La stagione teatrale dello storico Teatro Ricciardi di Capua raddoppia e si
arricchisce di un’interessante e inusuale rassegna di drammaturgia
contemporanea: Il Teatro dell’Architempo.
Una rassegna ideata dall’associazione culturale Architempo con la
collaborazione della libreria Guida Capua e dello stesso Teatro Ricciardi, la
cui sinergia ha già dato lo scorso anno buoni risultati con gli appuntamenti de
I Martedì dell’Architempo, dove ottimi artisti della nostra Regione hanno
saputo mettere in luce attraverso la magia del teatro le contraddizioni dei
nostri anni. Quest’anno la collaborazione della associazione con il teatro e la
libreria compie però un salto di qualità, e lo fa grazie all’apporto della
bravissima attrice Margherita Di Rauso, che assume la direzione artistica della
rassegna arricchendo di spettacoli di respiro nazionale il cartellone 2006.
Il Teatro dell’Architempo sarà l’occasione per ospitare nel nostro territorio
attori che sapranno proporre al pubblico opportunità per riflettere, discutere,
sorridere, conoscere e interpretare meglio il presente. Un luogo privilegiato,
un palcoscenico “off”, dove il pubblico potrà fare la sua parte per costruire
un luogo di incontro e passaggio di culture e linguaggi diversi. I cinque
spettacoli che compongono la rassegna, e che si svolgeranno da febbraio a
giugno 2006, rappresentano una panoramica variegata delle realtà artistiche,
che in molti casi costituiranno un “unicum” per il nostro territorio, per
importanza ed originalità.
Gli artisti che hanno aderito, dimostrando interesse e grande disponibilità,
alla rassegna “Il Teatro dell’Architempo” sono: l’attore pugliese Mario
Perrotta, l’attrice genovese Paola Bigatto, l’artista casertana Tania Coleti e
lo sceneggiatore Matteo De Simone, l’attore napoletano Lorenzo Gleijeses, la
regista Julia Varley, la scrittrice Antonella Cilento, l’attrice e direttrice
artistica della rassegna Margherita Di Rauso.
Costo biglietto 10 euro.
Ridotto (under 25 – over 65) 6 euro.
Abbonamento a 5 spettacoli 30 euro.
Prevendita presso la libreria Guida Capua, in c.so Gran Priorato di Malta, 25 –
cortile Palazzo Lanza, Capua. Info: www.architempo.it; tel: 0823.622924/
338.9993220/ 347.0481981
Programma:
Lunedì 13 febbraio 2006, ore 21.00, Compagnia del Teatro dell'Argine
presenta “Italiani Cìncali, parte prima: minatori in Belgio” di Nicola Bonazzi
e Mario Perrotta, diretto e interpretato da Mario Perrotta. Voci amichevolmente
registrate da Peppe Barra, Ferdinando Bruni,Ascanio Celestini, Laura Curino,
Elio De Capitani.
Italiani cincali!, di cui l’8 febbraio uscirà il dvd della serie Teatro
INcivile in allegato all’Unità, è un progetto teatrale sull'emigrazione
italiana del secondo dopoguerra che ha dato vita a due spettacoli distinti. Il
primo, che verrà rappresentato nell’ambito del Teatro dell’Architempo, è
incentrato sul primo caso di emigrazione assistita dallo Stato del dopoguerra,
ossia, i minatori italiani in Belgio, considerati emigranti di scarto. Chi
veniva "arruolato" in Belgio, in Svizzera, in Francia, in Germania, infatti, si
trovava nella condizione di eterno stagionale, un po' per le leggi locali e un
po' per il disagio nei rapporti con gli abitanti del luogo, che consideravano
quegli uomini diversi e utili solo come braccia da lavoro. Vera spina dorsale
del lavoro sono state le centinaia di ore di interviste a chi in miniera c'è
stato. Centinaia di emigranti tornati a casa nell'indifferenza generale, con
pochi soldi in tasca e con la silicosi nei polmoni. Tra momenti di sorridente
levità e di coinvolgente tragicità, il teatro-narrazione di Perrotta racconta
le vite disperate di uomini venduti per un sacco di carbone.
Giovedì 23 marzo 2006, ore 21.00, Rossoteatro presenta “La Grande
Occasione” di Matteo De Simone, diretto da Matteo De Simone, progetto scenico e
costumi Annaluigia De Simone, interpretato da Tania Coleti
Lo spettacolo è composto da tre monologhi liberamente ispirati all’opera di
Bennett, per il quale alcuni critici hanno detto non c’è più niente di tragico
che il comico. Una scrittura sarcastica, ma anche pietosa, per lo sguardo
sempre comprensivo che ha per i personaggi: tutti soli, tutti incastrati nei
loro scomodissimi ruoli, tutti comici. Dall’insoddisfatta moglie di un vicario
anglicano alle prese con gare di composizioni floreali e con l’attrazione
mistico-erotica delle parrocchiane verso il marito, all’attrice che insegue una
improbabile professionalità nell’interpretare i piccoli ruoli che riesce ad
avere e si ritrova nel letto dei componenti della troupe e a doversi spogliare
in un film “soft-core” di un regista tedesco, alla grafomane ossessiva che
soffoca la sua angoscia scrivendo lettere di proteste a tutti e finisce in
carcere. Ciò che viene fuori è il motto di spirito, spesso involontario, il
loro essere ridicoli, spesso tragicamente, dipende proprio dall’essere
inconsapevoli, a volte con innocenza, altre con vera e propria ottusità. Ognuna
di loro ha il suo momento di vita da raccontarci, spesso con un brio
incontenibile che ci sorprende a ghignare ferocemente insieme con loro, fino a
condurci improvvisamente alla scoperta che la vita è buffa proprio perché è
tragica. Tania Coleti si è formata con Enrico Ianniello e Tony Laudario
dell’Onorevole Teatro Casertano partecipando a vari loro spettacoli, ha poi
lavorato con il gruppo “Canovaccio”. Ha tenuto reading di poesia e
presentazione di libri in varie città e ha partecipato ai film di Pappi
Corsicato “Libera” e “Buchi Neri”
Anna Luigia De Simone è architetto e lavora presso la Facoltà di Architettura
di Aversa. Le scene sono realizzate da Luca Barone artista capuano da anni
artefice dei carri di carnevale in cartapesta
Matteo De Simone fondatore con Toni Servillo dello storico Teatro Studio di
Caserta, è sceneggiatore ed ha vinto il Premio Solinas con “Delinquente per
tendenza” scritto con Ninni Bruschetta ed il premio del Ministero della
Spettacolo come migliore sceneggiatura con “Le voci del silenzio” scritto con
Ninni Bruschetta. Ha partecipato in concorso al Festival di Venezia con il film
“Pugni nell’aria” scritto con Roberto De Francesco.
Mercoledì 12 aprile 2006, ore 21.00, Teatro Stabile di Calabria presenta
“Il figlio di Gertrude - una storia di Napoli”, di Lorenzo Gleijeses, diretto
da Julia Varley, interpretato da Lorenzo Gleijeses. Disegno luci: Fausto Pro.
Oggetti di scena: Michele De Santis. Colonna sonora: Jan Ferslev. Testi scelti
da Lorenzo Gleijeses, estratti da: Amleto di William Shakespeare; Hamlet
Machine di Heiner Müller; Mal d’Amlè di Enzo Moscato; Mamma, Piccole tragedie
minimali di Annibale Ruccello.
A questi testi si aggiungono brani estratti da Una storia in Danimarca di John
Updike, scelti da Julia Varley.
Un giovane dialoga da solo con le persone che hanno significato qualcosa nella
sua vita. Il padre è morto. Il suo ricordo è un fantasma idealizzato da
raggiungere o l’immagine da annientare per poter finalmente crescere. La madre
vedova è accusata di volersi rifare una vita. La donna amata è derisa per
poterla tenere a distanza. L’amico è da piangere come un altro morto. Il
pubblico è il sostegno per mostrarsi forte dietro la maschera dell’attore.
Nessuno può debellare il senso di solitudine, nemmeno la madre che alla fine lo
abbandona per liberarsi dal peso di un ruolo che non ha scelto. Rimangono o’
pazzariello, le canzoni napoletane e la fantasia per essere tanti e assieme, in
solitudine, dietro la barricata.
Mercoledì 3 maggio 2006, ore 21.00, “La banalità del male” di Hannah
Arendt, riduzione e adattamento di Paola Bigatto, diretto e interpretato da
Paola Bigatto
Hannah Arendt, filosofa, allieva di Heidegger e Jaspers, emigrata in America
nel 1940, a causa delle persecuzioni razziali, dal 1941 ha insegnato nelle più
prestigiose università americane, pubblicando importanti testi sul rapporto tra
etica e politica. Nel 1961 segue, come inviata del The New Yorker, il processo
Eichmann a Gerusalemme: il resoconto esce prima sulle colonne del giornale nel
1963. Esso susciterà una grande ondata di proteste e una accesa polemica a
causa della particolare lettura che la Arendt, ebrea e tedesca, dà al fenomeno
dell’Olocausto e dell’antisemitismo in Germania.
Hannah Arendt osserva la macchina della giustizia di Israele con implacabile
occhio critico. Scopre che è la menzogna eletta a sistema di vita sociale e
politica la principale artefice delle tragedie naziste, la menzogna come
strategia esistenziale: la capacità di negarsi delle verità conosciute è il
meccanismo criminale che porta il male ad apparire banale. La capacità di
giudizio che ci esime dal commettere il male non deriva da una particolare
cultura, bensì dalla capacità di pensare. E dove questa capacità è assente, là
si trova la “banalità del male”.
Giugno 2006, ore 21.00, Il teatro dell’Architempo “Itagliani!”, Storia
del delirio di Frevella lavannara che profetizzò a Hitler e Mussolini la fine
della guerra a causa di Augusto Cinnicò, uomo di concetto, di Antonella
Cilento, interpretato da Margherita Di Rauso
Frevella, lavannara napoletana, picchia ogni giorno a sangue suo marito,
Augusto Cinnicò, infelice disoccupato comunista sotto il regime fascista.
Frevella, afflitta da epilessia, insulta, mena le mani e delira. Augusto, uomo
di concetto, immagina disperato come vendicarsi dei dittatori della sua vita,
la moglie e Mussolini. E’ così che, per sfruttare le crisi epilettiche e
capovolgere finalmente i ruoli, s’ inventa una Frevella Sibilla Cumana:
profetizzerà per Hitler e Mussolini, di passaggio a Napoli, la fine della
guerra…
Fra il 1938 e il dopoguerra le memorie monologanti, comiche e deliranti di due
insoliti protagonisti, sullo sfondo dei rivolgimenti del Fascismo.
Note su Margherita Di Rauso
Attrice capuana, Margherita Di Rauso, comincia giovanissima la sua
formazione teatrale che si snoda attraverso il lavoro in compagnie, scuole e
laboratori (il Theatron di Napoli, l'Accademia di Palmi e workshops con
Michalkov, Albertazzi, Pupella Maggio ed altri) per completarsi alla Scuola di
teatro di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano dove si diploma e
comincia il suo percorso teatrale lavorando col Maestro in "Faust", "Arlecchino
servitore di due padroni", "Madre Coraggio". Sempre al Piccolo Teatro prende
parte a numerosi spettacoli, quali "Pericle, principe di Tiro" regia di
Warlikovsky direttore del teatro di Varsavia, "il Gabbiano" regia di E.D'Amato.
Lavora anche in "Tango Barbaro" con Toni Servillo e Mariangela Melato, per la
regia di De Capitani e Bruni, nel "Re Lear", regia di Glauco Mauri, con Nanni
Garella in "Miseria e Nobiltà". Entra a far parte della compagnia
Internazionale di Karin Beier con cui lavora tra la Germania e l'Austria in
spettacoli multilingue portati con successo in tutta Europa come "il Sogno di
una notte di mezz'estate", "La Tempesta", "Questa sera si recita a soggetto".
Al Teatro Greco di Siracusa è la Prima donna nella "Festa delle donne di
Aristofane" regia Tonino Conte. Negli ultimi anni lavora con Luca Ronconi nuovo
direttore del Piccolo Teatro di Milano in "Infinities" spettacolo vincitore del
premio Ubu che segna uno dei momenti più felici del teatro ronconiano, e ancora
come corifea nelle tragedie "Prometeo Incatenato", "Baccanti" e "Rane" al
Teatro Greco di Siracusa. Attualmente collabora con il Teatro Franco Parenti di
Milano con cui mette in scena "Pericolosamente-Amicizia" regia di Andrè R.
Shammah, "Molly Bloom" regia M. Morini, “Io, l’erede” di E. De Filippo con
Geppy Gleijeses e Leopoldo Mastelloni.
Per il cinema prende parte al film di Aurelio Grimaldi "Un mondo d'Amore" e al
film "La vida es un Carnaval", commedia dell'esordiente Samuele Sbrighi in
uscita ad autunno 2005. Recita in numerosi cortometraggi tra cui "Sandokan
dreamin" scritto da Filippo Gravino, regia Paola Randi vincitore del premio
dell'Istituto Luce, "Giulietta della spazzatura" accanto a Valerio Mastandrea,
"UFO" visto al festival di Berlino, "La zia" al festival di Venezia. Svolge
attività di speaker per note campagne pubblicitarie televisive nazionali, come
Mulino Bianco, Oil of Olaz, Nero Perugina ed altre. |
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