Archivio dei musicisti e gruppi casertani

Nadhir
crossover & etnico 

Formazione 2002: Mimmo Cappuccio guitar, Andrea Iannucci basso, Davide Moscatiello  batteria, Lino Pariota voce e tastiere, Simona Gallicola Voce


(articolo di Emilio Di Donato)
Caserta, 24 giugno 2001.

Nadhir, in geografia astronomica indica il punto più basso della volta celeste, così la band ha voluto intendere di avere lo sguardo rivolto al sud, ovvero Napoli con i suoi problemi e le sue tradizioni. Conosco e stimo musicalmente Mimmo Cappuccio da molti anni, e ho potuto seguire il suo percorso artistico fin dai primi esordi in cui, in una serie di lavori discografici, ha pagato il suo tributo alla scuola napoletana, per poi evolversi in modo sempre più personale e ambizioso. Il progetto dei Nadhir, che porta avanti da poco più di un anno, mi sembra avere una marcia in più, in parte dovuta ad una lunga esperienza di sala, in parte dovuta ad una band con talento e davvero affiatata, che ho potuto apprezzare sia dal vivo che su disco, e che se riuscirà a "tenere duro" non dovrebbe tardare a far valere anche il suo grande potenziale commerciale: i Nadhir rappresentano un'alchimia di sperimentazione inedita associata alla tecnologia, con il recupero di melodie, canti e ritmi popolari tradizionali.

La band è composta da Simona Gallicola: voce, Nicoletta Abate: Voce e rap, Mimmo Cappuccio: chitarre e arrangiamenti, Andrea Iannucci: Basso. Nelle esibizioni dal vivo collabora Marcello Melone alla Batteria. In questa intervista ho potuto conoscere la band più da vicino. 

 

Il vostro lavoro discografico, di cui ho potuto ascoltare la versione demo, lo trovo avvincente, sia per la modernità degli arrangiamenti, per la loro fusione multietnica, che per il loro essere al passo con i tempi anche come cossover di stili musicali dal popolare al dub, un pò come nell'operazione di Medina di Pino Daniele, che tra l'altro trovo molto ben riuscita. Come sono nate queste registrazioni?

Mimmo: Le registrazioni del disco sono state effettuate a casa mia, nel mio studio di registrazione "Robin Hood"; ho curato gli arrangiamenti e fatto i missaggi, mentre Simona Gallicola ha armonizzato tutti i cori... per qunto riguarda le parti rap o pseudo rap di Nicoletta Abbate non mi chiedere niente perchè è puro talento... Nicoletta viene, sente il brano, legge il testo e improvvisamente lo integra con quel suo modo di cantare che non so nemmeno definire, ma che per me è di gran classe, davvero una marcia in più. E così abbiamo il master finito con 12 brani e siamo in contatto con alcune proposte.

 

Anche nelle vostre esibizioni dal vivo, come nel vostro demo, mi sembra che abbiate stilisticamente già le idee molto chiare.

Simona: Sì, intendiamo creare nuovi orizzonti sonori utilizzando procedimenti elettronici.

 

Pochi giorni fa, in concerto, ho ascoltato il vostro appoggio ai centri sociali, e avete preteso di potervi esibire insiemi a gruppi che abbiano un messaggio politico. Dichiarate di osteggiare la globalizzazione, e in generale di voler avere anche una anima "sociale" che appare evidente anche nei vostri testi. Il testo di protesta è parte integrante del vostro messaggio musicale?

Nicoletta: Il reggae e in genere tutta la musica di colore nasce dal disagio dei neri africani portati nelle Americhe dagli Occidentali e non è pensabile immaginare per i Nadhir che si possa fare questa musica, se pur contaminata da altri generi, accostandovi testi che non hanno nessun messaggio sociale.

 

C'è anche spazio per l'amore in una canzone impegnata?

Simona: Se è amore tra la gente multietnica, se è amore e non guerra, se è amore inteso come uguaglianza allora va bene, altrimenti mi sembra riduttivo raccontare la solita storiella della giornata passata al mare, delle prima volta sulla spiaggia e poi bla, bla, bla... penso tra l'altro che siano cosa anche più belle se restano private.

 

Prossimi appuntamenti dal vivo?

Nicoletta: Suoniamo il 30 giugno ad Aversa in una manifestazione organizzata dai centri sociali con il patrocinio del Comune, ci sembra una buona occasione per ribadire alcuni testi a noi cari, come il rispetto dell'Ambiente e la non globalizzazione, poi forse ci sarà il concerto all'Arenile di Bagnoli, dico forse perchè sembra che quest'anno ci sono problemi di agibilità, poi "Caivano Rock festival" e altre manifestazioni regionali importanti.

 

Da quanto siete insieme?

Mimmo: siamo insieme da settembre 2000 con qualche piccola variazione nella formazione iniziale, ma il motivo principale per cui ci siamo uniti in questo progetto è quello che eravamo stufi di fare la solita musica. Il progetto oltre la ricerca di nuovi orizzonti sonori, come diceva per l'appunto Simona, vuole anche essere un viaggio nelle tradizioni melodiche e ritmiche della musica napoletana e mediterranea. Abbiamo deciso di tirare fuori dall'anima la Ns treadizione contaminata da generi musicali che in genere associano ai testi, la denuncia e la protesta, come il Reggae, Dub e più in generale la World Music.

 

L'anno scorso avete vinto il BenGio festival di Benevento. Come avete vissuto questo importante riconoscimento?

Mimmo: è stata davvero una sorpresa, sia per il tipo di musica che facciamo ma soprattutto per il tipo di arrangiamento non convenzionale che ha il brano vincitore, scritto tra l'altro a due mani con Annalisa Messina dei "Comitiva". Sai avere una giuria composta da grossi discografici italiani tra cui Popi Fabrizio e presieduta dal M° Gianfranco Lombardi, che vediamo in tv ogni anno a dirigere l'orchestra del festival di Sanremo, ti fa pensare in un primo momento che forse hai sbagliato manifestazione invece, poi, arriva la vittoria e soprattutto per l 'arrangiamento... ho sentito frasi tipo: i Nadhir stanno nel 2010... bè allora, a questo punto davvero una bella vittoria.

 

©  "Caserta Musica & Arte"  - 2001

I Nadhir - 2002

Davide Moscatiello - 2002

Nicoletta Abbate - 2001

Simona Gallicola - 2001

Mimmo Cappuccio - 2001

Andrea Iannucci - 2001

Marcello Melone - 2001

In concerto - 2001

Mimmo Cappuccio, Simona Gallicola, Andrea Iannucci - 2001

 

Tutte le foto sono di Emilio Di Donato /
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