Le "Piccole partenze" di Vitrone

label FreakHouse/FullHeads, distribuzione fsica Audioglobe - 2013

recensione di Roberta Cacciapuoti


La storia di Gennaro Vitrone, cantautore e interprete casertano, parte dal metal, passando dal coutry folk e dal duo Vitronemaltempo, per approdare al cantautorato melodico che si agghinda di un vestito elettronico.
"Piccole partenze" è il primo album del progetto Vitrone, ed è un disco maturo nella sua essenzialità. Il lavoro si inserisce perfettamente nella scena musicale contemporanea italiana, con uno sguardo deciso alla tradizione cantautorale, per l'attenzione ai testi e alle melodie, ma anche all'Europa degli anni 2000, per il gusto e per il ritmo cadenzato.
Le canzoni dell'album sono prodotte dal musicista Mimmo Cappuccio, con la collaborazione del chitarrista Gianpiero Cunto e del batterista Peppe Vertaldi. L'album vanta al suo interno una rosa di collaborazioni di tutto rispetto: da Vittorio Remino/Avion Travel, a Marta Argenio e Maurizio Stellato/the Actions, il pianista Fabio Tommasone, la tromba di Almerigo Pota, lo scrittore Ivan Montanaro e l'attore- autore teatrale Roberto Solofria/Teatro Civico 14.
Quella che si respira all'interno del disco è una malinconia spezzata da accenti e ritmi, che vanno e vengono, portando lontano e poi riportando a casa, in un oscillare di emozioni che non smette di essere dalla prima all'ultima nota. E' un cantautorato che vuole sperimentare, che non si accontenta di chitarre, pianoforti e melodie leggere, ma vuole innescare un corto circuito emozionale, e per questo si serve dell'elettronica, che dona a tutto il disco una nota quanto mai moderna e innovativa. La realtà quotidiana indagata in ogni sua più piccola piega è al centro del disco, esplorata, sfiorata, pensata. Le canzoni sono studiate nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso.
Si sente il meglio del cantautorato italiano degli ultimi anni, da Riccardo Sinigallia, Niccolò Fabi e Max Gazzè, fino a Pacifico. La distensione melodica e l'attenzione al testo sono centrali in questo album ricco di sfumature. Tutto il disco si compone di immagini, come un puzzle al quale ogni canzone aggiunge un pezzo nuovo, rispettando sempre il mood intimista e riflessivo che appartiene a tutto l'album, disegnando un'atmosfera da pomeriggio di pioggia autunnale. Possente il pianoforte di Fabio Tommasone, che sicuramente regala al disco una marcia in più.
"Piccole partenze" è il disco del ritorno, dell'assenza e dell'osservazione. Da incorniciare "Inverno", "Arcobaleni" e "Piccole partenze", il cui prologo costituisce un bellissimo pezzo lirico, magistralmente letto da Roberto Solofria.

- inverno
- arcobaleni (feat. Marta Argenio voce, Maurizio Stellato chitarre, Fabio Tommasone piano)
- ti ritroverò
- piccole partenze (prologo) di Ivan Montanaro (feat. Roberto Solofria voce narrante)
- piccole partenze
- ventiparole
- torno al giardino
- odio
- dellestate (feat. Fabio Tommasone piano)
- sentinelle

 
 

 

 

 

 

 

 

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