Finalmente riapre il Teatro Comunale: Cronaca di un doppio evento nella serata di giovedi                   

di Salvatore Esposito


Caserta 18 ottobre 2002. Nell'ambito di un innovativo progetto di coproduzione sostenuto dalla Regione Campania, con un giorno di anticipo sull'inaugurazione ufficiale della stagione teatrale 2002/2003, l'Amministrazione Comunale di Caserta in collaborazione con Teatri Uniti ha offerto alla città una rappresentazione straordinaria di Sabato Domenica e Lunedì di Eduardo De Filippo, per la regia di Toni Servillo. L'evento anticipava di una serata la prima ufficiale dello spettacolo e soprattutto la prima per il nuovo teatro comunale. Dopo un attesa durata circa 16 anni, il teatro casertano torna alla sua sede storica, questi anni sono passati con alterne fortune attraverso le sale della città (vedi Teatro Izzo e Cinema Duel per citare i più recenti), ma ora il sogno e soprattutto uno degli obbiettivi principali dell'attuale amministrazione comunale si realizza. Questa serata di anteprima ha visto la presenza di un pubblico insolito per una prima teatrale, di solito in queste occasioni le sale si riempiono di V.I.P ma questa volta l'Amministrazione ha puntato a riservare questa serata ad una platea di N.I.P. (not important person). Infatti destinatari dell'iniziativa sono stati un numero di spettatori individuato dall'Assessorato alle Politiche Sociali, dal Provveditorato agli Studi e dal Rettorato Universitario all'interno di fasce sociali solitamente non privilegiate, per i quali lo spettacolo ha costituito un significativo momento di approccio all'esperienza teatrale nel contesto particolarmente emozionante della riapertura del Teatro Comunale, dopo oltre sedici anni di buio e silenzio in palcoscenico. Non sono mancate alcune polemiche infruttuose sulla riuscita della serata, ma preferiamo sorvolare sulle sciocche congetture di alcuni giornalisti e andare alla cronaca dello spettacolo. L'occasione che si è presentata ai fortunati presenti è stata eccezionale, ciò che ha contribuito a rendere indimenticabile la serata è stata sicuramente la presenza sulla scena di Toni Servillo, fratello del celebre cantante degli Avion Travel ma soprattutto casertano d.o.c. e attore di teatro di altissimo livello. Toni, i casertani lo ricorderanno sicuramente per tanti validi spettacoli portati in scena a Caserta, uno di questi fu una bellissima interpretazione de "Il Misantropo" di Moliere allestito qualche anno fa. Il passaggio da Moliere al teatro di Eduardo per Servillo è stato un passaggio naturale, entrambi gli autori hanno sviluppato nel corso della loro vita letteraria un idea di unione inscindibile tra parole e gestualità in un risultato complessivo che non esclude la regia ma la comprende. Sabato Domenica e Lunedì è una commedia tradizionale scritta per gli attori, e al tempo stesso così attuale da far apparire nuova anche la sua struttura e animati dal soffio vitale insito già nel testo scritto dal grande Eduardo De Filippo, i personaggi hanno trovato piena realizzazione nella loro dimensione teatrale. La commedia in tre atti si snoda attraverso tre giorni. Il sabato Rosa prepara il ragù per il pranzo del giorno dopo, mentre Peppino suo marito, si sente trascurato dalla moglie e nutre per lei una gelosia morbosa, gli sembra addirittura che il loro vicino di casa Luigi abbia troppe attenzioni per la donna. La domenica a pranzo sono invitati anche Luigi e la moglie, e a questo punto Peppino decide di rivelare la presunta intesa che c'è tra Rosa e Luigi. A Rosa prende un collasso, e tocca alla loro figlia Giuliana ricucire il rapporto tra marito e moglie. Il lunedi le cose tornano normali, dopo che Rosa e Peppino si sono chiariti parlandosi apertamente. A Peppino non resta che chiedere scusa a Luigi offrendogli di nuovo la sua amicizia . Senza dubbio l'intreccio teatrale ricalca la vita di una grande famiglia napoletana dove convivono tre diverse generazioni in un momento storico cruciale per l'Italia: gli albori del boom economico che imponeva un nuovo e improvviso modello di sviluppo, con l'affacciarsi di nuovi desideri e nuove mode, capaci di creare da una parte euforia, dall'altra un senso di confusione e di disagio per tutti. Un rivolgimento socioculturale che ha segnato profondamente e tuttora influenza i destini, le idee, i costumi del nostro paese. Al momento dell'entrata in scena Toni Servillo è stato accolto, da un affettuoso saluto del pubblico, in platea si è avvertito un velo di commozione, finalmente qualcuno tornava a calcare il palcoscenico del nostro storico teatro, e a farlo era un casertano. Al fianco di Toni Servillo, che interpretava Peppino, storicamente impersonato dal suo autore Eduardo De Filippo, c'era nella parte di Rosa l'ottima Anna Bonaiuto, nel cast oltre ai già citati erano presenti altri attori di ottima caratura e già noti al grande pubblico. Tuttavia la scena è stata praticamente monopolizzata da Toni e Anna, con una grande interpretazione, è impossibile dire chi dei due è stato il migliore tanta è stata la bravura di entrambi. Spesso si invoca il teatro di poesia, una poesia intima, a cuore a cuore, che invita alla confidenza, alla schiettezza alla comprensione, in questa commedia si ha la piena realizzazione di questo concetto di poetica semplice, grazie anche all'ottima regia e alle interpretazioni di tutti gli attori della compagnia di Servillo. La recitazione di tutto il cast è stata mirabile di colore, di misura e di effetti scenici. Toni Servillo è stato un Peppino nitidamente disegnato e inciso, tuttavia privo della mimica tipica ed inarrivabile del grande Eduardo, per certi versi però sembrava più vero del vero, e cioè di un vero artistico, tutto da godere nella dimensione nuova in cui vive questa commedia nella regia di Servillo. Sulla scena è stato fatto teatro nel senso migliore della parola, con un messaggio di umanità da infondere allo spettatore. E' difficile distinguere nello spettacolo ieri sera al Teatro Comunale, quel che è dovuto alla penna di Eduardo De Filippo e quel che è dovuto alla rappresentazione di Servillo e alla sua direzione. Ovunque era avvertibile il peso della presenza Eduardo, quella presenza nasce da una recitazione particolarmente evocativa, come si diceva, che tanto più si faceva avvertire, quanto più l'espressività e l'incisività di certi passaggi emergevano nel corso della recitazione. Servillo ha trovato in questa parte di non appariscenza, tutta la pienezza dei suoi mezzi espressivi, le sue sfumature di umanità, la sua disarmante naturalezza, in una prova che è certo da ricordare tra le migliori del nostro concittadino. 

 

Toni Servillo e Anna Bonaiuto

 

 

Eduardo nei panni di Peppino

 

 

 

Note Biografiche su 

Eduardo De Filippo

 

Nasce a Napoli il 24 maggio del 1900, ed e' stato uno dei più geniali interpreti del teatro italiano. Iniziò a sette anni e fino ai venti recitò in tutti i generi del teatro, dalla commedia italiana. Poi col fratello Peppino passò nella compagnia del Teatro Nuovo di Napoli, dove già recitava la sorella Titina. Nel '31 lasciò il teatro Nuovo per formare il suo "teatro umoristico" , le recite venivano rappresentate tra una proiezione cinematografica e l'altra. I primi successi lo convinsero a costituire, nel '32, una vera compagnia stabile per spettacoli destinati a regolari teatri. Il debutto avvenne assieme ai fratelli Peppino e Titina al Sannazzaro di Napoli , con la sua commedia "Chi è più felice di me?" seguito dall'atto unico di Peppino "Amori e balestre" .
Recitarono in quel teatro per nove mesi consecutivi proponendo numerose commedie.
Nel 1933 la compagnia girò i più famosi teatri italiani con tournee di grande successo a San Remo, Torino, Genova, Bologna, Roma. Al teatro Della Valle di Roma i De Filippo ebbero la consacrazione definitiva. Trionfo a Milano al teatro Odeon nell'inverno del 1943. Dopo il suo debutto come attore cinematografico, nel '38 dirige il film "In campagna è caduta una stella" e in seguito quelli più famosi come "Ti conosco , mascherina"(1943) , "Napoli milionaria"(1949) ," Filumena Marturano" (1951), ed altri ancora. 

 

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