The Clams: Vongol Rock Demo Autoprodotto

di Salvatore Esposito


E' bastato provare per una volta Whole Lotta Love dei mitici Led Zeppelin, per decidere di suonare insieme. Dopo solo tre prove era pronto il loro primo brano inedito ed ora, a due anni di distanza da questo incontro, The Clams, già noti ai più come i vincitori del SUN Festival, hanno registrato presso gli studi del Mallory Music Club di San Prisco (Ce) il loro primo demo, è l'occasione per sentire a freddo i loro brani, dopo averli apprezzati live in varie rassegne musicali promosse da strutture e associazioni culturali di Caserta e Napoli, quali Amnesty International, Nero e Non Solo, Centro Sociale Ex Canapificio e Officina 99. Il demo, dal titolo Vongol Rock (The Clams, Vongole in inglese), è composto da quattro brani solidi e molto ben suonati e prodotti in modo accurato. Il genere che propongono è un rock molto potente e ricco di contaminazioni, che vanno dalla musica punk a quella psichedelica. Una singolare miscellanea che i The clams si divertono a definire Vongol rock. Hanno l'immediatezza e la sfacciataggine del punk ma anche con la maturità di un classic rock american stile. Non è certo roba da MTV, anzi appena premuto il tasto play si viene completamenti sotterrati da un muro di suono dove basso e batteria creano la struttura portante per il meraviglioso cantato di Vanna Russo e le schitarrate di Rosario Captano. A prorre questa esplosiva miscela sono quattro giovani musicisti: Giovanni Palmieri alla batteria, Giovanni Valentino al basso, Rosario Capuano alla chitarra e Giovanna Russo alla voce. È proprio la cantante, con la sua voce magnetica e potente, l'anima di questo gruppo e chi ha avuto la fortuna di vederli dal vivo, certamente se ne sarà accorto.
I testi sono quasi tutti in inglese tranne la traccia tre che è in italiano, la pronuncia è macchiata da qualche piccola sbavatura, ma a chi non è successo? Nonostante ciò la brava cantante si arrampica dove vuole e raggiunge ogni nota con la sua ottima estensione vocale. La prima traccia è I'm a…, un pezzo potentissimo sorretto da una incessante ritmica a cui fa capo un ossessivo riff chitarristico, azzeccato anche testo che sembra essere funzionale alla melodia quasi claustrofobica di questo brano, dimostrazione di come la nascita dei brani sia avvenuta attraverso un lavoro di gruppo molto ben riuscito. La seconda traccia Don't hide, è più melodica un ipotetico singolo per questa band casertana lanciatissima, sembra avere tutte le carte in regola per diventare un brano radio friendly e forse scalzare la mediocrità attuale circolante, anche qui il lavoro di chitarra è estremamente pulito e anche quando Rosario si immerge in assoli distorti alla Smashing Pumpkins, il risultato è di alto livello. Il pezzo più debole del lotto, stramente è l'unico brano in italiano, Di più non posso, anche se musicalmente mi sembra validissimo è penalizzato da un testo senza pretese che con la sua saltellante poetica, sembra più adatto ad una band metal pop che ai Clams. L'ultimo brano Dead Eyes è davvero ottimo, in bell'evidenza il lavoro di Giovanni Calmieri che dimostra davvero di saperci fare li dietro i piatti, così come il lavoro preciso e pulito del bassista Giovanni Valentino, insieme formano una sezione ritmica di tutto rispetto, la ritmica in levare della strofa è riuscitissima così come il break più metal del ritornello. 


Voto 8: Meriterebbero un po' meno ma il mezzo punto è di incoraggiamento. E' una band da ammirare, non solo per l'impatto sonoro ma anche per l'amalgama creata. Complimenti!

 

            La Copertina del disco

 

 

The Clams immagine tratta dal loro sito internet

 

 

I Clams dal vivo al Centro Sociale

 

 

 
 

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