Al Teatro Comunale di Caserta, mercoledì 5 Aprile alle ore 21.00, la compagnia
“Gli Esclusi” presenta "Indefinibile Non Senso", elaborazione drammaturgica e
regia Annamaria d'Ambra, interpreti Brunella Cappiello, Sergio Lieto, Giuseppe
Marotta, Anna Maria Perrotta, Daniela Vito, Ambra Zerrillo. Il coordinamento
del laboratorio è di Michela Cerrato, costumi e trucco del Laboratorio “Gli
Esclusi”, le luci e la Fonica di Roberto Salemme.
Lo spettacolo è stato allestito anche grazie al patrocinio della Ditta Edile
Atellana SRC – Orta di Atella, della Parrocchia S.S. Nome di Maria e della
Banca di Roma Capitalia gruppo Bancario Per gentile concessione de "Il Caffè"
pubblichiamo l'intervista di Marilena Lucente alla regista Annamaria d'Ambra
Lucente. Gli esclusi. Chi sono i protagonisti che si affacciano sulla
scena teatrale casertana?
A. d'Ambra. Il nome del gruppo non ha niente di nuovo. E' rimasto sepolto
nei ricordi per raffiorare dopo ben 11 anni. Voleva significare denuncia di chi
sta fuori da un ordine prestabilito e dà fastidio solo perché esiste . Presenze
ingombranti che ci turbano e potrebbero indurci a riflettere. Poiché chi nasce
tondo non sarà mai quadro, mai altro nome avrei potuto proporre al nuovo gruppo
di neoformazione. I sei attori in scena hanno un'età dai 45 ai 21 anni, altre
esperienze di scena alle spalle e tutti hanno seguito le lezioni del
laboratorio teatrale coordinato dalla sottoscritta negli ultimi due anni presso
la Parrocchia di Puccianiello.Sono gli unici sopravvissuti alle torture e allo
stress della struttura, ancora inagibile.
Lucente. Indefinibile non senso. A cosa allude il titolo?
d'Ambra. Definire l'esistenza non è facile, perché implica anche il non
senso delle coe che avvengono.
Dire che ha un senso ciò che sto facendo adesso,significherebbe riconoscere
l'esistente, anche , come routine e massificazione,ma non è semplice da capire
perciò avverto il non senso ,come qualcosa di indefinibile,ma che c'è.
Lucente. Ci sono riferimenti al teatro dell’assurdo. Un teatro
estremamente moderno, nonostante siano trascorsi tantissimi anni dalle prime
scritture di jonesco e becket. Qual è la attualità di questa esperienza
teatrale?
d'Ambra. Gli anni non sono poi tantissimi. L'attualità è far riflettere
sulla routine del quotidiano; sugli inutili tentativi dell'uomo a trovare una
risposta ai propri interrogativi; e sulla follia delirante dell'uomo
contemporaneo a trovare una lingua di comprensione generale. Sono solo spettri
i personaggi sulla scena.
Lucente. Può ancora ancorarci la parola alla vita? aiutarci a darle un
senso?
d'Ambra. Francamente non credo. Sicuramente si starà chiedendo perché lo
faccio. Non lo so. Credo, per avere la sensazione d'essere viva anche se per
pochi attimi.
Lucente. Una definizione per raccontare la sua regia, il modo in cui lei
diviene regista.
d'Ambra. E' una smania che ritorna. Le posso solo dire che in
quei momenti è come se non fossi io. Lavoro con le voci. Se la voce ha quella
intonazione particolare, so che dietro ci sarà anche un gesto ad hoc e la
seguo. Come insegnante di laboratorio è un supplizio ascoltare delle brutte
voci e spesso, involontariamente, l'allievo percepisce questo stato e si
ritira. Purtroppo, è un dono. Non tutti siamo nati attori o ballerini
(menomale!) |
|