Smokin Garden: Apathy

Alive Musica, 2007

Recensione di Giuliana Sperelli

 


La musica degli Smokin Garden è stata catturata e messa in provetta. Energia di chitarre graffianti, sound punk ottimamente stagionato, e i soliti vecchi tre ragazzi sempre più cattivi. Tutto questo è stato messo sotto chiave in “Apathy”, opera prima del gruppo di punkers casertani prodotto da Alive Musica.
Nati come live band gli Smokin Garden attraversano una nuova tappa della loro carriera con l’incisione di un cd di canzoni originali ed inedite che miscelano la rabbia e l’energia del vecchio punk inglese classe ’77 e le sonorità di quello americano scuola Ramones e Greenday.

Con la sprezzante “Thirteen” inizia la track list e sembra ricalcare pienamente la filosofia punk più essenziale che mostra perfetta coerenza nella sinergia tra testo e musica. “No one knows the way to understand” si canta nella prima traccia, sputando fuori il disprezzo per l’ipocrisia di alcune persone e il loro totale disinteresse verso chiunque abbia bisogno di aiuto. La rabbia si trasforma in presa di coscienza nella anarchica e coraggiosa “System Bug”, dove essere se stessi diventa l’unica arma per sfasciare un Sistema che esclude a priori quello che è diverso.

L’essenza del punk Smokin Garden si concentra in “Na na na”, track numero quattro. Una canzone senza parole che esprime a pieno il concetto di “apatia” e rifiuto di omologazione. La battaglia dei tre punkers casertani affiora dai ritmi incalzanti di una batteria di guerra. Le vibrazioni del basso che si susseguono, si inseguono in una corsa disperata. La chitarra che stride e grida per graffiare dentro quante più anime possibile.

Il punk rock rappresenta una strada per scappare. Per non essere come gli altri e trovare davvero la superficie reale delle cose. Ma è una strada difficile. In “Burks in Bloom” la prima strofa canta “I wanna be a Superstar but I can’t fly / my wings have been cut from my mind” – è la condizione di chi sceglie la musica come stile di vita, un sogno che viene sfasciato da chi ha deciso che i sogni devono restare tali e prima o poi tutti dovranno indossare una cravatta come cappio al collo. Esiste questa possibilità, gli Smokingarden non la tengono nascosta; ma chi impara anche ad ascoltarli, una volta uscito dalla mischia catartica dei loro live, troverà che l’altra strada, quella incerta, pericolosa, fastidiosa, porta dritta alla realizzazione dei propri ideali.

Tra le undici tracce di “Apathy” compaiono anche canzoni dai ritmi più morbidi e intensi. Già materia di live “Cene” e “I found her” completano il mosaico di una track list essenziale, rumorosa ed orecchiabile al tempo stesso.
Questo è il punk che nasce oggi a Caserta. Una musica che crede ancora che qualcosa possa cambiare, basta ascoltare.
 

 

Fronte e retro del CD

 

 

 

 

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