Leonard Cohen: "Ten Songs"
di Antonio Avalle

(7 Ottobre 2001) 

Benvenuti a questi versi

C'è un guerra che infuria.

Ma cercherò di mettervi a vostro agio"

...così recitava una vecchia poesia di Leonard Cohen

Una lunga estenuante attesa per poter riascoltare ancora una volta il grande poeta in un nuovo, intenso e raffinato album.

Il sessantasettenne Leonard Cohen è tornato dopo essere stato per ben sette anni, dal 1993 al 1999, in un monastero zen a Mount Baldy, a circa 200 chilometri da Los Angeles. Sembrava ormai perso nella piena meditazione dello zen, lontano dal frastuono dei media, dal rumore della città e dal contaminato mondo della musica.

Da due anni Cohen ha preferito ritornare a casa nel suo appartamento a Los Angeles e si è rimesso a comporre con lo stesso stile di sempre.

Riascoltandolo nel nuovo album "Ten songs" sembra che la presenza di Cohen nello scenario della musica internazionale non sia mai venuta a mancare, anzi la trovo rafforzata dalla attesa e dalla speranza consumata per il suo ritorno alla canzone.

La sua inconfondibile voce è tra le più valide in assoluto ed è la chiara protagonista di tutto il nuovo album, dove inevitabilmente le sonorità passano in secondo piano. La voce di Cohen profonda, roca e greve, si amalgama con la sua vibrante musicalità, con il suo perpetuo senso della melodia.

La melodia diventa unica ricerca sonora, così prepotentemente inserita nella musica di Cohen, un fattore predominante di questa ultima fatica.

 

Dieci lunghe ghiotte canzoni scritte e cantate con la dolce compagnia di Sharon Robinson (già coautrice con Cohen di "Everybody Knows" e "Waiting For The Miracle"), in veste di tecnico compare Leanne Ungar, che ha curato il missaggio e la registrazione.

L'album si apre con "In my secret life" prima grande emozione del ritorno di Leonard Cohen...in evidenza la sua voce che dialoga con quella di Sharon Robinson, onnipresente in tutto l'album. Naturalmente Cohen non può essere ascoltato ignorando il significato dei suoi testi, sempre ricchi di importanti riflessioni ..."Ti ho vista stamattina. Sei passata in un lampo. Mi sembra di non riuscire ad allentare la presa sul passato. E mi manchi tanto. Non c'è nessuno all'orizzonte. E noi continuiamo a fare l'amore nella mia vita segreta. Quando sono furioso, sorrido. Imbroglio e dico bugie. Faccio quel che devo fare per andare avanti. Ma so cos'è giusto; ma so cos'è sbagliato. E morirei per la verità nella mia vita segreta. Resisti fratello. Sorella resisti. Finalmente ho avuto gli ordini. Marcerò tutto il mattino e marcerò tutta la notte. Attraverserò i confini della mia vita segreta. Ho sfogliato i giornali. Roba da piangere. A nessuno frega se la gente vive o muore. E i mercanti vogliono che si pensi. Che sia o bianco o nero. Grazie a Dio non è così facile nella mia vita segreta. Stringo i denti accetto quello che mi dicono di comprare: dall'ultimo successo, alla saggezza degli antichi. Ma sono sempre da solo. E ho il cuore di ghiaccio. E c'è un sacco di gente e fa freddo nella mia vita segreta".

 

Segue "A Thousand Kisses Deep" (A mille baci di profondità) con un intro di batteria elettronica e la voce di Cohen dolcemente doppiata da quella di Sharon Robinson...provare per credere il suggestivo effetto in cuffia! Continua il viaggio tra le parole e la splendida voce di Cohen "That don't make it Junk" è una bella ballata, dove il dubbioso Leonard non ha smesso di tormentarsi attraverso i suoi strazianti interrogativi:"Ho provato ad amarti a modo mio, ma non sono riuscito a farlo durare. Allora ho chiuso il Libro dei Desideri. E faccio quel che mi dicono. Come mai mi hai chiamato stanotte? Come mai ti preoccupi di cose come il mio cuore? Mi innalzi nella tua grazia. Poi mi metti in un posto da cui devo per forza cadere." Il passaggio al quarto brano della raccolta è rapido, le canzoni si assaporano con piacere, anche se le sonorità sembrano unidirezionate e gli arrangiamenti sofisticati appesantiscono l'ascolto. "Here it is" ha un ritornello impnotico con le due voci che ti spingono dentro le vibrazioni della poesia di Cohen..."Eccoti il vino, e il tuo cadere ubriaco; ed ecco il tuo amore. Il tuo amore per tutto questo. Ecco la tua malattia. Il tuo letto e il tuo pitale; ed ecco il tuo amore. Per la donna, l'uomo. Possa ognuno vivere, e possa ognuno morire. Buon giorno, amore mio, e, amore mio, Addio. Ed ecco che hai fretta, ed ecco che non ci sei più; ed ecco l'amore, su cui tutto si fonda. Ecco la tua croce, i tuoi chiodi, la tua collina; ed ecco il tuo amore,che s'inclina dove vuole".

 

In "Love Itself" la voce di Cohen viene lasciata sola accompagnata da un piano: "La luce del sole alto entrava attraverso la finestra, così nella mia stanza si tuffavano i raggi dell'Amore. In correnti di luce vedevo con chiarezza quella polvere che si vede raramente, quella con cui il Senza Nome crea un nome per quelli come me. Provo a dire qualcosa di più: l'Amore continuava ad entrare fino a che raggiunse una porta aperta. Allora l'Amore Stesso. L'Amore Stesso se ne andò." Pregevole "By the rivers dark" accarezza lo spirito con le sue delicate sonorità...tra le mie preferite. Romantica "Alexandra Leaving", dove ancora una volta è centrale il tema dell'amore: "Di colpo la notte si è fatta fredda. Il dio dell'amore pronto a partire. Alexandra sulle sue spalle, scivolano fra le sentinelle del cuore. Sorretti dalla naturalezza del piacere. Arrivano alla luce, si avvinghiano scomposti; e splendenti oltre ogni musura ricadono tra le voci e il vino." Si aggiungono i fiati al gioco di voci di Cohen e Robinson in "You Have Loved Enough"..."Ho spazzato il sale di marmo. Ma mi hai spedito giù in fondo. Mi hai impedito di credere. Finchè mi hai detto: che non sono io ad amare è l'amore che mi fa suo".

 

Arriva "Boogie Street" decisamente più lontana dal contesto sonoro dell'album sempre soavemente caricata dalla voce femminile della Robinson, il brano è avvolta da un tappeto di tastiere e dalla rara presenza di un sax. A chiudere il maestoso lavoro di Cohen "The Land Of Plenty" anche quest'ultima stupenda per i contrappunti vocali e dalla classica lunga stesura melodica.

Ritrovare la profonda voce di Leonard Cohen è una grande emozione, come lo è per le sue meravigliose canzoni tinte dalla sua incredibile poesia.

Leonard Cohen è tornato tra noi!

Il disco "Ten New Songs"

Il team di produzione del disco

Dori Ghezzi, Cohen e Brustio, 9 Agosto 2001

Cohen e Sharon Robinson

Cohen Padre e Cohen figlio

 

 

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