per non parlare del raro spazio dedicatogli nei negozi di dischi, dove viene mescolato con il jazz o accantonato in un angoluccio sotto l'etichetta 'musica nera'. Una volta adoravo avvicinarmi ai negozi di dischi per spulciare tra gli scaffali in cerca della sorpresa, oggi mi annoia e mi intristisce. Naturalmente ci sono delle eccezioni, come qualche negozio scovato a Torino, dove addirittura ho trovato del vinile usato americano di Willie Dixon e Little Milton, ma si tratta solo di casi isolati. Coraggiosi e tenaci sono stati i Carpediem, nello specifico la coppia vincente Massimo Pieri & Dario "Big Max" Gaudio, è riuscita a tenere duro e a sfornare un bel gruzzolo di brani ben confezionati. Il loro album "Naked Moods" non è in vendita ma è reperibile presso healingmachine@yahoo.it. Eccovi il mio ascolto!
L'impatto con l'inizio dell'album è dei migliori, una partenza sudata su una trascinante "I'm twist" nel nome della più autorevole tradizione blues. Il brano è una composizione di Sleepy John Estes, tra i migliori autori della letteratura blues e i nostri Carpediem lo interpretano a regola d'arte. Tranne tre cover il resto dell'album è pura farina del sacco blues di Massimo Pieri & Dario "Big Max Gaudio. "Madam Mosquito", secondo brano dell'album, è tra le mie preferite ...così fresca e passionale! Divertente e swingata al punto giusto è "I don't mind"... e si sente che i ragazzi ci sanno fare!

Il successivo strumentale "The Pickpocket" è giocato esclusivamente sulla disinvolta chitarra di Dario Gaudio, guida spirituale dei Carpe diem. Si torna a battere il piede in "A walk in your shoes" e l'ombra dei Canned Heat emerge poderosa. "Repeat the blues" non convince; meglio il pezzo successivo, il prorompente "I make love", rilettura di un brano di Willie Dixon. La cover di J.Brown "I go crazy" è tra le specialità dell'album, un godibile blues manovrato su chitarra e percussioni.
Tutto forse troppo al posto giusto per i Carpediem, che rappresentano una fulgida e luminosa realtà nel nostrano panorama blues. Dimenticavo... un po' pochini i 37 minuti dell'album!

Il disco "Naked Moods"

 

 

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