Angelo Barricelli - "From borderlands"

M. A. P. label - 2009 - 12,99€

rPresentazione


E' disponibile il nuovo prodotto artistico del chitarrista, di origini casertane, Angelo Barricelli, artista orami affermato a livello nazionale. (n.d.r)
Comunicato

La grande produzione per liuto del XVII secolo, con esempi che vanno dal Rinascimento Italiano a John Dowland; la musica tradizionale irlandese di Turlough O’ Carolan e le composizioni attuali di Fausto Bottai, che pure riecheggiano atmosfere ‘celtiche’; la musica popolare della nazione slava, qui presente nella veste arcaica di Roman Turovski e nell’omaggio tributato al popolo slavo da Roberto Fabbri; il chitarrista Angelo Barricelli ha voluto raccogliere, in questo insieme all’apparenza eterogeneo, musiche appartenenti ad epoche e regioni lontane del nostro continente, con lo spirito assolutamente attuale di dimostrare l’appartenenza di stilemi culturali diversi ad un'unica matrice europea. Da qui il titolo del cd: From Borderlands, dai territori di confine, poiché in quest’ottica si vogliono rimarcare gli innegabili elementi di continuità e contiguità fra ciò che a prima vista appare, appunto, così distante nel tempo e nello spazio.
La fortuna del liuto in Italia a partire dagli inizi del ‘500 fu immensa e coincise con una delle prime significative fioriture di una produzione musicale specificamente dedicata ad uno strumento. All’inizio si trattava soprattutto di trascrizioni di canzoni e mottetti, cioè delle forme tipiche della coeva musica vocale polifonica. Ma nello stesso momento si andava affermando una musica strumentale destinata o meglio ispirata dalla danza, che contribuì non poco a determinare le caratteristiche salienti del repertorio, in quanto più funzionale ad una pura esecuzione strumentale, accanto ai primi esperimenti di composizione specificamente concepiti e realizzati per e con lo strumento (la fantasia, il ricercare). Pietro Paolo Borrono, fra i liutisti della prima metà del XVI secolo, fu forse colui che con maggior profitto trasse ispirazione dalla danza: la sua produzione consta infatti prevalentemente di pavane e saltarelli, spesso dai nomi fantasiosi ed allusivi, ma sempre caratterizzati da una notevole incisività melodica e ritmica, come dimostra la Pavana detta la Milanesa. Non disdegnò per altro neanche il genere colto del ricercare, di cui era sommo maestro il suo amico e conterraneo Francesco da Milano: la Fantasia che Barricelli esegue egregiamente in questo cd ce lo conferma. Prevalentemente alla danza si ispira anche la produzione di Giulio Cesare Barbetta, del quale si ricordano, oltre alle danze che fanno parte del repertorio più tradizionale, come la Padoana detta la dispettosa, le Moresche, con il loro caratteristico sapore esotico.
Vero e proprio linguaggio sopranazionale, quello della letteratura liutistica nell’Europa del ‘500 ed oltre, se è vero che trascrizioni da musica vocale e danze e fantasie le troviamo in tutte le raccolte a stampa o manoscritte dell’epoca, in Italia, in Francia, in Inghilterra e altrove… Di questo repertorio la vetta più alta è rappresentata senza dubbio dalle composizioni per liuto solo di John Dowland, di cui il cd propone alcuni significativi esempi. Questo grande musicista, ‘il cui celeste tocco sul liuto rapiva i sensi umani’, come diceva un poeta suo contemporaneo, condusse una vita errabonda ed inquieta attraverso gran parte dei paesi europei nell’ultimo scorcio del XVI secolo; e ‘s’era inzuppato come una spugna di quella tassesca malinconia che serpeggiava allora in Europa’ (M.Mila). Fossero la ricchezza e la complessità delle sue esperienze umane e artistiche piuttosto che le doti innate di versatilità e fantasia.. fatto sta che la produzione di Dowland spazia all’interno di una gamma stilistica immensa: dalla ripresa di rigorosi elementi imitativi di antica ascendenza contrappuntistica a motivi di danza semplici e vivaci, dall’eco di temi popolari splendidamente adattati alle esigenze tecniche dello strumento alle fantasie che fanno invece ricorso a cromatismi e frammenti fugati. Di fronte a tanta ricchezza, però, ci piace qui richiamare l’attenzione su un aspetto che, secondo noi ingiustamente, a qualcuno potrà sembrare secondario della musica dowlandiana.
Un esempio: se prescindiamo, analizzando un brano come ‘The Frog Galliard’, dai frammenti in cui il compositore si abbandona al gusto della variazione con i suoi aspetti virtuosistici ed ornamentali, scopriamo che questa composizione si articola secondo una semplicissima struttura: tema con semicadenza, ripresa del tema e conclusione alla tonica, breve inciso, ritorno al tema e conclusione. Sembrerebbe la struttura di una ballata ‘celtica’.. Se qualcuno, commentando l’uscita dell’ormai famoso cd dowlandiano di Sting-Karamazov ‘Songs from the labyrinth’, si è spinto ad affermare che ‘la musica di Dowland racchiudeva già in sé i protogermi della grande scuola del folk che enne secoli più tardi sarebbe finita negli USA e in UK’, bisognerà gridare allo scandalo? Musica colta, musica popolare? Contaminazioni di cui è sconveniente parlare? Se così fosse, per assurdo, non bisognerebbe citare la singolare figura di Turlough O’Carolan, il più famoso ‘ bardo moderno d’Irlanda’. La sua musica per arpa, infatti, si presenta come il risultato perfettamente riuscito della contaminazione delle tre tradizioni musicali in voga in Irlanda fra il XVII e il XVIII secolo: la musica popolare, la tradizione arpistica e la musica colta di derivazione europea, soprattutto italiana (si parla infatti in particolare dell’influsso esercitato sulle composizioni di O’Carolan dai grandi musicisti barocchi italiani, Vivaldi, Corelli, Geminiani).
Nonostante, anzi forse proprio in ragione di questa complessa e multiforme personalità, egli è oggi uno dei punti fermi nel repertorio dei musicisti che si dedicano al ‘revival’ della musica celtica. E poiché dei suoi brani è giunta fino a noi la sola linea melodica, non esiste musicista interessato a questo repertorio che non si sia cimentato con l’arrangiamento di queste stupende linee melodiche. Particolarmente apprezzate, perché varie e complesse ma nello stesso tempo rispettose del presumibile impianto armonico delle composizioni per arpa celtica, sono le trascrizioni per chitarra di Pascal Bournet, scelte da Barricelli per questo cd.
A questa antica e gloriosa tradizione si ricollega idealmente Fausto Bottai che coltiva, sì, una sua personale ricerca all’interno di un modalismo di prevalente impronta ‘celtica’, ma non si limita mai, per altro, al gusto puro e semplice della citazione esteriore. Si potrebbe parlare, nel suo caso, di un processo di assimilazione interiore di moduli melodici ‘arcaicizzanti’ che riecheggiano certe arie e danze rinascimentali di ispirazione popolare o forse anche di epoche più remote. Musica semplice, aliena da ogni complicazione, da ogni asprezza armonica ‘moderna’, che perciò potrebbe sembrare, a prima vista, sorpassata, inattuale. Eppure, a guardar meglio, la ricerca si spinge a volte, senza strappi o contraddizioni visibili, fino ad esiti che paradossalmente sembrano negare in radice quel ‘modalismo arcaicizzante’ che abbiamo appena evocato. Vi sono brani concepiti e scritti nei canonici modi antichi, con una particolare predilezione per il dorico e l’eolico; ma qualcuno di primo acchito si accorge, ascoltando un brano come Giullaresque, che ci troviamo davanti a una struttura modale artificiale, che nessun musicista ‘celtico’ si sarebbe mai sognato di usare?
A questo punto il programma del cd prevede una brusca ed imprevista virata: ci spostiamo inopinatamente da un estremo all’altro del vecchio continente e nello stesso momento ripercorriamo a ritroso il tempo fino a riapprodare al periodo rinascimentale. Roman Turovsky ha pubblicato sul web un’ampia raccolta di musica folklorica cinquecentesca del suo paese d’origine, l’Ucraina, da lui arrangiata per liuto rinascimentale. La cosa potrebbe sembrare a prima vista piuttosto singolare, per non dire arbitraria, ma in realtà ha una sua profonda giustificazione storico-culturale. Infatti la musica popolare ucraina affonda le sue radici nei leggendari kozbar, i menestrelli erranti del XVI-XVIII secolo, le cui canzoni, che narravano episodi eroici, erano accompagnate dal kozba, uno strumento simile al liuto. Il torban, uno strumento più grande che poteva avere fino a 45 corde, sostituì il kozba nel XVIII secolo: si può dire comunque che, passando dal kozba al torban, il liuto sia lo strumento nazionale ucraino. Turovsky ha arrangiato i semplici e brevi temi musicali di cui sono composte le antiche ‘Cantiones sarmaticae’, invitando i musicisti ad offrire la loro interpretazione di questi meravigliosi brani, non solo, ma anche ad abbandonarsi, volendo, all’antica e nobile arte della variazione del tema in modo da sviluppare partendo da queste piccole cellule melodiche composizioni nuove e vitali. Egli stesso ne offre un brillante esempio con le Variazioni sopra ‘Zibralysja Vsi Burlaky’. Analogo discorso può essere fatto a proposito della musica del periodo barocco, di cui pure Turovsky ha compilato un’ampia silloge e cui appartiene l’altro brano presentato nel cd ‘Jarom Jarom’, ovviamente arrangiato originariamente per liuto barocco.
A questo filone di musica ‘orientale’, di origine, genericamente parlando, slava, si possono riallacciare gli ultimi brani che Angelo Barricelli presenta nel cd. Sono composizioni per chitarra di Roberto Fabbri, che vogliono ‘essere estroversione delle immagini di una vita in giro per il mondo, fra uomini con culture, approcci, sonorità e empatie diverse’, come si legge nell’introduzione al volume ‘Fra classico e..’ in cui quei brani sono presentati.
Norman.C


Track list “from borderlands”: (24 tracce)
P.P Borrono da Milano: Pavana chiamata “La Milanesa”, Fantasia
G.C.Barbetta: Padoana detta la dispettosa, Moresca detta le canarie
J.Dowland: The frog galliard, Tarleton’s riserrection, Fortune, The most sacred Queen Elisabeth,her galliard, Mrs.Winter’s jump
T.O’Carolan: Colonel John Irwin, O’Carolan’s draught, Sir Charles Coote, O’Carolan’s farewell to music, George Brabazon (first air-second air), Dolly Mac Donough, Miss Murphy
F.Bottai: The dream of the sad minstrel, Giullaresque, Il vento fra i pini d’autunno
R.Turovsky: Variazioni sopra "Zibralysja Vsi Burlaky",  "Jarom, Jarom"
R.Fabbri: Notte a Belgrado, Hammam, Dance for Dale

per acquistare: http://www.mapmusic.it/Barricelli/Barricelli-ita.htm
per informazioni sull'artista: http://www.angelobarricelli.com, http://www.chitarraedintorni.eu

 

 

 

 

 

 

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