Camillo Avella - "Un uomo libero"

Singolo d'esordio - 2014

Articolo di Roberta Cacciapuoti


Camillo Avella, napoletano di nascita e casertano di adozione, appassionato di musica da sempre, ha cominciato ad esibirsi nel 2005 partecipando a diversi concorsi canori, arricchendo il suo bagaglio di esperienze con numerose partecipazioni ad eventi musicali come elemento d'orchestra in qualità di corista, è stato anche protagonista del musical inedito “Scuola vs. Bulli”, in scena in numerosi teatri napoletani (Cilea, Acacia, Augusteo e Palapartenope). Recentemente ha presentato al pubblico il suo singolo d'esordio: "Un uomo libero".

Roberta Cacciapuoti: Come ti sei avvicinato alla musica, qual è il tuo primo ricordo legato a lei?
Camillo Avella: Ricordo con grandissimo affetto e nostalgia un CANTA TU, di quelli che vanno a cassette, e una “TERRA PROMESSA” di Ramazzotti. Quello è stato il mio primissimo approccio alla musica…anche se mi raccontano sempre che sin da piccolo erano due le soluzioni per farmi stare tranquillo: mettermi davanti una radio con la musica che andava, o darmi qualcosa da mangiare. Crescendo poi è stato mio padre a spingermi a coltivare questa mia passione e ad oggi non immagino nessun altro futuro se non quello di cantare per professione.

R.C.: Com'è nata l'idea di questo singolo, "Un uomo libero" e com'è nata la collaborazione con l'autore del testo?
C.A.: Dopo aver firmato per la collaborazione con Antonio Dinuzzi e la SKE Entertainment ci siamo ritrovati a pensare a quali autori e compositori potessimo rivolgerci per cominciare a lavorare al progetto del disco. Decido quindi di fargli ascoltare una musica, che nasceva con una melodia cantata in “finto” inglese, e subito gli è piaciuta. L’abbiamo sviluppata negli arrangiamenti con Francesco Caprara ed Emiliano Mangia de La Scelta, e abbiamo proposto a Luca Viviani di scrivere un testo. Si è creata una sinergia, quasi magica, quasi come se la canzone fosse venuta fuori da sola. Tutto è andato come doveva al primo tentativo, cosi come l’ascoltate oggi.

R.C.: Quale percorso ti ha portato sino alla composizione di questo brano? Cosa è previsto per il futuro? C'è in programma un ep, un album?
C.A.: Fino ad oggi ero stato sempre e solo interprete di canzoni di altri o scritte per me. Mi sembrava una cosa difficilissima quella di comporre una musica o scrivere un testo senza cadere nel banale, anche se ogni tanto mi chiudevo nella mia stanza e nella mia solitudine provavo a incidere qualcosa di mio. Questo singolo era una di quelle idee chiuse in un cassetto da tantissimo tempo, che avevo provato a sviluppare con altri amici, senza mai risultati soddisfacenti. Ed è rimasta in un cassetto per quasi due anni. Il resto l’ho raccontato poc’anzi. Ora sto lavorando ad altri pezzi che saranno pubblicati in un album orientativamente a febbraio/marzo dell’anno prossimo. Sarà un album con chiare influenze indie/rock, alternative e con una buona dose di elettronica...insomma, tutta la musica che ascolto. A brevissimo pubblicheremo una versione di “Un uomo libero” che parlerà in spagnolo, provando ad allargare i nostri orizzonti al mercato estero.

R.C.: Cosa ascolti e quali sono le tue influenze? A cosa pensi quando componi e scrivi?
C.A.: Mi piacciono gli Editors più di tutti. Sono la mia band preferita e magari un giorno mi piacerebbe esibirmi con loro. Ascolto e mi piace tutta la musica a 360° e proprio per questo ho dovuto fare un grosso lavoro su me stesso per capire in quale genere mi riconoscessi di più, dove fossi più “credibile”, il rock. Quando compongo invece non saprei dirti in particolare a cosa penso. Prima ascolto una vagonata di musica: dai Franz Ferdinand, Arctic monkeys, Muse, Killers, Kaiser chiefs, Kasabian, fino agli U2, Depeche mode, Simple Minds…Poi svuoto la mente e mi metto al computer per registrare. Parto da un riff, un giro di accordi. Lascio che le note vengano fuori da sole, anche alla rinfusa. Poi le volte successive le metto in ordine e provo a svilupparle. A volte riascoltandole dopo un po di tempo continuano a piacermi, altre no. Le migliori ve le faremo ascoltare nell’album, quindi solo un po’ di pazienza….ma ne varrà la pena.

 

 

La copertina del CD

 

 

Camillo Avella

 

 

 

 

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