Glauco Mauri e Roberto Sturno: Il Rinoceronte di Eugen Jonescu

teatro Izzo, 6 e 7 aprile

Articolo di Lorenzo Di Donato


Ne Le rhinocéros (1959) – rappresentato il 6 e 7 aprile al teatro Izzo dalla Compagnia Glauco Mauri e Teatro Eliseo, con Glauco Mauri e Roberto Sturno- Eugen Jonescu rappresenta il cittadino medio inesorabilmente sconfitto dalla bruta violenza o dallo spirito gregario della società contemporanea.
 “I rinoceronti”, almeno venerdì 7 aprile, hanno cavalcato e barrito in un Teatro Izzo mezzo vuoto e certamente non hanno indotto alcuno dei presenti a trasformarsi in loro emuli, nonostante la bravura di Glauco Mauri e Roberto Sturno ed una colonna sonora capace di far vivere lo spettatore lo sbigottito spavento dei personaggi dell’opera di Jonescu, pur nella essenzialità dei suoni e rumori proposti a sostegno dell’azione scenica.
Colpa dell’ora tarda? Della rappresentazione infrasettimanale? Della difficoltà del testo e della tematica di vasto impegno sociale e politico presentata? Del desiderio degli spettatori di non vedersi e sentirsi, almeno per questa sera, sconfitti dalla violenza della società in cui i personaggi vivono sulla scena e gli spettatori nella vita quotidiana? Dalla vicinanza delle elezioni, costantemente presente nelle piccole discussioni negli intervalli ?
”Si dimentica, Berlusconi, che se non ci fossero stati venti milioni di comunisti ammazzati ora starebbe a fare il barbiere in un lager nazista….”; ”...due cognati in due liste diverse a farsi la guerra, e tutti e due ex democristiani,..”; “...,ma D’Alema ci mette il suo: firma e poi se ne dimentica? E poi.. “; “Hai visto cosa ti hanno combinato con i carabinieri?!!!?”; “…Mi piace Mastella! Io l’ho conosciuto quando era portaborse di De Mita. Ha detto che io sono stato mariuolo come gli altri che non hanno il coraggio di dirlo! Bravo!”.
E tanti saluti al teatro dell’assurdo di Jonescu e compagni.


eugen ionescu

biografia essenziale

Eugen Jonescu, autore drammatico e scrittore francese di origine rumena, esordì in teatro nel 1950 con La cantatrice chauve –La cantatrice calva- e divenne uno dei capifila del cosiddetto teatro dell’assurdo, o teatro del paradosso e di protesta o teatro nuovo d’avanguardia, come è stato variamente definito. Questa corrente teatrale si propose di denunciare l’assurdità della condizione umana, con un accento di irrisione, ora angoscioso e tragico, ora irriverente e grottesco, con la negazione della possibilità stessa della comunicazione tra gli esseri umani.
Eugen Jonescu ha avuto vasta produzione, tra le quali ricordiamo: L’impromptu de l’Alma ou Le camélèon du berger, del 1956, in cui enunciò le propri concezioni teatrale; il trittico La soif et la faim del 1966, in cui rinuncia amaramente al suo primo romanzo e caratterizza la terza fase dell’autore che ha ora una visione della vita più pessimistica, espressa da un simbolismo più complesso; Voyages chez le morts.
Fu nominato accademico di Francia. Morì nel 1994, a Parigi , ad ottantadue anni.

 

Eugen Jonescu

 

 

 

 

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